giovedì 30 agosto 2012

Viaggiatori responsabili

Senza dubbio viaggiare è una delle cose più belle che si possano fare: viaggiare apre la mente ed allarga il cuore, permette di ampliare le proprie conoscenze e fare esperienze di vita uniche.
Purtroppo viaggiare ha delle conseguenze. In particolare, ogni nostro viaggio ha un impatto più o meno pesante sull'ambiente, soprattutto se per i propri spostamenti si usa l'aereo, il mezzo di trasporto più inquinante in assoluto.

Si può essere viaggiatori responsabili?

E' un argomento ostico, perchè  se veramente volessimo essere ecosostenibili al 100% dovremmo smettere all'istante di viaggiare. Ma credo che, pur non raggiungendo questi estremi, si possa essere viaggiatori responsabili cercando di seguire e mettere in pratica alcune regole, come suggerito nella Guida Routard sulla Turchia che ho utilizzato quest'anno per il mio viaggio e della quale vado a riportare il testo:

Viaggiatori responsabili
Le Routard - Viaggiatori responsabili

"Per cominciare il turismo ha delle conseguenze sull'ambiente: alle nostre vacanze si deve circa la metà dei voli aerei, che sono tra i principali responsabili dei mutamenti climatici. Ecco perchè è meglio viaggiare meno, ma restando più a lungo nei luoghi visitati.  Così c'è anche più tempo per incontrare le persone che li custodiscono. Non c'è nemmeno bisogno di rinunciare ai viaggi a lunga distanza. Può bastare ad esempio progettare i propri viaggi su base triennale: il primo anno possiamo concederci un lungo viaggio intercontinentale, usando l'aereo; l'anno seguente resteremo invece nel nostro continente e visiteremo i paesi vicini, muovendoci per esempio in treno o in auto; il terzo anno si viaggia non troppo lontano da casa, a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
La nostra presenza ha delle conseguenze anche sulle persone, quelle che lavorano per noi quando siamo in viaggio: nei trasporti, nei ristoranti, negli alberghi, nei musei. Il viaggiatore responsabile si interessa alle loro condizioni e preferisce strutture dove chi lavora è trattato meglio, anche se costano un poco di più.
Soprattutto c'è una comunità. Chi in quei luoghi ci vive. Come si può andare in una città senza voler conoscere i suoi abitanti, come se fosse solo una successione di monumenti senz'anima?
Nei vari luoghi del mondo ci sono posti dove regna la logica dei tour operator e del turismo di massa, e regioni preferite dai viaggiatori indipendenti. Una scelta di viaggio responsabile può contribuire a far pendere la bilancia da questa parte, ma soprattutto vi farà vivere viaggi più ricchi, intensi, veri: quelli che lasciano davvero un segno in noi. Quelli che, insieme al corpo, muovono la mente."

domenica 26 agosto 2012

Si potrebbe andare a Stoccolma

Si potrebbe andare a Stoccolma...




In questo blog ho suggerito e suggerisco vari itinerari nel mondo in base a quella che è stata la mia personale esperienza con alcuni viaggi. Nel caso di Stoccolma no. Nel caso di Stoccolma non andrò a suggerire nessun itinerario perchè ne ho in mente troppi e tante Stoccolme diverse possono essere viste in base al proprio carattere ed alle proprie aspettative.

A Stoccolma ci ho vissuto, e questo cambia tutto perchè vivere in una città è totalmente diverso che visitarla una settimana o, peggio ancora, in un fugace weekend. Stoccolma cambia volto non solo tra estate e inverno, ma anche tra il lunedì ed il sabato perchè i cittadini che la abitano si comportano in maniera totalmente diversa in base alla stagione ed ai giorni della settimana. Le giornate possono essere lunghissime a giugno e cortissime a dicembre. Possono esserci 20 gradi sotto zero in inverno (un freddo da congelare tutti i laghi) e ci si può fare il bagno l'estate in quegli stessi laghi che d'inverno erano di ghiaccio.
A Natale la città si trasforma ed illumina la notte. A fine aprile si festeggia l'arrivo della primavera con una grande falò. La pausa caffè si chiama "Fika" e i maglioni "Troja". Ancora nel 2012 tutti vanno matti per gli ABBA e ci sono ancora molti fan degli Europe.
A Stoccolma ci sono tanti monumenti: un palazzo reale, varie chiese, una nave museo, un bellissimo municipio. E ci sono tanti splendidi parchi e giardini, uno su tutti lo Skansen. Ma persino la metropolitana è già di per se una forma d'arte.



Ho vissuto a Stoccolma per quasi tre anni ed è una città che mi è entrata nel cuore. E non mi è possibile descriverla in poche parole: tant'è che ci ho scritto un libro, su Stoccolma, una guida vissuta per ammirarla ed esplorarla in tutti i molteplici percorsi che essa può offrire.
"Si potrebbe andare a Stoccolma" è il titolo di questa guida.

Per chi fosse interessato è possibile acquistarne una copia cartacea cliccando qui.

Oppure è possibile ordinarne (senza spese di spedizione) il pdf cliccando su questo link. Una volta effettuato il pagamento vi verrà inviata via mail la copia pdf del libro.

