Eccomi nuovamente sul tema del consumo critico e sostenibile.
La Guida al Consumo critico della quale ho parlato nel post
Guida al consumo critico - Parte prima
fornisce alcuni consigli utili a coloro che decidono di orientare il proprio potere d'acquisto verso un fine di equità e sostenibilità.
Sette in particolari sono i "comandamenti" da seguire per un consumo critico e responsabile:
1) Consuma sobrio
E'
evidente a tutti come le risorse del pianeta vadano impoverendosi
costantemente: diminuisce la biodiversità, le foreste si riducono, molte
specie animali si estinguono, il petrolio e le altre risorse
energetiche si esauriscono, l'acqua potabile scarseggia sempre più.
L'unico modo per preservare le risorse non rinnovabili è convertirsi
alla sobrietà, che è anche imperativo di giustizia nei confronti di 3
miliardi di poveri assoluti cui mancano i bisogni fondamentali. Sobrietà
vuol dire: meno auto e più bicicletta o mezzo pubblico, meno carne e
più legumi, meno prodotti globalizzati e più prodotti locali, meno cibi
surgelati e più prodotti di stagione e così via. Sobrietà è dunque più
un modo di essere che di avere, è uno stile di vita che sa distinguere
tra bisogni reali e bisogni imposti dalla pubblicità: tra i prodotti che
consumiamo molti sono inutili e possono essere eliminati, mentre tra
quelli indispensabili l'azione da intraprendere è sulla quantità
consumando e buttando di meno. Circa un secolo fa Ghandi scriveva: "La
civiltà non consiste nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella
capacità di ridurli volontariamente, deliberatamente".
2) Consuma libero da scorie
Il problema dei rifiuti è attuale e
non del tutto risolvibile. I metodi di smaltimento odierni si basano
sulle discariche o sugli inceneritori: entrambe le strutture presentano
costi e notevoli problemi irrisolti quali la formazione del percolato e
conseguente contaminazione delle falde acquifere nel caso delle
discariche e l'immissione di ceneri contenenti CO2 ed altri gas e fumi (più o meno tossici) nel caso
degli inceneritori, solo per citarne alcuni. Il riciclaggio, pratica
certamente più pulita, non consente a sua volta il completo riutilizzo
dei materiali e prevede un notevole dispendio energetico.
Il miglior modo di risolvere il problema è a monte, riducendo i consumi e
riducendo i rifiuti. In particolare molta attenzione può essere rivolta
agli imballaggi dei prodotti che acquistiamo ed un modo per orientare
il mercato può essere quello di acquistare solo prodotti sfusi o con
ridotti imballaggi, anche perchè l'imballaggio, spesso, rappresenta il
peso energetico maggiore di un prodotto e, conseguentemente, ha un peso
anche sul prezzo.
3) Consuma corto e naturale
Al supermercato sotto casa si trovano
prodotti fuori stagione e prodotti che arrivano dall'altra parte del
globo. Questo presuppone spostamenti infiniti delle merci (e conseguente
consumo energetico) e tempi di consegna più lunghi, che presuppongono
trattamenti speciali delle merci deperibili con conservanti e
anti-parassitari. L'approvvigionamento dall'estero si è sviluppato a
dismisura perchè sono diminuiti i costi di trasporto, sono migliorate
le tecniche di imballaggio e perchè i prodotti provenienti dalle regioni
povere del mondo sono sottocosto. La logica monetaria allunga i
percorsi delle merci, accorciando però la vita del pianeta e la
sostenibilità di questo sistema.
L'unico modo per invertire la rotta è scegliere prodotti biologici e a
chilometro zero. Se si sceglie biologico si sceglie un prodotto che per
legge deve soddisfare determinati requisiti che presuppongono ripristino
dell'ecosistema, ridotto impatto ambientale, maggiore salubrità del
prodotto, divieto di fertilizzanti fungicidi e di insetticidi di
sintesi, divieto di sementi geneticamente modificate. Alcune aziende si occupano esclusivamente di prodotti biologici, mentre altre affiancano
il biologico ai prodotti tradizionali. In entrambi i casi il biologico
e' sicuro e certificato (anche se purtroppo non sono mancati casi di frode).
