Giorno 10 - Viaggio da Fianarantsoa a Ranohira
Giornata intensa quella della ripartenza da Fianà verso Ranohira, un viaggio che abbiamo effettuato a tappe alla scoperta degli angoli più interessanti della parte Ovest del Paese. Come di consueto c siamo spostati in auto con Hobi e Lanto. L'Ovest è del tutto diverso dalla zona umida orientale e già pochi chilometri dopo l'uscita dalla città il paesaggio è cambiato notevolmente diventando decisamente più secco e arido.La prima sosta è stata presso la città di Ambalavao, dove abbiamo assistito al processo di lavorazione della carta per poi dedicarci alla visita del sorprendente mercato degli Zebù, le mucche locali.
La fabbrica della carta |
Il mercato degli zebù avviene tutte le settimane in due giorni consecutivi: durante il primo giorno gli animali vengono esposti in enormi recinti ed inizia la compravendita. Il secondo giorno invece vengono caricati sui camion e portati via dagli acquirenti. Gli zebù vengono utilizzati come animali da trasporto, oppure per le loro carni o come aiuto nel lavoro dei campi.
Il mercato degli zebù |
Abbiamo effettuato la seconda sosta presso la riserva naturale di Anja. Qui una breve escursione ci ha permesso di incontrare moltissimi lemuri catta (quelli resi famosi dal film di animazione Madagascar), ma anche alcuni camaleonti ed un piccolo serpente.
Camaleonte nella riserva naturale di Anja |
Il Parco si trova in una cornice naturale spettacolare caratterizzata dalla presenza di enormi massi e rocce imponenti in un ambiente semidesertico. L'incontro con i lemuri è stato emozionante: per niente intimoriti dalla nostra presenza mangiavano i frutti degli alberi dei quali sono ghiotti a pochi metri di distanza da noi.
Lemure catta |
Tramonto nei pressi di Ranhoira |
Dopo aver scattato alcune foto all'infuocato sole africano che scendeva dietro le montagne siamo ripartiti per giungere alla nostra destinazione finale, la città di Ranhoira, nei pressi del Parco naturale dell'Isalo.
A Ranohira l'albergo in cui abbiamo soggiornato è L'Hotel Horchidee, che ci è piaciuto molto in quanto la stanza era grande ed il bagno pulito e dotato di acqua calda. Come di consueto l'albergo è stato anche il posto dove abbiamo cenato e, durante la cena, abbiamo incontrato la guida che ci avrebbe accompagnato il giorno dopo all'interno del Parco dell'Isalo, una delle riserve naturali più famose ed interessanti di tutto il Madagascar.
Giorno 11 - Parco de l'Isalo e viaggio verso Tulear
Dopo una decina di giorni passati assieme, è stato triste lasciare la nostra guida Hobi che, di prima mattina, ha preso un Taxi-Brousse per tornare a Fianarantsoa. Per l'ultima parte del viaggio infatti sono previsti un paio di giorni al mare senza mediatore.Hobi è stata un'ottima guida. Sempre gentile e sorridente, ci ha accompagnato per dieci giorni durante i quali non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Girare da soli per il Madagascar non sarebbe stato possibile senza il suo prezioso aiuto.
All' Isalo, il sentiero Namaza, per lo più pianeggiante, ci ha portato dentro un canyon attraversato da un torrente fino ad arrivare a due specchi d'acqua chiamati piscina blu e piscina nera per le particolari colorazioni assunte dall'acqua durante il giorno.
La piscina blu |
La piscina nera |
Lemure Sifaka |
Infine ho avuto personalmente l'incontro più ravvicinato in assoluto con questi strani animali quando un lemure rufus è saltato improvvisamente sul nostro tavolo per cercare di rubarci parte del pranzo: scacciato dalla guida il piccolo animale mi è letteralmente saltato addosso rendendo il momento simpaticamente indimenticabile.
Nel pomeriggio siamo partiti per Tulear, continuando ad attraversare paesaggi spettacolari attraverso montagne rocciose e, successivamente, pianure di baobab.
