Esistono varie soluzioni per raggiungere l'Islanda dall'Italia. Tra le varie opzioni è interessante ed economica quella proposta dalla
che effettua voli diretti da Milano e Roma. Arrivati in aeroporto conviene noleggiare subito un' auto scegliendo tra le offerte delle varie compagnie esistenti (utile a tal fine il sito di
). Dall'aeroporto si raggiunge la capitale Reykjavik tramite la strada statale 41 in circa 40 minuti.
Per immergersi subito nell'atmosfera islandese non c'è niente di meglio del giro della remota penisola di Snæfellsnes, caratterizzata dalla presenza di piccoli paesi di pescatori, selvagge montagne, campi di lava e persino un vulcano ricoperto da un ghiacciaio.
Giorno 3 - Il Parco Nazionale di Jökulsargljufur (ca. 270 km)
Giornata intensa e ricca di natura quella che ha inizio ad Akureyri per terminare a Husavik, passando per il parco nazionale di Jökulsargljufur.
La prima tappa, lungo la Ring Road 1, è la cascata di Godafoss: vari sentieri permettono di ammirare da diversi punti di vista quelle che sembrano, in scala ridotta, le cascate del Niagara.
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Godafoss |
L'itinerario prosegue sulla Ring Road 1 in direzione del Lago Myvatn, il quale però verrà visitato nella giornata successiva. Ci si dirige dunque direttamente a Reykjahlid, sulla riva Nord-orientale del lago, per una pausa pranzo a base di salmerino al Gamli Bistrot, dove preparano anche delle buonissime zuppe di verdure.
Rifocillati dal pranzo si torna nuovamente sulla Ring Road 1 che, nella direzione di Egilsstadir, attraversa un immenso deserto lavico ricoperto unicamente da muschi e licheni. Il paesaggio è lunare e diviene ancor più surreale quando si giunge all'incrocio con la strada statale sterrata 864, imboccata la quale, dopo circa 40 minuti, si arriva al parcheggio delle cascate di Dettifoss. E' il pezzo forte della giornata: la cascata più impetuosa d'Europa si presenta all'improvviso in un enorme frattura del terreno, un canyon che non ci si aspetta di trovare nel bel mezzo del deserto, e dal quale si ammira uno spettacolo della natura indimenticabile.
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Dettifoss |
Il viaggio prosegue sulla sterrata 864 in direzione di Asbyrgi raggiungendo l'omonimo canyon. Qui ci si ritrova in un ambiente più rilassante e bucolico: il canyon, a forma di ferro di cavallo, ospita infatti una foresta di betulle nane, attraverso le quali si può effettuare una semplice passeggiata.
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Canyon di Asbyrgi |
Sembra quasi incredibile che una giornata così ricca ed intensa sia ancora in grado di offrire altre meraviglie, ma non si può rimanere indifferenti agli splendidi paesaggi offerti dall'ultimo tratto di strada, quello che collega Asbyrgi ed Husavik (statale 85) lungo un bellissimo tratto di costa Nord del Paese.
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Strada tra Asbyrgi e Husavik |
A Husavik, infine, tappa per la notte: eccellente la sistemazione presso l'ampia casa di Derri.
Giorno 4 - La zona del lago Myvatn (ca. 250 km)
Essendo nel bel mezzo della dorsale medio atlantica, l'Islanda è attraversata da una faglia divergente, in pratica una spaccatura nella Terra che tende ad allontanare la parte occidentale da quella orientale dell'isola. Frequenti risalite di magma possono essere osservate lungo questa spaccatura alla quale si associano fenomeni di vulcanismo secondario degni di nota. Lo spettacolo è dunque garantito in questa giornata dedicata all'esplorazione della zona del lago Myvatn caratterizzata dalla presenza di vulcani, pseudocrateri, solfatare ed acque termali.
Il viaggio incomincia da Husavik (dove, tra le altre cose, è possibile partecipare ad escursioni in barca per osservare le balene): prima la statale 85 e successivamente la 845 permettono di ritrovare presto la Ring Road 1 e tornare nei pressi del lago Myvatn (già luogo di transito del giorno precedente).
La sponda meridionale del lago è la più interessante e diversi sono i siti da visitare: Skutustadir è la zona degli pseudocrateri, formazioni laviche vecchie di 2000 anni tra le quali si passeggia percorrendo un semplice sentiero.
