mercoledì 30 maggio 2012

Food, Inc. - Un film di Robert Kenner

Per cambiare le cose potete esprimere la vostra preferenza.
Tre volte al giorno

Acquistate prodotti da aziende che trattano i lavoratori, gli animali e l'ambiente con rispetto


Quando fate la spesa al supermercato:
-scegliete prodotti di stagione
-acquistate cibi biologici
-informatevi sul contenuto degli alimenti
-leggete le etichette
-siate consapevoli di ciò che comprate

I prodotti alimentari percorrono in media 2000 Km dal produttore al supermercato
-acquistate alimenti prodotti localmente
-comprate nei mercatini degli agricoltori
-fatevi un orticello (anche piccolo)

Cucinate i pasti in famiglia e mangiate assieme


Tutti hanno diritto a cibo sano
-assicuratevi che i mercatini degli agricoltori accettino i buoni cibo
-chiedete ai dirigenti scolastici di garantire pasti sani

Se pregate prima del pasto, chiedete che il cibo conservi noi e il pianeta in salute

Potete cambiare il mondo ad ogni boccone


Affamati di cambiamenti?


Sono questi i significativi consigli finali di "Food, Inc.", film denuncia di Robert Kenner incentrato sull'industria alimentare americana, ed in particolare sulla questione della carne.
Si tratta di un film forte, dalle immagini spietate, a tratti nauseante, non consigliabile a stomaci deboli, ma assolutamente imperdibile per chi voglia far luce su tutto ciò che c'è dietro al cibo che arriva sulle nostre tavole. E' un documentario che svela i segreti dei colossi multinazionali che gestiscono gli allevamenti intensivi e le coltivazioni industriali. Nonostante riguardi gli Stati Uniti d'America il messaggio è valido a livello internazionale e, se è vero che in Italia probabilmente la situazione non è così al limite, è altrettanto vero che le industrie che gestiscono la distribuzione alimentare, anche in Italia, hanno come unico scopo il profitto a scapito della salute pubblica e del benessere alimentare.


Il film affronta la questione alimentare da diversi punti di vista, iniziando con

Fast Food per tutti

un capitolo che analizza i motivi storici del perchè si sia arrivati agli attuali metodi produttivi e come le multinazionali abbiano assunto un potere tanto forte: tutto è iniziato con i primi Fast Food, quando i fratelli Mc Donald hanno rivoluzionato il concetto di ristorante accelerando i processi produttivi, dimezzando i costi e puntando tutto sulla quantità a scapito della qualità dei prodotti. Si prosegue con
 

Cornucopia, una grande libertà di scelta

dove viene evidenziata quanto sia apparente la libertà di scelta che ci viene offerta nei supermercati: la maggior parte delle marche infatti è il risultato della produzione da parte di un limitato numero di multinazionali che gestiscono la quasi totalità del commercio. Scegliere questa o quella marca non fa molta differenza se poi a gestirle tutte è la medesima multinazionale.

Conseguenze impreviste

Si passa quindi al capitolo che mostra cosa succede quando qualcosa sfugge al controllo di queste multinazionali: contaminazioni batteriche, ed altri eventi deleteri che causano malattie, problemi sanitari etc. Questo avviene poichè le ditte, volte al solo profitto, non si curano delle condizioni di vita degli animali (nè di quelle dei lavoratori), li nutrono con alimenti insani e li portano quindi a sviluppare malattie che vengono poi trasmesse ai consumatori. Sono terrificanti le immagine relative agli stabilimenti produttivi, nonchè quelle che raccontano la storia di un bambino di due anni ucciso da una contaminazione da Escherichia Coli dopo aver mangiato un hamburger.