Vado infine ad elencare una serie di link di amici che vivono a Stoccolma o che ne sono innamorati a distanza:

Varforinte: Gruppo teatrale amatoriale Italiano a Stoccolma
Teater pi: Altro Gruppo teatrale amatoriale Italiano a Stoccolma
Svedesi dentro: community per amanti della Svezia
Associazione culturale Caravaggio: promuovere l'Italia in Svezia 

E poi alcuni blog molto interessanti:

Liv i Stockholm: Per ora siamo qui, poi si vedrà...
Boffardi.net: "Jag måste vara borta och levande, eller stanna och dö" W.Shakespeare




Malloreddus alla Campidanese

Un ottimo primo piatto di origine sarda

Ingredienti (per 2-3 persone)


Pasta Malloreddus:     300 gr
Salsiccia sarda:           200 gr
Olio extravergine     
Aglio:                         1
Cipolla:                       mezza
Polpa di pomodoro:    400-500 gr
Pecorino sardo
Zafferano:                  1 bustina
Sale pepe e basilico

Procedimento

  • Tritare agli e cipolla in pezzetti
  • Fare un soffritto con olio extravergine, aglio e cipolla (5 minuti a fuoco vivace)
  • Aggiungere la salsiccia a pezzettini (altri 5 minuti a fuoco vivace)
  • Abbassare al minimo la fiamma ed aggiungere la polpa di pomodoro, sale e pepe
  • Fare cuocere a fuoco basso per almeno un'ora (tempo di fare restringere il sugo)
  • Poco prima della fine della cottura aggiungere una bustina di zafferano
  • In acqua salata fare cuocere la pasta
  • Condire con il sugo preparato e aggiungere il pecorino

sabato 25 agosto 2012

Bilanci di giustizia - Consumare meno, consumare meglio

Esiste una iniziativa nata nel 1993 alla quale oggi aderiscono più di 1200 famiglie italiane: si tratta di Bilanci di giustizia. Fondata da don Gianni Fazzini, è un'organizzazione laica che mette insieme tutte quelle famiglie che hanno adottato uno stile di vita improntato alla decrescita (in pratica uno stile di vita basato sulla ecosostenibilità) e che sono in questi giorni (23-26 agosto 2012) in riunione a Fanano (MD).

Consumare meno, consumare meglio
Logo di Bilanci di Giustizia

L'obiettivo delle famiglie "bilanciste" è quello di modificare secondo giustizia la struttura dei propri consumi e l’utilizzo dei propri risparmi, cioè l’economia quotidiana.
E' dunque obiettivo primario il contenimento dei consumi: la spesa è incentrata sull'acquisto di prodotti che non danneggiano cicli biologici o che non rappresentano uno sfruttamento ingiusto di persone e di risorse naturali. Viene effettuata la raccolta differenziata, vengono riciclati i vestiti, si riducono le spese inutili: si tratta in pratica di rifiutare in base ad analisi non superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono più ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una povertà incolpevole.

Poichè intraprendere il cammino di liberazione dalle costrizioni della società dei consumi non è facile in quanto la società induce ad acquistare sempre di più, tale cammino lo si fa dentro il proprio nucleo familiare e, soprattutto, con l'aiuto di altre famiglie nel contesto di un gruppo locale.
Bilanci di giustizia invita tutte le famiglie partecipanti al progetto ad inviare i bilanci mensili nei quali vengono indicati i consumi "normali" e gli obiettivi che includono la sostituzione di prodotti considerati dannosi con un altri valutati in termini positivi: si tratta di una scheda nella quale vengono considerate le voci di spesa mensile: alimentari, abbigliamento, trasporti, casa, tempo libero, investimenti etici etc:per ogni voce di spesa ci sono due colonne, una riservata ai "consumi usuali" ed una a quelli "spostati" (cioè seguendo criteri di giustizia, eticità e sostenibilità). Le schede infine vengono spedite mensilmente al coordinamento nazionale.
Tutto questo per dimostrare, dati alla mano, che cambiare l'attuale modello economico accrescendo la qualità della vita è possibile. In effetti le famiglie che hanno inviato i bilanci nel 2008, documentano un consumo mensile individuale medio di 863,67 euro a fronte di un pari dato Istat di 1042,56 euro. Quindi un risparmio medio mensile individuale di 178,89. 

Le parole di don Gianni Fazzini, il fondatore di Bilanci di Giustizia, sono chiare e dirette: "Il bilancio è soltanto uno strumento per capire a chi vanno i soldi che spendiamo. Ad aderire, di solito, sono persone molto lontane dalla Chiesa e desiderose di una migliore qualità di vita. Purtroppo, infatti, chi frequenta tanto la chiesa pensa di mettere a posto la coscienza con un po’ di carità. Al contrario, il concetto di giustizia è riconoscere l’altro e rispettare la natura, guardando alle generazioni future”

L'incontro di Bilanci di Giustizia anticipa la Conferenza Internazionale per la Decrescita che si terrà a Venezia tra il 19 ed il 23 settembre.

