Vi siete mai chiesti perchè i negozi di elettronica vendono anche i libri?
E per quale motivo presso le casse dei negozi sportivi troviamo le ricariche telefoniche? O i gelati? O i CD musicali?
E' un inganno e lo abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni...eppure ce lo nascondono e ce lo ripresentano in forma così attraente che non ci rendiamo conto di esserne schiavi.
E' la necessità di avere, di possedere i beni e di consumarli in fretta per poterne desiderare di nuovi, facendo sfumare la felicità per quello che abbiamo con il desiderio di ciò che ancora non abbiamo.
Ed allora tutti a riempire i centri commerciali, alla ricerca delle ultime novità, facendoci ispirare nuove fonti di felicità dagli scaffali pieni di oggetti di cui fino a ieri ignoravamo l'esistenza e che oggi diventano il nostro bisogno, il nostro...sogno.
Le tessere fedeltà ci incatenano ai negozi promettendoci, grazie ai punti accumulati, oggetti che spesso dimentichiamo nei cassetti ancora impacchettati. In modo simile gli sconti ci spingono ad acquistare cose che non avevamo messo nella nostra lista dei desideri e, mentre aspettiamo in coda alle casse, siamo attirati da nuovi , magari completamente diversi, stimoli all'acquisto.
|
Schiavi delle tessere fedeltà |
In questa frenesia all'acquisto finisce anche il cibo. I nostri occhi, investiti da tanta ricchezza presente sugli scaffali, non sanno più da che parte guardare. Tutto sembra necessario, tutto diventa desiderio. Dolci, salati, bibite, alimentari. I carrelli si riempiono di prodotti scontati: 20%, 30%, 40% di sconto. Costa la metà ed allora ne prendiamo il doppio. La sensazione è quella di cogliere al volo l'offerta, essere più furbi degli altri, acquistare di più spendendo sempre di meno. Chissà se poi mangeremo veramente tutta quella roba, o se andrà a male prima che se ne abbia il tempo di assaggiarla.
|
Schiavi delle politiche degli sconti |
E' proprio questo che volevano...
Renderci schiavi del commercio. E ci sono riusciti.
Hanno abbattuto i costi spingendoci all'acquisto inutile.
Hanno eliminato la qualità sostituendola con la quantità.
I nostri oggetti durano sempre meno. Si rompono sempre prima e costa più aggiustarli che comprarli nuovi.
Avete mai pensato a come sia cambiato il nostro modo di fare acquisti negli ultimi venti anni? Perchè i centri commerciali si sono quadruplicati? Perchè sono sempre pieni nonostante la crisi? Perchè in una nazione piuttosto tradizionalista come l'Italia (che ha sempre avuto come punto di forza la qualità del proprio artigianato e soprattutto della propria cucina), hanno spopolato Ikea, Leroy Merlin, Mc Donalds ?
Perchè costano meno.
La domanda da porsi credo sia una sola: come hanno fatto ad abbattere i prezzi?
Da quando ho iniziato ad interessarmi all'argomento e da quando ho
iniziato a cambiare le mie abitudini puntando ad una vita che sia con il
minor impatto ambientale possibile, ho veramente capito quanto sia grande questo inganno.
E' una trappola psicologica, una gabbia mentale: davanti ad un prodotto che costa tanto pensiamo molto bene quanto valga la pena acquistarlo: ci servirà veramente? Che uso ne faremo? Solo dopo un attento e ragionato percorso mentale, se ne è il caso, lo acquisteremo. Ma di fronte ad un prodotto che costa poco il ragionamento è: "beh...per così poco...compriamolo!". Non si pensa più all'interesse reale per quel prodotto. Lo si acquista e basta.
Da quasi un anno ho smesso di fare acquisti al supermercato. La spesa la faccio in un mercato rionale. Ho notato che spendo molto meno: perchè ho meno prodotti sotto gli occhi: compro l'essenziale perchè l'essenziale è quello che viene venduto. Il superfluo è automaticamente eliminato.
Prendo prodotti di qualità. E a tavola la differenza si sente. Sono libero dalla tessera dei punti che mi esorta a tornare sempre nello stesso luogo per fare la mia spesa.
Da qualche mese ho anche iniziato a coltivare verdure sul balcone: insalata, pomodori, carote, aglio, erbe aromatiche. Ho imparato a conoscere la stagionalità dei prodotti, quando non conoscevo neanche l'aspetto delle piante: non avevo mai visto i fiori dei pomodori, non sapevo neanche riconoscere la pianta del pomodoro. Ho capito cosa vuol dire aspettare la maturazione dei frutti ed ho provato un'adolescenziale contentezza nel raccoglierli.
|
Pomodori coltivati sul balcone |
Faccio in casa pane, pasta, pizze e focacce e preparo sempre tutto senza acquistare mai prodotti pronti, nè surgelati.
Il sapore dei piatti è conseguentemente migliorato. Ho smesso di mangiare con gli occhi che si accontentavano di verdure di plastica: ora sento i profumi e valuto il gusto.
Ho imparato ad informarmi: adesso so che le uova hanno un numero e che se compro quelle con il numero 0 sto acquistando un prodotto ottenuto da galline libere di girovagare nell'aia, mentre uova di tipo 1 o 2 provengono da galline chiuse in gabbie a terra o addirittura in batteria.
|
I codici delle uova |
Mi chiedo come mai negli ultimi anni siano aumentate malattie come i tumori, allergie, autoimmunità varie in una società che ha fatto dei notevoli progressi in campo medico. E penso a quanto cibo spazzatura viene venduto nei fast food o nei supermercati. Penso ai discount che vendono carni sottocosto e mi chiedo da dove vengono quelle carni e come è possibile che costino anche meno delle verdure...
Informandomi ho conosciuto.
Ho realizzato che siamo vittime di un giogo capitalista che ci vuole sempre più incoscienti acquirenti di prodotti di scarsa qualità.
Conoscendo ha fatto una scelta.
Ho scelto di essere libero.
Ho scelto di liberarmi da queste logiche di mercato. Ho scoperto che esiste un movimento che si chiama "
Decrescita felice": promuove un nuovo tipo di economia basata sul bene e non sui beni, un'economia che non si basa più sul PIL, ma su uno stile di vita più ecosostenibile.
Ho capito che l'ecosostenibilità va a braccetto con uno stile di vita più sano e con una migliore qualità della vita stessa. Ci libera dalla schiavitù dell'acquisto e ci fa godere delle persone che abbiamo accanto e dei sentimenti umani.
Quando il sabato pomeriggio lancio un'occhiata al parcheggio dei centri commerciali e li vedo pieni di auto, immagino la ressa al loro interno, le file alle casse, le musiche degli altoparlanti, le offerte, gli sconti, le luci.
Sorrido e continuo a camminare, godendomi il sole, il parco, il verde, il suono degli uccellini, ma soprattutto la compagnia delle persone che mi sono care.
|
Un pomeriggio al centro commerciale... |
|
...o in montagna? |
Io sono libero