Baobab lungo la strada verso Tulear |
A Tulear abbiamo dormito presso l'Hotel Albatros di medio livello: c'era in effetti poca acqua corrente e la luce elettrica era limitata ad alcune ore durante il giorno (problema comune a molti alberghi dato che la corrente elettrica è fornita per lo più da generatori). Questa volta a cena siamo andati in un ristorante gestito da un italiano, Giancarlo, che è stato molto bravo a dare vita ad un locale di stile ed anche di buona qualità.
Giorno 12 e 13 - Anakao
Tulear non ci è piaciuta: troppo confusionaria e caotica. Anche le persone, molto invadenti e fastidiose, ci sono sembrate molto diverse rispetto al resto della popolazione che invece ci era apparsa molto dignitosa e riservata. Fortunatamente ci siamo fermati in questa località solo una notte, giusto il tempo per riposarci dal lungo viaggio ed imbarcarci, la mattina del giorno dopo, sul motoscafo per Anakao, località di mare splendida e decisamente più rilassante. Imbarcarsi sul motoscafo è stata parte dell'esperienza: a Tulear infatti non c'è un molo, ma per raggiungere il motoscafo attraccato qualche metro oltre la spiaggia, si usa un carretto trainato da zebù che in una surreale traversata di un pezzetto di mare portano i turisti all'imbarcazione.Sugli zebù per prendere il motoscafo |
Onde a parte, siamo finalmente arrivati alla Lalandaka, il nostro albergo, una struttura molto bella che presenta vari bungalow appoggiati direttamente sulla spiaggia. In questo albergo non c'è acqua corrente, ma le stanze sono molto ben curate e pulite e sembra un posto da viaggio di nozze. Qui abbiamo trascorso due notti, avendo quindi tutto il tempo per recuperare le energie dalle fatiche affrontate precedentemente.
Ad Anakao |
Durante il nostro secondo giorno di permanenza abbiamo effettuato l'unica escursione possibile andando con una piroga a Nosy Ve, una splendida isola distante un paio di Km da Anakao. Qui il mare è ancora più bello, anche se la presenza di forti correnti non facilita il bagno.
Nosy Ve |
Come spesso accade nelle escursioni organizzate da queste parti, sull'isola ci hanno preparato dell'ottimo pesce alla griglia presumibilmente pescato al momento.
Unica esperienza negativa ad Anakao è stato l'incontro in stanza con una blatta di dimensioni notevoli che ha pensato bene non solo di entrare in stanza, ma anche di salire sul nostro letto!
Tramonto alla Lalandaka |
Giorno 14 - Viaggio da Anakao a Andasibe
I tempi per tornare da Anakao e dirigerci ad Andasibe, ultima meta del nostro viaggio, sono stati un pò stretti considerando che dovevamo affrontare il viaggio di ritorno in motoscafo per Tulear e correre con un taxi prenotato anticipatamente in aeroporto per prendere un volo interno per Tanà.A complicare le cose il fatto che il motoscafo ha impiegato molto tempo per imbarcarci e raccogliere tutti i passeggeri presso i vari alberghi di Anakao. Arrivati a Tulear una Renault 4 ci aspettava per portarci rapidamente in aeroporto.
Fortunatamente siamo arrivati in tempo per prendere il volo e atterrare, circa un'ora dopo, a Tanà.
In capitale c'era Lanto ad aspettarci con la sua auto.
Per andare ad Andasibè abbiamo dovuto attraversare con l'auto tutta la città di Antananarivo ed a causa dell'enorme confusione della capitale, ci sono volute quasi due ore! Fuoriusciti finalmente dall'incubo della capitale, un paesaggio ben più interessante è apparso ai nostri occhi con bellissime montagne ricoperte da una folta vegetazione. Per la prima volta durante il nostro viaggio abbiamo percorso una strada diversa dalla Route 7: per arrivare ad Andasibè infatti abbiamo utilizzato la Route 2, piuttosto trafficata, soprattutto da camion, poichè collega Antananarivo con uno dei porti commerciali più importanti del Madagascar. Dopo circa due ore di viaggio attraverso paesaggi spettacolari, siamo arrivati nel bellissimo Hotel Feon'ny Ala, forse il migliore di tutti i nostri alberghi, con bungalow confortevoli e puliti, acqua calda e luce elettrica, e situato in posizione strategica a pochi passi dall'ingresso della riserva naturale del Perinet, l'ultima prevista nel nostro giro turistico.