  

giovedì 23 agosto 2012

Resegone - da Erve

Descrizione breve 

Il Resegone, montagna resa celebre da Manzoni ne "I promessi sposi", è una montagna a due passi da Milano, sul lago di Como. E' possibile salire sul Resegone percorrendo numerosi sentieri di tutte le difficoltà incluse alcune interessanti ferrate. In questa proposta la salita viene affrontata da Sud, partendo da Erve e raggiungendo prima il Rif. Alpinisti Monzesi e poi, sulla cima, il Rif. Azzoni: è un percorso che non presenta particolari difficoltà tecniche ed evita le ferrate; di contro è piuttosto lungo e faticoso. Il versante Sud della montagna è il più caratteristico e le sue rocce a picco ricordano panorami dolomitici.


Scheda tecnica

Tappe
Erve (559 m slm) - Rif. Alpinisti Monzesi (1173 m slm) - Passo del Fo (1296 m slm) - Rif. Azzoni (1853 m slm) - Rif. Alpinisti Monzesi - Fonte San Carlo (750 m slm) - Erve

Dislivello complessivo
1300 m

Difficoltà
Per escursionisti

Tempo di percorrenza
Circa 6 ore

Cartina Kompass
n° 105 Lecco Valle Brembana

Descrizione dettagliata
Da Erve si inzia la salita utilizzando il sentiero 11 che, dopo circa 20 minuti di cammino si biforca in due varianti, una più faticosa, ma più rapida, e l'altra più leggera, ma dal tempo di percorrenza più elevato. Nel giro proposto si percorre all'andata il sentiero più diretto (sulla sinistra) e, al ritorno, la variante leggera. La salita procede attraverso un bosco non troppo fitto fino a raggiungere il Rif. Alpinisti Monzesi. Da qui si può puntare alla cima continuando sul sentiero 11 (che attraversa un lungo canalone) oppure scegliere la variante esterna seguendo le indicazioni per la Ferrata del Centenario e per il Passo del Fo. 

Resegone
Verso il Passo del Fo
Nel giro proposto è proprio quest'ultima la direzione da seguire. Dopo un breve tratto di avvicinamento alle pareti rocciose, ci si lascia la ferrata sulla destra seguendo le indicazioni per il Rif. Azzoni (sentiero 5). In questa zona mi è capitato di incontrare dei camosci.

Resegone
Camosci lungo il cammino

Questo tratto, in comune con il sentiero del periplo del Resegone, fiancheggia le pareti rocciose affacciandosi sulla città di Lecco e mostrando sullo sfondo la catena del Rosa. 
Dopo un tratto quasi pianeggiante, si svolta a destra e si ricomincia la salita che si fa sempre più decisa fino a raggiungere il Rif. Azzoni.

Resegone
Lungo la salita verso il Rif Azzoni
La cima è appena qualche metro oltre il rifugio. 

Resegone
Rif Azzoni visto dalla cima
Per scendere si può percorrere ora il canalone di cui si accennava precedentemente (sentiero 11) percorrendo un bel sentiero tra le rocce fino a tornare al Rif Alpinisti Monzesi.

Resegone
Canalone per la discesa (sentiero 11)
Da qui, nuovamente utilizzando il sentiero 11 fino al bivio delle due varianti dirette entrambe ad Erve ma attraverso due diversi versanti della montagna. Volgendo ora a sinistra si prende la variante leggera del sentiero che, con una discesa più dolce porta dapprima alla fonte San Carlo ed infine ad Erve, completando il giro.

Resegone
Tramonto a fine giornata


mercoledì 22 agosto 2012

Biologico, ma con impatto - L'inganno della Grande Distribuzione

I prodotti biologici sono sempre ecosostenibili? Sono sempre i prodotti con il minor impatto sull'ambiente? La risposta negativa ce la dà la Grande Distribuzione che vende prodotti biologici provenienti dalla parte opposta del pianeta con incredibile consumo di CO2 ed enorme impatto ambientale. Se il biologico non è a km zero, il biologico è un inganno !


Negli ultimi tempi, e aggiungerei per fortuna, il biologico si è fatto strada ed è diventato quasi "alla moda", nel senso che se ne parla molto e nella mente delle persone si fa strada l'idea che biologico è garanzia di un prodotto migliore. Questo corrisponde a verità perchè sappiamo bene che un prodotto, per essere definito biologico, deve rispettare tutta una serie di requisiti disciplinati a livello comunitario dal Regolamento Cee 834/2007 tra cui il divieto dell'uso di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi), e di Organismi geneticamente modificati (Ogm).

La Grande Distribuzione ha percepito il diffondersi di questa nuova corrente e ne ha visto subito degli enormi potenziali di guadagno. Il guadagno è l'unico interesse in gioco, ma in questo caso a beneficiarne possono essere sia i consumatori che chi vende i prodotti: se il mercato del biologico cresce infatti, la tendenza sarà di dare sempre più spazio al biologico con il risultato finale di aumentare la qualità delle coltivazioni, e quindi dei cibi prodotti, e quindi della salute dell'ambiente e delle persone.
D'altra parte, poichè come detto l'unico interesse della grande distribuzione è il guadagno, è necessario prestare enorme attenzione ai prodotti che vengono venduti, perchè l'inganno è dietro l'angolo.

Giorni fa, all'Esselunga, supermercato che ha affiancato ai prodotti tradizionali tutta una serie di scomparti dedicati al biologico, ho trovato dei kiwi provenienti da agricoltura biologica. Eppure, come ricordavo dal Manifesto della Frutta e della Verdura pubblicato in questo blog, i kiwi non sono una frutta di questa stagione (al momento in cui scrivo è agosto, e i kiwi sono un frutto invernale). Sono andato allora a leggere l'etichetta e ne ho scoperto la provenienza: New Zeland !

