Istanbul
Non sono le cupole della Moschea Blu, non sono i suoi minareti, non è
l'incredibile affollamento di Sulthanamet. A catapultarti in un mondo
che sa di Oriente, di lontano, di diverso, è la voce del Muezzin, la sua
preghiera che risuona da un angolo all'altro della città, come un'eco
senza spazio e senza tempo che si rincorre nell'infinito della storia e
della religione. Una voce che ti porta in Marocco, in Palestina, in
Siria.
Una voce che ti porta a Istanbul, città in bilico tra due
mari e due continenti, tra sette colli e mille volti talvolta nascosti
da leggeri veli tra i quali si intravedono occhi profondi.
Nonostante i turisti a migliaia, i Mac Donald, e i pulman del
sightseeing, Istanbul mantiene intatta la sua anima, costruita nel corso
di una storia millenaria che l'ha vista Bisanzio e Costantinopoli,
cristiana e musulmana, ottomana e turca. E' dietro le mura della Moschea
Blu che appare la magia di Sokollu Mehmet Pasa, è dietro le mura dei
bastioni che si mostra la Chiesa di San Salvatore in Chora, con i suoi
mosaici mervigliosi cancellati da una mano di orgogliosa stupidità
religiosa, è sotto le vie del centro che si manifesta la
Cisterna-Basilica, sorretta da decine e decine di incredibili colonne.
La mente vacilla dinnanzi a tale grandiosità, ruota confusa come
trascinata in un gorgo delle correnti del Bosforo, come danzando assieme
ai Dervisci, perdendosi e ritrovandosi tra le vie di un affollato
Bazar, perdendosi e ritrovandosi tra i vicoli e le piazze, perdendosi e
ritrovandosi tra le migliaia di persone e di vite che giornalmente
attraversano queste strade con chissà quante storie da raccontare.
La
modernità a volte cancella il senso delle cose trasformando l'hamam in
un centro benessere, ma l'anima è sempre lì sotto, pronta a rinascere.
Anche un vecchio bagno turco trasformato in negozio in un angolo del
bazar, torna a rivivere, ed il passato riemerge: rinascono le case di legno e i vecchi palazzi mentre crollano i
grattacieli, e scompaiono le bancarelle che vendono pannocchie e
castagne. Istanbul diventa color seppia. Il vecchio tram, che rivive
come giostra nel centro di Taksim, circola nuovamente. Gli artigiani del
legno scolpiscono e creano strumenti musicali, i lustrascarpe agli
angoli delle strade, guadagnano la loro povertà.
Le acque del
Bosforo scorrono, ora come allora. E guardano tutto questo, affidando le
voci al vento e preservandone i segreti tra le proprie onde. Ed anche i
gatti, a migliaia, osservano lo scorrere del tempo ed immobilizzano gli
attimi rendendo passato il presente e restituendo ad Istanbul quello
che la modernità le ha portato via.
Ecco un itinerario di 5 giorni per vivere un pò di Istanbul.
Giorno 1 - Il Centro storico
Il giorno in cui si atterra con l'aereo è sempre un giorno di transizione durante il quale più che altro ci si ambienta e si trova un alloggio presso il quale dormire. In base alla mia personale esperienza posso consigliare il Bonjour Guest House, un piccolo albergo a gestione familiare, pulito e ben tenuto (anche se purtroppo in alcune stanze il bagno è veramente piccolo), che si trova in pieno centro storico, dietro la Moschea Blu e Santa Sofia, le due moschee più importanti della città. E' proprio un giro a piedi nella piazza principale che permette subito di farsi un'idea di Istanbul, ammirando i minareti della Moschea Blu e lasciandosi ammaliare dal canto del Muezzin che ci invita alla preghiera, un canto che sa di Islam e di Oriente, un canto veramente intenso e dal profondo valore religioso.
Particolare di un minareto della Moschea Blu |
Da qui, una passeggiata lungo la via del tram porta ad uno splendido affaccio sul mare costeggiando il quale si può arrivare fino al Ponte di Galata ammirando l'omonima torre. Presso la Stazione dei treni Sirkeci, in alcuni giorni (mercoledì, giovedì, venerdì e domenica), è possibile assistere (per circa 20 E) alla danza dei Dervisci Rotanti (Mevlevi Sema Group), monaci che tramite questa danza raggiungono un'estasi divina, mentre gli spettatori, stupefatti, si chiedono come possano mantenere l'equilibrio girando su se stessi per svariati minuti senza sosta.
Giorno 2 - Piccola Santa Sofia, Moschea di Sokollu Mehmet Pasa, Chiesa di San Salvatore in Chora, Quartiere di Samatya
Ci sono alcuni luoghi di Istanbul la cui bellezza elevata non viene valorizzata dal numero di visitatori: appena dietro le vie principali del turismo di massa, alle spalle di Santa Sofia e della Moschea Blu ci sono, nascoste tra vecchie case di legno in abbandono o di recente restauro, due moschee splendide: la Piccola Santa Sofia e la Moschea di Sokollu Mehmet Pasa (dove vi è anche una scuola coranica).