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Logo di certificazione biologica (europea) |
4) Consuma equo
I prodotti che arrivano dal Sud del mondo, oltre
al notevole dispendio energetico ed alla scarsa sostenibilità
ambientale, presentano anche un problema di tipo sociale. Le condizioni
dei lavoratori del Sud del mondo infatti sono spesso disumane ed i
salari sottopagati. I contadini ed i braccianti agricoli vengono
sfruttati dalle multinazionali senza alcun rispetto dei diritti umani e
dei lavoratori, in condizioni spesso equivalenti alla schiavitù. Tutto
questo per poter offrire al consumatore prodotti a basso prezzo.
L'alternativa a questo scempio sociale è il commercio equo e solidale,
che consiste in strutture di importazione (generalmente cooperative)
che arrivano direttamente ai consumatori senza passare dalle
multinazionali. Grazie al commercio equo, su tutti i prodotti
commercializzati vengono garantiti dei prezzi minimi al di sotto dei quali
non si scende, in modo da garantire la sussitenza ed un margine di
miglioramento ai contadini e ai braccianti del Sud del mondo, fornendo
loro livelli salariali equi e garantendo il finanziamento di progetti
sociali. In Italia ci sono varie cooperative di importazione come
Altromercato, LiberoMondo ed Equomercato. Alcune affidano la vendita dei
prodotti solo a particolari punti vendita definiti "Botteghe del mondo"
gestiti da gruppi locali o associazioni. Alcune si rivolgono anche alle
grandi catene di distribuzione (come Coop, Esselunga e Carrefour). In
quest'ultimo caso un organo di controllo (Fair Trade) certifica il
rispetto dei requisiti descritti.
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Logo di certificazione Fairtrade (prodotti del commercio equo e solidale) |
In entrambi i casi dunque, acquistando
tramite commercio equo e solidale, si può essere certi di non recare
danni sociali alle popolazioni del Terzo Mondo.
I prodotti particolarmente critici per le condizioni di lavoro e di
sfruttamento dei contadini del sud sono il Caffè, il Cacao e la frutta
tropicale, in particolare il settore bananiero.
5) Consuma senza crudeltà
Se l'agricoltura intensiva ed industriale ha risvolti negativi
sull'ambiente e sul sociale, gli allevamenti rappresentano problematiche
di simile importanza.
Un problema è l'ecosostenibilità. Mangiare
carne nei paesi occidentali è possibile solo perchè nei paesi in via di
sviluppo vivono miliardi di persone in condizione di denutrizione o
malnutrizione. Se infatti nei paesi in via di sviluppo ci fosse la
stessa richiesta di carne, gli allevamenti non basterebbero più ed un
sistema già in equilibrio precario collasserebbe definitivamente.
Un altro problema è legato alle condizioni di vita degli animali che
sono costretti a vivere in gabbie che non ne permettono i movimenti,
senza libertà alcuna, destinati solo a mangiare e produrre. Le galline in batteria
vivono in spazi ristretti e limitata libertà di movimento: a volte viene loro tagliato il becco (pratica per loro dolorosa) per evitare che si mangino le piume o episodi
di cannibalismo. Tremenda anche la condizione di vita delle mucche che vengono sottoposte alla fecondazione articificiale per poi vedersi togliere i vitelli dopo pochi giorni dalla nascita, un ciclo che si ripete ogni anno durante il quale alle mucche viene richiesto solo di produrre litri di latte. Un animale che potrebbe
vivere trent'anni, in queste condizioni, ne vive una decina. Questi sono
solo due esempi di come gli animali vivano in terribili condizioni di
stress e sofferenza negli allevamenti intensivi. Per non parlare degli
animali utilizzati come cavie per test e sperimentazioni di prodotti.