New Zeland
Luogo di provenienza dei kiwi biologici venduti a Esselunga
Questo vuol dire che è vero che quei kiwi sono un prodotto proveniente da agricoltura biologica, ma anche che quei kiwi, per raggiungere il reparto di vendita, hanno attraversato metà pianeta terra con inimmaginabile produzione di CO2 ed inquinamento globale. Altro che km 0 ! L'impatto ambientale di questi kiwi è ancora peggio di quello della frutta coltivata secondo pratiche industriali. Tutti i benefici del biologico si perdono in un attimo se quel prodotto arriva dalla parte opposta del pianeta.

Questo è solo un esempio di come ragiona la Grande Distribuzione: i supermercati vedono nel biologico una nuova fonte di ricchezza e sfruttano la superficialità di chi si accontenta di vedere scritto "biologico" sulla confezione, per fare i propri affari a prescindere dal concetto di ecosostenibilità e di salute che c'è dietro i prodotti biologici.

Leggiamo sempre attentamente le etichette. E' l'unico modo che abbiamo per valutare e quindi decidere se acquistare o meno un prodotto, esercitando ancora una volta, tutto il nostro potere (il potere d'acquisto).

martedì 21 agosto 2012

Cappadocia - Itinerario di 5 giorni

Cappadocia

Nel cuore della Turchia, in un altopiano apparentemente anonimo, sorgono incredibili vallate, tra pinnacoli rocciosi e piccole grotte, all'interno delle quali sono nate antiche civiltà. In questo itinerario di 5 giorni ecco proporre una visita della Cappadocia.


Giorno 1 - Avanos

Si può giungere in Cappadocia da Istanbul o con un aereo interno o con un viaggio di circa 12 ore in bus. Sconsiglio in tal caso la compagnia Nevsehir Seyahat, mentre più affidabile è la Oncu Goreme. Esiste poi un'altra linea (Metro) che collega Istanbul con la Cappadocia, ma non ne ho esperienza.
Una volta in Cappadocia bisogna decidere dove stabilirsi per dormire: essendo tutti i luoghi interessanti piuttosto vicini, si può scegliere un unico paese ove soggiornare per poi girare i dintorni durante il giorno.
Goreme è senza dubbio il centro più importante della Cappadocia e, come tale, il più sfruttato dal punto di vista turistico, con tanto di prezzi maggiorati, ed un certo affollamento. Ecco perchè consiglio un luogo secondario ove dormire per potersi meglio calare nella realtà locale e vivere con più genuinità l'atmosfera della Cappadocia. Il luogo ideale secondo me è Avanos, un paese a pochi Km da Goreme che, a dispetto della sua periferia tanto moderna quanto anonima, ha un centro storico molto grazioso animato dai tanti artigiani che lavorano le ceramiche. Ad Avanos c'è l'albergo Gunay Stone House, gestito da Ayan, un simpaticissimo turco che ha vissuto parte della sua vita in Germania. L'albergo è in cima al paese, con uno splendido affaccio sulla valle circostante. E' pulito e confortevole; serve colazione tipica turca (pomodori e cetrioli, formaggi di pecora di varia stagionatura, chay (thè), omelette, pane, marmellate, ricotta) e offre vari tipi di servizi. Un altro albergo che sembra molto carino (anche se non personalmente sperimentato) è la Kirkit Pension, sulla via principale del paese, lungo il fiume. Nonostante i vari luoghi siano tutti a pochi km di distanza, consiglio vivamente di affittare una macchina o quantomeno dei motorini in quanto il servizio di trasporto pubblico è piuttosto carente ed affidarsi ai taxi non è una soluzione economicamente vantaggiosa.
Per organizzare le proprie escursioni (gite a cavallo, in mongolfiera, affitto di motorini etc) si può fare riferimento all'organizzatissima agenzia Kirkit Voyage, nelle vicinanze dell'omonimo Hotel.
Girare ad Avanos è un piacere, perdendosi tra le stradine della città vecchia o intrattenendosi in un negozio di artigianato dove è possibile provare a creare con le proprie mani un vaso di creta, come ad esempio nel negozio di Ali Tasar (Art House Tasar Comlekcilik). Si mangia molto bene nella piazzetta principale presso il Konak Corba & Kebap, mentre per bere un Chay e furmare il Narghilè c'è un bellissimo Cafè Bar che si chiama Sandik Cafè & Atolye, in una stradina secondaria vicino l'agenzia di viaggio Kirkit. Qui l'atmosfera è veramente particolare e assolutamente autentica.

Avanos
Antipasti serviti al "Konak Corba & Kebap"


Giorno 2 - Giro in Mongolfiera, Goreme, Zelve

Non si può andare in Cappadocia senza effettuare un (purtroppo costosissimo) giro in mongolfiera.