Il menù da un dollaro

In questa parte si evidenzia come le multinazionali che gestiscono l'affare alimentare siano state in grado di dimezzare i costi produttivi arrivando a proporre sul mercato alimenti del tutto insani a prezzi ridicoli. Le persone meno abbienti, quelle che devono fare i conti con il proprio portafogli per arrivare a fine mese, si trovano così spinte a comprare hamburger da 1 dollaro piuttosto che verdure che costano il doppio. Si arriva al paradosso di cibi lavorati (come ad esempio le patatine fritte), che costano meno dei cibi elementari (come ad esempio) la frutta. Come è stata possibile questa corsa al ribasso? Da una parte a spiegarla è l'uso di materie prime di basso costo, una su tutti il mais, la cui coltivazione non ha problemi di resa, è economica ed efficiente: il mais è anche il cibo preferenziale che viene dato agli animali ed è ingrediente di gran parte dei prodotti alimentari che acquistiamo. Dall'altra ci sono le sovvenzioni dei governi nei quali spesso lavorano gli alti dirigenti delle stesse multinazionali, alla faccia del conflitto di interessi ! Gli acquirenti, ingannati dai bassi prezzi, comprano prodotti insani che, a lungo termine, portano a malattie come il diabete o ad altri disturbi alimentari, per curarsi dai quali dovranno spendere nuovo denaro presso la sanità "pubblica".

Nel regno dell'erba

Una soluzione c'è. Ed è impersonificata da un contadino statunitense, Joel Salatin (fattorie Polyface) che non si è piegato al volere delle multinazionali che più volte hanno cercato di fargli chiudere la fattoria per assurdi motivi legati all'igiene che si sono sempre dimostrati non validi. Questo signore, che nel film viene intervistato, mostra il proprio allevamento: le sue mucche mangiano l'erba, i maiali e le galline sono liberi di girare per i prati. La produttività è forse la metà di quella degli allevamenti intensivi, ma gli animali crescono sani e forti e questo trova riscontro in un cibo incontaminato, sano e di ottima qualità.

Costi nascosti

"Il risparmio è la cosa più importante? Pochi sceglierebbero di comprare l'auto più economica". Questa frase riassume il senso del capitolo: è un incredibile paradosso come tutti noi siamo ritrosi a comprare prodotti (non alimentari) scadenti (pur essendo poco costosi), ma siamo stimolati a comprare al ribasso i prodotti alimentari. Non compreremmo mai uno stereo di una sottomarca, ma saremmo disposti a tutto pur di ottenere uno sconto del 30% sulla carne che troviamo al supermercato.

Dal seme al supermercato

Le multinazionali non si limitano ad avere il controllo assoluto sui prodotti, ma arrivano ad imporre le poprie regole a tutti, anche a chi non vorrebbe sottostare ai loro diktat. Viene riportato l'esempio delle sementi geneticamente modificate della Monsanto, ditta che in America vieta a qualunque contadino di ripulire le proprie sementi ed ottenere così un raccolto senza acquistare le sementi dalla Monsanto stessa. Il potere delle multinazionali arriva nelle aule di tribunale che quasi sempre riconoscono loro qualsiasi ragione. Ma il capitolo più interessante di tutto il documentario è:

Scuotere il sistema

nel quale viene mostrato quanto potere abbiamo noi tutti nelle nostre mani. Il potere d'acquisto di ogni singolo cittadino può veramente scuotere il sistema costringendo anche le multinazionali a cambiare i propri atteggiamenti, non perchè improvvisamente abbiano un ripensamento morale, ma sempre perchè sono interessate ad una logica del profitto. Lì dove il biologico diventa popolare ecco che anche le multinazionali vedono un possibile business e sono dunque disposte ad acquistare e rivendere prodotti biologici, apportando dunque delle modifiche alla propria politica.
Alla fine tutti ne ricavano dei vantaggi: non solo le ditte, che continuano a fare i propri interessi, ma in questo caso anche i cittadini, che trovano sul mercato prodotti migliori, più sani e genuini.
Spostare l'ago della bilancia si può.
La nostra spesa di tutti i giorni ha un potere immenso che va sfruttato. Per farlo è necessario informarsi ed è buona pratica informare gli altri.
Cambiare è veramente possibile


Il film finisce qui, ma un sito internet continua a diffonderne il messaggio approfondendo gli argomenti e suggerendo nuovi spunti.

E' importante diffondere informazioni e creare consapevolezza nelle persone perchè nessuno è disposto a rinunciare alla propria salute, ma se l'inganno dell'industria alimentare non viene svelato sarà molto difficile cambiare lo stato dell'arte.

Di seguito ecco il trailer del film...



Ancora una volta non posso che augurare: buona spesa a tutti !




 

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