Purtroppo
ci sono poche soluzioni a questo problema, se non il consumare meno
carne in generale, acquistare tramite circuiti locali sui quali possa
essere esercitato un maggiore controllo, acquistare carne proveniente da
allevamenti biologici. Per quanto riguarda la sperimentazione animale,
l'unica possibilità è comprare prodotti con il simbolo del leaping bunny
(vedi immagine) che assicura l'assenza di test animali per la
sperimentazione del prodotto in questione.
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Logo del leaping bunny (certifica l'assenza di sperimentazione animale) |
6) Consuma democratico
A volte il singolo prodotto non presenta
alcun difetto sociale o ambientale. Ma l'azienda che lo produce è
tutt'altro che pulita.
Le aziende hanno un potere enorme nei confronti della politica,
praticando il ricatto economico, finanziando partiti, controllando gli
organi di stampa e di informazione. Il loro potere economico si traduce
in potere politico spingendo i governi a comportarsi in base alle loro
necessità piuttosto che a quelle dei cittadini. Ecco perchè andare a
fare la spesa, in assenza di un governo indipendente dal mercato delle
company, è un pò come andare a votare, perchè le nostre scelte possono
influenzare il mercato e conseguentemente la politica.
Le multinazionali hanno spesso problemi di trasparenza (cioè non
sono disposte a fornire indicazioni sui propri bilanci o sulle politiche
aziendali) e sono sempre più frequenti i casi di aziende che
usufruiscono dei cosiddetti paradisi fiscali, aziende cioè che
dichiarano guadagni quasi nulli, sfruttando le proprie filiali
all'estero sottoposte a controlli fiscali molto piu' permissivi e
vantaggiosi. Considerato il sacrificio economico richiesto spesso dai
governi nei confronti dei cittadini per far fronte alle crisi, comprare
prodotti di aziende che non dichiarano nulla al fisco usufruendo dei
paradisi fiscali risulta paradossale, un controsenso cui regolarmente
prendiamo parte quando facciamo la spesa al supermercato in maniera non
critica.
7) Consuma sovrano
Il singolo individuo non può avere
un'influenza determinante sull'economia globale e sul mercato. Ma
l'unione di tanti cittadini puo' fare la differenza. Il boicottaggio è
il raggiungimento di questa unione: è un insieme di individui che
decide (in massa) di smettere di acquistare certi specifici prodotti. Il
boicottaggio è un'arma potente nelle mani degli individui e già in
passato ha dato i suoi frutti spingendo alcune multinazionali a cambiare
i propri comportamenti verso politiche di maggiore equità e
sostenibilità.
Ma c'è un'altra azione, oltre al boicottaggio, che può essere intrapresa: è il consumo critico. Consiste nel
comprare prodotti di un certo tipo, con certe caratteristiche, prodotti
da aziende che ripettano e seguono determinate politiche e principi,
basate sul rispetto dei popoli e dell'ambiente, dei diritti dei
lavoratori e delle regole finanziarie. Ma per consumare in modo critico
bisogna essere informati e la guida al consumo sostenibile ha come scopo
proprio l'informazione riguardo i prodotti e riguardo le aziende che li
producono. Nei vari capitoli vengono passati al vaglio tutti i vari
prodotti che acquistiamo e consumiamo e tenendo in considerazione vari
parametri (trasparenza, ambiente, animali, sud del mondo, paradisi
fiscali, esercito ed armi, abuso di potere) vengono forniti dei giudizi
che possano aiutare il consumatore ad acquistare in modo critico, equo e
ecosostenibile. Affinchè il consumatore possa esercitare tutto il
proprio potere.
Nei prossimi giorni riassumerò i consigli e le caratteristiche dei prodotti analizzati dalla guida, specificando per ogni prodotto quali sono le aziende che ricevono i voti migliori sotto i vari punti di vista: per chi vuole avere dei consigli pratici su quali aziende rifornirsi per un commercio equo, solidale, ecologico, critico e sostenibile !