Cappadocia
Mongolfiere in volo

Aapparentemente la ditta più seria è quella storica Kapadokya Balloons con la quale effettivamente ci siamo trovati molto bene:  prima dell'alba arriva il bus per portare tutti coloro che voleranno in un albergo dove viene offerta la colazione e vengono spiegate alcune nozioni di sicurezza. Successivamente ci si dirige al punto di partenza e, se il tempo lo permette (e questo in Turchia accade 300 giorni l'anno) si vola sulle principali vallate della cappadocia, esplorandone dall'alto tutte le bellezze ed ammirando le incredibili formazioni rocciose che caratterizzano tutta l'area.

Kapadokia Baloons
Mongolfiera in volo

La Cappadocia è infatti caratterizzata dai cosiddetti Camini delle Fate, ed altri picchi rocciosi che appaiono come piramidi di pietra lungo l'altopiano. C'è la valle rosa , quella bianca e quella dell'amore. La mongolfiera vola sia ad altezze notevoli (circa 500 m) sia rasoterra per permettere di ammirare da una prospettiva veramente insolita il panorama.

Kapadokia baloons
Mongolfiera a pochi metri dalle rocce
Kapadokia baloons
Mongolfiera a 500 metri di altezza
All'atterraggio viene offerto champagne e uno snack.

kapadokia Baloons
Brindisi di fine volo
L'esperienza è indimenticabile. Effettuando il volo durante la mattina, si ha poi tutto il tempo per visitare Goreme con il suo Museo all'Aperto e Zelve, entrambi luoghi imperdibili della Cappadocia. Lungo la strada per Zelve inoltre c'è un posto spettacolare, la Valle del Pascià o dei Monaci che consiglio di ammirare al tramonto quando il sole dà una colorazione particolarmente affascinante alle rocce e quando la folla turistica è già tornata ai propri alberghi.

Camini delle fate
Valle di Zelve


Giorno 3 - Derinkuyu (Città ipogea) e Valle di Ihlara

A una cinquantina di km da Avanos si trova un'incredibile città ipogea sviluppata in profondità per circa 85 m in 10 diversi strati: la meravigliosa Derinkuyu. L'ingresso costa circa 7 Euro.
A pochi km da Derinkuyu c'è poi un altro luogo molto affascinante: la Valle di Ihlara, un profondo canyon che può essere percorso a piedi per tutta la sua lunghezza o per tratti più limitati.

Hilara Valley
La Valle di Ihlara

La vallata, verdeggiante ed attraversata da un torrente, è ricca di chiese rupestri. Se la temperatura lo permette, un trekking lungo questa valle è assolutamente consigliato.


Giorno 4 - Gita a cavallo in Cappadocia

Se il trekking è certamente uno dei modi migliori per visitare le splendide vallli della Cappadocia, una valida alternativa è effettuare alcuni di questi giri a dorso di un cavallo. L'agenzia turistica Kirkit offre a tal proposito escursioni che vanno da poche ore a una giornata intera con la possibilità di passare attraverso i luoghi più belli della Cappadocia.

Cappadocia
Gita a cavallo


Giorno 5 - Cavusin e centri minori

Un ultimo giorno in Cappadocia può essere utilizzato per vedere alcuni altri luoghi non ancora visitati ma di uguale bellezza come ad esempio Cavusin, un villaggio pittoresco con alcune Chiese degne di nota come quella di Niceforo II Foca e, dalla parte opposta, quella di San Giovanni Battista. Consiglio di venire qui al tramonto perchè lo spettacolo è garantito.

Cappadocia
Tramonto visto da Cavusin

Altri posti degni di nota sono Uchisar e, in minor misura Urgup.


Trekking


In Cappadocia è possibile fare numerosi trekking che sono, probabilmente, uno più bello dell'altro. In questo itinerario non ho descritto alcun percorso perchè, essendo stato in Turchia ad agosto, l'eccessivo caldo mi ha impedito di camminare. Se si è amanti del trekking è forse meglio venire in Cappadocia in primavera o in autunno, oppure impostare la propria vacanza in maniera diversa, camminando all'alba e al tramonto e riposandosi durante le ore centrali del giorno.



lunedì 20 agosto 2012

Traversata del Sella

Descrizione breve

Percorso ad anello che permette di ammirare gran parte del Gruppo Sella raggiungendone la cima più alta (cima Boè, Rif Capanna Fassa), ideale da percorrere in due giorni. Il tratto iniziale della Val de Mesdì (dal Rif Boè verso il Passo Gardena) è particolarmente impegnativo ed esposto. Può eventualmente essere evitato ripercorrendo al ritorno la stessa strada dell'andata.

 

Scheda tecnica

Tappe
Passo Gardena (2121 m slm) - Val Setus - Rif Cavazza al Pisciadù (2585 m slm) - Rif Boè (2871 m slm) - Rif Capanna Fassa (3152 m slm) - Rif Boè - Val de Mesdì - Passo Gardena

Dislivello complessivo
Circa 1000 m

Difficoltà
Da Passo Gardena a Rif Cavazza:  per escursionisti
Da Rif. Cavazza a Rif Boè:            per escursionisti esperti
Da Rif Boè a Rif Capanna Fassa:   per escursionisti esperti
Da Rif Boè a Passo Gardena:         via attrezzata

Tempo di percorrenza
Primo giorno: da Passo Gardena a Rif Boè: circa 5 ore
Secondo giorno: Da Rif Boè a Passo gardena: circa 5 ore

Cartina Kompass
n° 59 Gruppo di Sella


Descrizione dettagliata

Si lascia l’auto al Passo Gardena (parcheggio a pagamento).