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Pseudocrateri di Skutustadir |
Diversi tipi di passeggiate possono anche essere effettuate a Dimmuborgir, sito contraddistinto dalla presenza di strutture laviche di forma insolita. Più avanti, sulla costa orientale del lago, si effettua l'ascesa al Hverfjall, uno spettacolare cratere sulla sommità del quale si può anche effettuare il giro.
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Cratere Hverfjall |
Per la pausa pranzo sono molto buone le portate del Vogafjos, una fattoria che è anche una guesthouse ed un ristorante.
Ma la zona non ha ancora dato il meglio di se perchè i pezzi forti vengono proseguendo sulla Ring Road 1, lasciandosi alle spalle il lago Myvatn ed incontrando i siti Hverir, Krafla, Lejrhnjukur e Viti che sono, nell'ordine, un complesso di solfatare e pozze di fango in ebollizione, una centrale geotermica, un'insieme di colate laviche ed un cratere in parte ancora attivo. Qui è come non essere più sulla Terra, ma in una sorta di inferno dantesco vivo e ribollente: l'odore di zolfo è penetrante, la terra è rossa e gialla, l'atmosfera alienante.
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Pozza di fango in ebollizione (Hverir) |
La giornata termina a Egilsstadir, non prima di aver percorso svariati chilometri attraverso deserti lunari e catene montuose disabitate: qui la Ring Road 1 si insinua verso l'interno del Paese ed è il suo tratto più lungo senza l'ombra di vita umana (di pecore e di stazioni di servizio!). Dopo una così intensa giornata non c'è niente di meglio che potersi rilassare nella piscina riscaldata privata dell'abitazione di Sigridur, messa gentilmente a disposizione degli ospiti che decidono di alloggiare nella sua accogliente casa di campagna.
Giorno 5 - I fiordi orientali (ca. 300 km)
La zona Orientale dell'Islanda è caratterizzata dalla presenza di fiordi remoti e isolati. La Ring Road 1 scorre alla loro sinistra toccando solo quelli più meridionali di Breidalsvik e Djupivogur, ma percorrendola e dunque tralasciando alcune strade laterali, si perderebbe il più affascinante, ossia il Mjoifjördur. Per raggiungere quest'ultimo si percorre, da Egilsstadir, dapprima la statale 92 e poi la sterrata 953. Il paesaggio è grandioso durante tutto il percorso che si snoda in mezzo alle montagne tra nevai in scioglimento, torrenti e cascatelle; la strada è stretta e in alcuni punti presenta una notevole pendenza ma, in normali condizioni atmosferiche, è percorribile da un normale auto utilitaria. Superato un passo montuoso di bellezza onirica si scende verso lo stretto fiordo in fondo al quale non vi è altro che poche casette ed una chiesa. Vale veramente la pena percorrere questi 30 km in quasi totale solitudine, per apprezzare quello che è un angolo di Islanda che in pochi visitano.
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Lungo la strada verso il Mjoifjordur |
Per tornare sulla Ring Road 1 non esiste altra alternativa che ripercorrere in salita la strada 953 e tornare a Egilsstadir. Dopo una paura pranzo al
Gistihusid che prepara le classiche zuppe, ma anche hamburger o insalate miste, si scende verso Sud stavolta proprio percorrendo la Ring Road 1. Dopo alcuni chilometri la strada diventa sterrata, ma è in ottime condizioni; giunti al bivio con la statale 939 si gira a destra in direzione di Djupivogur. La statale 939 è sempre sterrata e in un tratto ha una pendenza del 17% (da affrontare in discesa), ma è molto utile in quanto permette di accorciare un bel pò di chilometri, riprendendo la Ring Road 1 più a valle. Si arriva così al Berufjordur e, successivamente, alla piccola cittadina di Djupivogur. Da qui e fino a Höfn, meta finale del giorno, la strada costiera offre splendidi panorami e induce a fermarsi in vari punti per scattare delle foto.
A Höfn una possibile sistemazione (qualitativamente inferiore alle precedenti segnalate e, a dir la verità anche tra le più costose) è quella di
Einar. L'itinerario prevede di fermarsi in questo paese per due notti in modo da poter dedicare un'intera giornata alla visita del Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d'Europa, sul quale è consigliabile prenotare le escursioni con almeno un giorno di anticipo.
