Migliaia di essere umani, come formiche in un formicaio, affollano tali miraggi e svuotano i propri portafogli in cambio di merce marcia.
Supermercati che straripano di cibo, ipermercati che vomitano plastica e petrolio. E le formiche lì, pronte a lottare per riempire le proprie coscienze e quelle di amici e parenti di inutile paccottiglia.
E' Natale e bisogna fare i regali. Senza pensare, basta acquistare. Senza coscienza, basta riempire.
Produzione assente, vendita presente. Dov'è la malattia? Chi produce ciò che si vende? Dove ed in che condizioni? Chiudiamo gli occhi e spingiamo la merce sul tappetino della cassa.
Siamo persone oneste, paghiamo.
Finanziamo....
Sosteniamo un'economia assurda che produce ad un capo del mondo, e vende al capo opposto, sfrutta lavoratori e li costringe alla miseria, mentre chiude, a pochi metri di casa, i nostri centri di produzione e le nostre opportunità di lavoro.
Tonnellate di merce, prodotta, trasportata, venduta, buttata. Un ciclo che prende dalla terra e restituisce sotto forma di rifiuto, spesso ingestibile, a volte tossico: ed il pianeta si ammala sotto gli occhi della nostra incoscienza.
Possiamo riempire un nuovo Natale di oggetti ed effimere illusioni.
Oppure riempire le nostre coscienze con il Natale, con piccoli pensieri ed attenzioni, regalando il tempo ed il rallentamento.
Fermandoci ad assaporare i rapporti umani, riducendo lo spreco, creando pensieri e riciclando i materiali affinchè i nostri pensieri prendano forma.
Less is more.