Dopo una rapida cena siamo andati a dormire sognando l'incontro con l'Indri Sifaka, il lemure più importante della riserva, ed anche il più particolare di tutto il Madagascar, essendo l'unico lemure che emette un verso molto forte, una specie di sirena con cui comunica con gli altri simili.
Giorno 15 - Riserva del Perinet
Il nostro ultimo giorno in Madagascar comincia con degli ululati mai sentiti prima in vita nostra: si tratta dell'incredibile verso del lemure Indri che usa questo strano urlo per comunicare a distanza. Eravamo ancora nel letto del nostro bungalow quando lo abbiamo sentito ed è di certo un'esperienza che non si dimentica facilmente.Dopo la consueta colazione siamo andati allora alla scoperta di questo lemure sotto la guida esperta di Alberto che, come tutte le guide incontrate nel nostro viaggio, parlava molto bene l'italiano.
Durante il nostro percorso (ne abbiamo scelto uno facile, dalla percorrenza di circa 3 ore in piano) abbiamo avuto la fortuna di incontrare un boa ed alcuni gechi.
Boa al Perinet |
Geco al Perinet |
All'interno della foresta abbiamo poi avvistato alcuni lemuri del tipo Fulvus e Sifaka Diadema.
Ma l'incontro più emozionante è stato di certo quello con l'Indri. Questo lemure, a chiazze bianche e nere, è forse il più bello tra tutti quelli che abbiamo visto ed è di certo uno di quelli dalle dimensioni maggiori. Ma soprattutto ci ha stupito nuovamente per il suo incredibile verso che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare da pochi passi di distanza. Sembrava davvero una sirena.
Lemure Indri |
Siamo stati molto contenti di aver aggiunto al programma originario la visita a questo parco dal momento che non era previsto nel primo piano di viaggio.
Tornati alla base, con Lanto abbiamo affrontato il viaggio di ritorno fino a Tanà, dove siamo arrivati intorno alle cinque del pomeriggio.
Molto triste è stato dover salutare il nostro simpatico autista che con pazienza e devozione ci ha scarrozzato in lungo ed in largo per tutto il Paese. Ma il nostro viaggio era a quel punto giunto al termine e non abbiamo potuto fare altro che entrare in aeroporto ed attendere l'imbarco sul volo che ci avrebbe riportato nella nostra vita reale, a Milano.
Il nostro viaggio è giunto così al termine e, in serata, siamo ripartiti per l'Italia.
Madagascar, il viaggio
L'Africa non lascia indifferenti, e così il Madagascar, Paese che non immaginavo così povero, e che ho trovato incredibilmente interessante dal punto di vista umano oltre che naturalistico.
E' soprattutto un Paese di incredibili contraddizioni: ricco, ma povero, con una natura maestosa e bellissima ma minacciata, con tanta voglia di crearsi il proprio futuro, ma anche con enormi difficoltà nel tentativo di cambiare le cose.
E' stato un viaggio veramente emozionante, anche se faticoso dal punto di vista fisico e morale.
Al termine di questa esperienza, ciò che desideravo maggiormente era farmi una doccia calda, lunga e rilassante, ma allo stesso tempo ora che ho la possibilità di farmela sento una sensazione di ingiustizia e di disparità: se oggi posso permettermi una doccia calda forse è proprio perchè in questo stesso istante milioni di persone non possono farlo. Le risorse sono mal distribuite e non equamente ripartite e noi forse siamo dalla parte sbagliata, di chi le risorse le sfrutta abusandone, senza pensare che, se più equamente distribuite, potrebbero soddisfare le esigenze di tutti.
E' stato un viaggio di quelli che ti fa riflettere, che mette in dubbio molte certezze e che ti fa interrogare anche sul progresso stesso, dal momento in cui da questo progresso non tutti possono trarre uguali benefici.
E' stato solo un viaggio, una vacanza, un'esperienza turistica, ma in fondo è stato anche un percorso maturativo, molto importante ed emotivamente toccante.
Per questo va il nostro ringraziamento al Madagascar ed a tutte quelle persone che ci hanno permesso di conoscerlo e capirlo.
Prima parte del viaggio