Giorno 6 - La laguna glaciale (ca. 150 km)
Lo spettacolo naturale offerto dal Vatnajökull è forse il più sublime di tutta l'isola, in particolare nei pressi dello Jökulsarlon, la laguna glaciale: si tratta di un lago formatosi all'inizio del XX secolo a seguito del discioglimento del ghiacciaio Vatnajökull. A rendere il tutto più suggestivo sono gli enormi iceberg che vagano nella laguna per dirigersi lentamente verso il mare.
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Laguna glaciale |
Tutti quelli che passano di qui prenotano un'
escursione in barca tra gli iceberg della laguna glaciale. Due sono le possibilità offerte: l'Amphibian Boat Tour (più economico) e lo Zodiac Tour (più costoso). Il consiglio è quello di utilizzare quest'ultimo in quanto permette di godersi lo spettacolo a bordo di un gommone con non più di una decina di persone arrivando fino ai piedi dell'impressionante fronte glaciale. E' bello anche farsi una semplice passeggiata ai bordi della laguna; c'è infine la possibilità di effettuare
escursioni a piedi sul ghiacciaio o sulle motoslitte.
La giornata termina dopo la visita di un'altra piccola laguna glaciale, quella di Svinafell, circa 50 chilometri a Ovest dello Jökulsarlon sulla Ring Road 1.
Giorno 7 - Ingolfshöfdi ed il Parco Nazionale di Skaftafell (ca. 160 km)
Una magnifica ed inaspettata sorpresa è l'escursione in trattore organizzata al capo
Ingolfshöfdi alla quale viene dedicata la mattinata del settimo giorno di questo itinerario. Si tratta di un'escursione di due ore e mezza con partenza da Fagurholsmyri (un'ottantina di Km ad Est di Höfn, sulla Ring Road 1): un trattore premette di attraversare un primo tratto di strada che non è altro che una lingua di sabbia semisommersa che porta alle pendici del capo Ingolfshöfdi. Qui si scende dall'insolito mezzo e si affronta a piedi una breve salita (su sabbia) fino alla cima di una scogliera. In cima al capo è possibile ammirare il panorama del Vatnajökull, ma soprattutto fare la conoscenza ravvicinata degli splendidi Pulcinella di Mare, uccelli simili ai pinguini, ma in grado di volare, che qui nidificano e non hanno timore di farsi avvicinare.
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Pulcinelle di mare |
Di ritorno dall'escursione organizzata, nel pomeriggio si riprende la Ring Road 1 per raggiungere il Parco Nazionale di Skaftafell, nel quale vale la pena di affrontare qualche semplice escursione, la più gettonata delle quali è quella diretta alle cascate di Svartifoss (circa 1 ora e 30 tra andata e ritorno). In alternativa, una semplice passeggiata porta ai piedi del ghiacciaio Skaftafelljökull, altra propaggine del Vatnajökull.
La giornata termina a Vik, il punto più meridionale dell'Islanda, che si raggiunge riprendendo la Ring Road 1 in direzione Ovest. In questa zona non ci sono soluzioni abitative con AirBnB per cui bisogna cercare altro, ad esempio la
Skammidalur Guesthouse (stanze con bagno in comune).
Giorno 8 - Le spiagge nere e le cascate del Sud (ca. 230 km)
La mattinata dell'ottavo giorno è dedicata alla spiagge nere di Reynishverfi e di Dyrholaey.
Le prime sono caratterizzate dalla presenza di splendidi faraglioni e da colonne di basalto dalle perfette geometrie pentagonali o esagonali.
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Faraglioni di Reynishverfi |
Le seconde sono caratterizzate dalla presenza di un faro e di archi di roccia battuti dalle onde del mare. In entrambi i casi le falesie che scendono a picco sul mare, e che ospitano numerosi nidi di gabbiani e di pulcinelle di mare, sono bellissime.
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Arco di Dyrholaey |
Riprendendo la Ring Road 1 verso Ovest si raggiunge una cascata poderosa, quella di Skogafoss, la più alta del Paese. Trecentottanta gradini permettono di raggiungere la sommità della cascata, ma la visuale migliore è quella dal basso dove, con un pò di fortuna, e con la giusta luce, è possibile ammirare i riflessi dell'arcobaleno.
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Skogafoss |
Vicino Skogar, per pranzo, ci si ferma al Gamla Fjosid (località Hvolsvollur) dove, a fine pasto, non si può non ordinare un dolce tipico islandese, lo Skyr, che qui è veramente ottimo.