Gruppo Sassolungo
Vista del Sassolungo dal Passo Gardena
Si prende il sentiero 666 che , dopo un breve tratto prativo in salita porta ai piedi delle imponenti pareti del Sella. Il sentiero, già divenuto una traccia bianca tra ghiaioni e roccette, prosegue per lo più pianeggiante, al punto di ingresso per accedere all’interno del gruppo montuoso: qui si incontra un bivio: proseguendo dritti si raggiunge l'attacco della ferrata tridentina, mentre virando a destra si accede alla salita attraverso un sentiero (sempre il 666) facile, solamente a tratti attrezzato con corde metalliche e pioli. Al termine della salita appare, dopo pochi metri, il rifugio Cavazza, affiancato dal piccolo lago di Pisciadù.

Gruppo Sella
Lago Pisciadù (Rif Cavazza)
Da qui inizia una lunga salita che si addentra nel cuore del Sella (sentiero 666). Il sentiero, sempre ben segnalato, è sempre facilmente percorribile, con brevi tratti attrezzati. Una volta all’interno del Sella il paesaggio si è fa lunare, essendo il gruppo un immenso altopiano privo di qualsiasi vegetazione e dunque dominato dal colore bianco tipico delle Dolomiti. Il sentiero 666 incrocia dapprima il 649 e poi il 647 che arriva al rifugio Boè. Possibilità di pernottamento. Per raggiungere il Piz Boè, la vetta più alta del Sella, basta percorrere 300 ulteriori metri di dislivello, solo per un breve tratto attrezzati. 

Gruppo Sella
Piz Boè visto dal Rif Boè
Dalla cima è possibile vedere la Regina delle Dolomiti, la Marmolada, e gran parte delle montagne circostanti. L’esperienza è indimenticabile. 

Gruppo Pale di San Martino
Cimon della Pala (Gruppo Pale di San Martino) visto dal Rif Capanna Fassa

Rif Capanna Fassa
Marmolada vista dal Rif Capanna Fassa
Il giro prevede la successiva discesa per passare nuovamente al rifugio Boè. Si può quindi tornare per la stessa strada dell'andata oppure scendere attraversando la Val de Mesdì (sentiero 651). Pur non essendo indicata la presenza di una ferrata sulla cartina, la discesa è solo per escursionisti esperti: si passa infatti attraverso uno stretto canalone parzialmente esposto con l'aiuto di una corda metallica posizionata per i primi 500 metri di discesa: Si arriva quindi su un nevaio dove il percorso diventa ancora più complesso poichè privo di corda. 

Gruppo Sella
Val de Mesdì (parte alta)
Terminato il nevaio, la discesa diventa molto più facile e meno ripida. Il sentiero attraversa tutto il vallone, chiamato Val de Mesdì, in mezzo ad alte pareti rocciose. 

Gruppo Sella
Val de Mesdì (parte bassa)
Verso la fine della discesa, dopo aver superato il bivio per il Pisciadù, si svolta a sinistra per andare a recuperare, tra piccoli abeti e prati il sentiero 666, completando così il giro e arrivando nuovamente al Passo Gardena.
E’ forse consigliabile fare questo giro nel senso opposto: la parte alta del sentiero della Val de Mesdì infatti è molto difficile ed è meglio affrontarla in salita. La parte attrezzata del Piasciadù è molto più semplice. Inoltre, facendo il giro nel senso opposto non si è costretti ad affrontare a fine gita alcun dislivello in salita. Alla fine della Val de Mesdì infatti è necessario risalire di qualche centinaio di metri per recuperare il sentiero dell’andata.
E’ comunque un trekking bellissimo, la cui fatica è del tutto ripagata dalla qualità del paesaggio.

Novità - Sezione Trekking


Forse ci sono due argomenti che non vanno molto d'accordo tra loro su questo blog: ecosostenibilità e viaggi. In effetti viaggiare può essere molto poco ecosostenibile, specialmente se ci serviamo spesso degli aerei (E comunque il nostro stile di viaggio può influire in maniera più o meno grave sull'impatto ambientale e prima o poi affronterò anche questo argomento).
C'è comunque un modo per andare in giro che incide molto poco sull'ambiente e soprattutto ne permette di apprezzare tutta la sua bellezza: camminare.
Ed io amo camminare. Specialmente in montagna. Ecco perchè vado ad inaugurare una nuova sezione dedicata al trekking, in cui andrò a proporre percorsi in montagna di varia lunghezza e difficoltà, in attesa magari che qualcuno proponga anche i suoi percorsi.
Si potrebbe obiettare che camminare in montagna non è affatto a impatto zero, ed in effetti è vero: basti pensare agli spostamenti in macchina o sugli impianti di risalita che spesso utilizziamo per raggiungere i punti di partenza dei nostri trekking per renderci conto che l'impatto c'è. Ma purtroppo ogni azione umana ha un impatto e, se seguiamo alcune regole di base (non lasciare rifiuti in giro, non raccogliere piante specie se protette, rispettare l'ambiente etc) possiamo limitare il nostro impatto e goderci la natura in quello che è uno dei modi più belli per farlo e cioè, per l'appunto, camminando. Il primo post che vado a pubblicare propone una lunga camminata di due giorni tra le Dolomiti, in particolare sul gruppo Sella. Buona lettura e, se ne avrete voglia, buona passeggiata !