Vecchia casa di legno di Istanbul |
Un pò più lontano invece, presso le mura della città vi è un gioiello: la Chiesa di San Salvatore in Chora, una Chiesa trasformata in Moschea che conserva degli splendidi mosaici.
San Salvatore in Chora |
Antico e moderno a Istanbul (Castello delle sette torri) |
Giorno 3 - Cisterna Basilica, Santa Sofia, Moschea Blu
Giunti al terzo giorno, è tempo di dedicarsi ai pezzi forti della città, dividendosi tra la Cisterna - Basilica, Santa Sofia e la Moschea Blu. La Cisterna è un'enorme vasca sotterranea caratterizzata dalla presenza di circa 200 colonne, contenente acqua che, in passato, serviva a rifornire la città e i palazzi reali: un luogo imperdibile di Istanbul (entrata circa 5 E).
Così come è imperdibile la visita di Santa Sofia, in origine Chiesa Cristiana, convertita poi in Moschea e infine trasformata in museo (entrata circa 13 E: è consigliabile acquistare in anticipo i biglietti, per evitare le lunghe code all'ingresso. Santa Sofia è chiusa il lunedì).
Gatto in posa a Santa Sofia |
Nasce invece fin dall'inizio come Moschea la Moschea Blu, forse l'attrazione maggiore di tutta la città con la sua imponente cupola e i sei minareti (ingresso libero). Le donne devono ricordarsi di portare un velo col quale coprire le spalle, mentre per gli uomini sono obbligatori i pantaloni lunghi. L'interno lascia veramente a bocca aperta.
Moschea Blu |
In centro è veramente difficile trovare un luogo dove mangiare cibo tipico che non sia un turistico specchio per allodole. Ma tra i tanti ristoranti posso consigliare il Karadeniz Kebap Salonu, frequentato tanto dai turisti quanto dai turchi. Ottimi sia il Kebap sia le Pide, tipiche pizze turche farcite con formaggio, carne o altri condimenti. Esperienza negativa invece al Waterpipe corner, a due passi dal ristorante sopramenzionato.
Giorno 4 - Topkapi, Hamam, Gran Bazar, Bazar Egiziano, Bosforo
Un altro pezzo forte della visita di Istanbul è il palazzo Topkapi (ingresso circa 10 E, chiuso il martedì) importante soprattutto per le sale del tesoro. E' un luogo molto affollato di turisti, la cui visita può essere anche stressante (anche in questo caso è bene acquistare in anticipo il biglietto ed evitare almeno la coda all'ingresso).
Succesivamente alla visita del Topkapi, ci si può meritatamente rilassare in un bagno turco. Di Hamam originali ad Istanbul ce ne sono ben pochi, essendo ormai non più utilizzati dagli abitanti di Istanbul, ma solo dai turisti. Ciononostante l'esperienza dell'hamam è un qualcosa da provare e, nonostante i prezzi elevati, credo che debba essere fatto sia il bagno che il massaggio per vivere appieno l'esperienza. Ottimo l'hamam Cemberlitas Hamami nei pressi del Gran Bazar. Trovandosi lì vicino, all'uscita dell'hamam, una buona idea può essere quella di dedicarsi agli acquisti presso il Gran Bazar e, a seguire, presso il Bazar Egiziano, caratterizzato dalla vendita di spezie e animali di vario genere tra cui le sanguisughe. Se infine avanza del tempo, arrivati al molo del ponte di Galata, si può prendere una nave in partenza per la sponda asiatica per godersi la città dal Bosforo ed ammirare i grandi ponti che uniscono le rive occidentale e orientale.
Pescatori sulla sponda asiatica |
Giorno 5 - Taksim, Tunel
Tutt'altra città è quella che si presenta nel quartiere di Taksim, la Istanbul moderna, la cui via principale ricca di negozi in stile occidentale, riporta il visitatore all'atmosfera di una grande capitale europea. A marcare ulteriormente il tratto di questo quartiere la presenza di una cattedrale cristiana, la chiesa di S Antonio da Padova: dopo tante moschee, entrare in questa chiesa è un pò come sentirsi a casa. Da non perdere, presso Beyoglu, la stradine secondarie col mercato del pesce, dove è possibile anche trovare qualche ristorantino. Al termine della lunga via che parte da Piazza Taksim, ci si ritrova a Tunel, il quartiere dei musicisti (ed infatti strumenti di ogni genere vengono venduti nei negozi), dove si trova anche la Torre di Galata, dalla quale si può ammirare il panorama della città.
Un negozio di strumenti musicali a Tunel |
interessante
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