Più avanti, sulla Ring Road 1, c'è da visitare un'altra cascata, quella di Seljalandsfoss, l'unica che si può ammirare anche da dietro grazie a un sentiero (facile, anche se a tratti scivoloso).
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Seljalandsfoss |
L'ultima tappa, sulla Ring Road 1, è la casa di
Hallfridur, un minuscolo ma gradevole cottage nel bel mezzo della campagna in prossimità della cittadina di Hella che è anche un perfetto punto di partenza per il Circolo d'Oro che verrà visitato nella giornata successiva.
Giorno 9 - Il Circolo d'Oro (ca. 200 km)
Si comincia la giornata con la visita alle cascate di Gullfoss, raggiungibili dalle strade statali 35 e 37: un sentiero permette di ammirare da vicino queste maestose cascate.
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Gullfoss |
La seconda tappa è Geysir, ritornando sulla strada percorsa (statale 37) in direzione di Reykjavik. Il protagonista assoluto del luogo è qui lo Strokkur: quella che sembra un'anonima pozza d'acqua, al'improvviso si anima, formando dei piccoli mulinelli, poi si gonfia, poi ritorna giù, poi si gonfia nuovamente. Infine, esplode. A questo punto un getto d'acqua bollente si innalza a colonna per una quindicina di metri lasciando tutti allibiti. E' un geyser, un fenomeno naturale indescrivibile che si ripete ad intervalli di alcuni minuti.
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Strokkur (Geysir) |
Nei dintorni, e sempre sulla statale 37, è ottimo il gelato prodotto a
Efstidalur: la sala è vista-stalla: attraverso le finestre infatti si vedono le mucche dal cui latte viene proprio prodotto il gelato.
Il programma di visite finisce a Thingvellir, un sito a dir la verità poco affascinante, ma che risulta di interesse storico, essendo stato la sede del primo parlamento d'Europa (nel X secolo). Per arrivarci si seguono le indicazioni per Laugarvatn e poi per il lago Thingvallavatn. Nella zona è possibile osservare numerosi campi di lava, ma il paesaggio è comunque piuttosto verdeggiante e bucolico.
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Thingvellir |
E' giunto dunque il momento di ritornare in città, nella capitale Reykjavik, per prendere dimora presso la casa di
Gudrun, che sarà la base per le ultime due notti in Islanda.
Giorno 10 - Reykjavik e la laguna blu (ca. 50 km)
Reykjavik è una città piccola e semplice, abitata da circa 200.000 persone. Non può essere quindi paragonata ad alcuna altra capitale europea. Ciononostante, dopo giorni di deserti e natura incontaminata, vedere tanti edifici e tante persone fa un certo effetto.
E fa effetto anche ritrovarsi in mezzo a tanta altra gente mentre si fa il bagno in quella che è considerata l'attrazione più importante nei dintorni della capitale, ossia la
Laguna Blu, prevista in questo itinerario, ma tutto sommato sconsigliata. Situata nella penisola di Reykjanes, vicino all'aeroporto, si raggiunge da Reykjavik percorrendo le statale 41 e 43. E' un posto molto affollato e decisamente turistico che non vale il prezzo elevato del biglietto di ingresso, nonostante di per sè il fenomeno naturale sia interessante; la laguna blu nasce infatti in un sito termale naturale nel bel mezzo di un campo di lava nera.
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Laguna Blu |
Di ritorno a Reykjavik un locale carino dove cenare è il ristorante vegetariano
Glo, con buona scelta di insalate e di ottime torte (oltre che di un poco vegetariano pollo!)
Conclusioni
Il viaggio termina qui: il volo di ritorno è stato previsto per il giorno successivo, per cui ci si può godere l'ultima notte (illuminata da un sole che sembra non voler mai tramontare) di Reykjavik, avendo nella mente i paesaggi sconfinati di questa incredibile isola piena di meraviglie naturali.
Il viaggio lungo la Ring Road 1, che ha permesso di avere un'idea delle principali attrazioni islandesi, sembra quasi un antipasto per altri viaggi più approfonditi in particolari zone che sono state toccate magari di sfuggita. Ogni angolo di Islanda potrebbe infatti essere meta di un viaggio a parte, così come la parte centrale dell'isola che, esplorabile solo in 4x4, ancora di più credo che sconvolga i sensi, con la sua incredibile natura selvaggia.
Non resta dunque che tornare a casa, con l'idea di tornare un giorno nell'isola del fuoco e dei ghiacci, con un nuovo viaggio nella mente, e con la voglia di ripartire.