domenica 19 agosto 2012

Istanbul - Itinerario di 5 giorni

Istanbul

Non sono le cupole della Moschea Blu, non sono i suoi minareti, non è l'incredibile affollamento di Sulthanamet. A catapultarti in un mondo che sa di Oriente, di lontano, di diverso, è la voce del Muezzin, la sua preghiera che risuona da un angolo all'altro della città, come un'eco senza spazio e senza tempo che si rincorre nell'infinito della storia e della religione. Una voce che ti porta in Marocco, in Palestina, in Siria.
Una voce che ti porta a Istanbul, città in bilico tra due mari e due continenti, tra sette colli e mille volti talvolta nascosti da leggeri veli tra i quali si intravedono occhi profondi.
Nonostante i turisti a migliaia, i Mac Donald, e i pulman del sightseeing, Istanbul mantiene intatta la sua anima, costruita nel corso di una storia millenaria che l'ha vista Bisanzio e Costantinopoli, cristiana e musulmana, ottomana e turca. E' dietro le mura della Moschea Blu che appare la magia di Sokollu Mehmet Pasa, è dietro le mura dei bastioni che si mostra la Chiesa di San Salvatore in Chora, con i suoi mosaici mervigliosi cancellati da una mano di orgogliosa stupidità religiosa, è sotto le vie del centro che si manifesta la Cisterna-Basilica, sorretta da decine e decine di incredibili colonne.
La mente vacilla dinnanzi a tale grandiosità, ruota confusa come trascinata in un gorgo delle correnti del Bosforo, come danzando assieme ai Dervisci, perdendosi e ritrovandosi tra le vie di un affollato Bazar, perdendosi e ritrovandosi tra i vicoli e le piazze, perdendosi e ritrovandosi tra le migliaia di persone e di vite che giornalmente attraversano queste strade con chissà quante storie da raccontare.
La modernità a volte cancella il senso delle cose trasformando l'hamam in un centro benessere, ma l'anima è sempre lì sotto, pronta a rinascere. Anche un vecchio bagno turco trasformato in negozio in un angolo del bazar, torna a rivivere, ed il passato riemerge: rinascono le case di legno e i vecchi palazzi mentre crollano i grattacieli, e scompaiono le bancarelle che vendono pannocchie e castagne. Istanbul diventa color seppia. Il vecchio tram, che rivive come giostra nel centro di Taksim, circola nuovamente. Gli artigiani del legno scolpiscono e creano strumenti musicali, i lustrascarpe agli angoli delle strade, guadagnano la loro povertà.
Le acque del Bosforo scorrono, ora come allora. E guardano tutto questo, affidando le voci al vento e preservandone i segreti tra le proprie onde. Ed anche i gatti, a migliaia, osservano lo scorrere del tempo ed immobilizzano gli attimi rendendo passato il presente e restituendo ad Istanbul quello che la modernità le ha portato via.

Ecco un itinerario di 5 giorni per vivere un pò di Istanbul.


Giorno 1 - Il Centro storico

Il giorno in cui si atterra con l'aereo è sempre un giorno di transizione durante il quale più che altro ci si ambienta e si trova un alloggio presso il quale dormire. In base alla mia personale esperienza posso consigliare il Bonjour Guest House, un piccolo albergo a gestione familiare, pulito e ben tenuto (anche se purtroppo in alcune stanze il bagno è veramente piccolo), che si trova in pieno centro storico, dietro la Moschea Blu e Santa Sofia, le due moschee più importanti della città.  E' proprio un giro a piedi nella piazza principale che permette subito di farsi un'idea di Istanbul, ammirando i minareti della Moschea Blu e lasciandosi ammaliare dal canto del Muezzin che ci invita alla preghiera, un canto che sa di Islam e di Oriente, un canto veramente intenso e dal profondo valore religioso.

Minareto
Particolare di un minareto della Moschea Blu

Da qui, una passeggiata lungo la via del tram porta ad uno splendido affaccio sul mare costeggiando il quale si può arrivare fino al Ponte di Galata ammirando l'omonima torre. Presso la Stazione dei treni Sirkeci, in alcuni giorni (mercoledì, giovedì, venerdì e domenica), è possibile assistere (per circa 20 E) alla danza dei Dervisci Rotanti (Mevlevi Sema Group), monaci che tramite questa danza raggiungono un'estasi divina, mentre gli spettatori, stupefatti, si chiedono come possano mantenere l'equilibrio girando su se stessi per svariati minuti senza sosta.


Giorno 2 - Piccola Santa Sofia, Moschea di Sokollu Mehmet Pasa, Chiesa di San Salvatore in Chora, Quartiere di Samatya


Ci sono alcuni luoghi di Istanbul la cui bellezza elevata non viene valorizzata dal numero di visitatori: appena dietro le vie principali del turismo di massa, alle spalle di Santa Sofia e della Moschea Blu ci sono, nascoste tra vecchie case di legno in abbandono o di recente restauro, due moschee splendide: la Piccola Santa Sofia e la Moschea di Sokollu Mehmet Pasa (dove vi è anche una scuola coranica).

Istanbul
Vecchia casa di legno di Istanbul

Un pò più lontano invece, presso le mura della città vi è un gioiello: la Chiesa di San Salvatore in Chora, una Chiesa trasformata in Moschea che conserva degli splendidi mosaici.

Kariye Muzesi
San Salvatore in Chora
 Poco più in là è possibile anche visitare il Castello delle Sette Torri (nel quartiere di Yedikule) e, oltre, il pittoresco quartiere di Samatya dove si svolge ogni mattina il mercato del pesce e presso il quale è possibile mangiare dell'ottimo pesce a prezzi veramente ridotti. A tal proposito consiglio vivamente il ristorante Kuleli (nella piazzetta principale di Samatya)

Antico e moderno di Istanbul
Antico e moderno a Istanbul (Castello delle sette torri)


Giorno 3 - Cisterna Basilica, Santa Sofia, Moschea Blu

Giunti al terzo giorno, è tempo di dedicarsi ai pezzi forti della città, dividendosi tra la Cisterna - Basilica, Santa Sofia e la Moschea Blu. La Cisterna è un'enorme vasca sotterranea caratterizzata dalla presenza di circa 200 colonne, contenente acqua che, in passato, serviva a rifornire la città e i palazzi reali: un luogo imperdibile di Istanbul (entrata circa 5 E).

Così come è imperdibile la visita di Santa Sofia, in origine Chiesa Cristiana, convertita poi in Moschea e infine trasformata in museo (entrata circa 13 E: è consigliabile acquistare in anticipo i biglietti, per evitare le lunghe code all'ingresso. Santa Sofia è chiusa il lunedì).

Aya Sofia
Gatto in posa a Santa Sofia

Nasce invece fin dall'inizio come Moschea la Moschea Blu, forse l'attrazione maggiore di tutta la città con la sua imponente cupola e i sei minareti (ingresso libero). Le donne devono ricordarsi di portare un velo col quale coprire le spalle, mentre per gli uomini sono obbligatori i pantaloni lunghi. L'interno lascia veramente a bocca aperta.
Istanbul
Moschea Blu

In centro è veramente difficile trovare un luogo dove mangiare cibo tipico che non sia un turistico specchio per allodole. Ma tra i tanti ristoranti posso consigliare il Karadeniz Kebap Salonu, frequentato tanto dai turisti quanto dai turchi. Ottimi sia il Kebap sia le Pide, tipiche pizze turche farcite con formaggio, carne o altri condimenti. Esperienza negativa invece al Waterpipe corner, a due passi dal ristorante sopramenzionato.


Giorno 4 - Topkapi, Hamam, Gran Bazar, Bazar Egiziano, Bosforo

Un altro pezzo forte della visita di Istanbul è il palazzo Topkapi (ingresso circa 10 E, chiuso il martedì) importante soprattutto per le sale del tesoro. E' un luogo molto affollato di turisti, la cui visita può essere anche stressante (anche in questo caso è bene acquistare in anticipo il biglietto ed evitare almeno la coda all'ingresso).
Succesivamente alla visita del Topkapi, ci si può meritatamente rilassare in un bagno turco. Di Hamam originali ad Istanbul ce ne sono ben pochi, essendo ormai non più utilizzati dagli abitanti di Istanbul, ma solo dai turisti. Ciononostante l'esperienza dell'hamam è un qualcosa da provare e, nonostante i prezzi elevati, credo che debba essere fatto sia il bagno che il massaggio per vivere appieno l'esperienza. Ottimo l'hamam Cemberlitas Hamami nei pressi del Gran Bazar. Trovandosi lì vicino, all'uscita dell'hamam, una buona idea può essere quella di dedicarsi agli acquisti presso il Gran Bazar e, a seguire, presso il Bazar Egiziano, caratterizzato dalla vendita di spezie e animali di vario genere tra cui le sanguisughe. Se infine avanza del tempo, arrivati al molo del ponte di Galata, si può prendere una nave in partenza per la sponda asiatica per godersi la città dal Bosforo ed ammirare i grandi ponti che uniscono le rive occidentale e orientale.

Istanbul
Pescatori sulla sponda asiatica
Sconsiglio invece le crociere sul Bosforo, troppo lunghe, turistiche e costose: è molto più autentica l'esperienza di prendere uno di quei traghetti utilizzati tutti i giorni dai cittadini turchi per i loro spostamenti.


Giorno 5 - Taksim, Tunel

Tutt'altra città è quella che si presenta nel quartiere di Taksim, la Istanbul moderna, la cui via principale ricca di negozi in stile occidentale, riporta il visitatore all'atmosfera di una grande capitale europea. A marcare ulteriormente il tratto di questo quartiere la presenza di una cattedrale cristiana, la chiesa di S Antonio da Padova: dopo tante moschee, entrare in questa chiesa è un pò come sentirsi a casa. Da non perdere, presso Beyoglu, la stradine secondarie col mercato del pesce, dove è possibile anche trovare qualche ristorantino. Al termine della lunga via che parte da Piazza Taksim, ci si ritrova a Tunel, il quartiere dei musicisti (ed infatti strumenti di ogni genere vengono venduti nei negozi), dove si trova anche la Torre di Galata, dalla quale si può ammirare il panorama della città.

Istanbul
Un negozio di strumenti musicali a Tunel