Descrizione breve
Percorso ad anello che permette di ammirare gran parte del Gruppo Sella raggiungendone la cima più alta (cima Boè, Rif Capanna Fassa), ideale da percorrere in due giorni. Il tratto iniziale della Val de Mesdì (dal Rif Boè verso il Passo Gardena) è particolarmente impegnativo ed esposto. Può eventualmente essere evitato ripercorrendo al ritorno la stessa strada dell'andata.Scheda tecnica
TappePasso Gardena (2121 m slm) - Val Setus - Rif Cavazza al Pisciadù (2585 m slm) - Rif Boè (2871 m slm) - Rif Capanna Fassa (3152 m slm) - Rif Boè - Val de Mesdì - Passo Gardena
Dislivello complessivo
Circa 1000 m
Difficoltà
Da Passo Gardena a Rif Cavazza: per escursionisti
Da Rif. Cavazza a Rif Boè: per escursionisti esperti
Da Rif Boè a Rif Capanna Fassa: per escursionisti esperti
Da Rif Boè a Passo Gardena: via attrezzata
Tempo di percorrenza
Primo giorno: da Passo Gardena a Rif Boè: circa 5 ore
Secondo giorno: Da Rif Boè a Passo gardena: circa 5 ore
Cartina Kompass
n° 59 Gruppo di Sella
Descrizione dettagliata
Si lascia l’auto al Passo Gardena
(parcheggio a pagamento).
Vista del Sassolungo dal Passo Gardena |
Si prende il sentiero 666 che , dopo un
breve tratto prativo in salita porta ai piedi delle imponenti pareti
del Sella. Il sentiero, già divenuto una traccia bianca tra ghiaioni
e roccette, prosegue per lo più pianeggiante, al punto di ingresso
per accedere all’interno del gruppo montuoso: qui si incontra un
bivio: proseguendo dritti si raggiunge l'attacco della ferrata
tridentina, mentre virando a destra si accede alla salita attraverso
un sentiero (sempre il 666) facile, solamente a tratti attrezzato con
corde metalliche e pioli. Al termine della salita appare, dopo pochi
metri, il rifugio Cavazza, affiancato dal piccolo lago di Pisciadù.
Lago Pisciadù (Rif Cavazza) |
Da qui inizia una lunga salita che si
addentra nel cuore del Sella (sentiero 666). Il sentiero, sempre ben
segnalato, è sempre facilmente percorribile, con brevi tratti
attrezzati. Una volta all’interno del Sella il paesaggio si è fa
lunare, essendo il gruppo un immenso altopiano privo di qualsiasi
vegetazione e dunque dominato dal colore bianco tipico delle
Dolomiti. Il sentiero 666 incrocia dapprima il 649 e poi il 647 che
arriva al rifugio Boè. Possibilità di pernottamento. Per
raggiungere il Piz Boè, la vetta più alta del Sella, basta
percorrere 300 ulteriori metri di dislivello, solo per un breve
tratto attrezzati.
Piz Boè visto dal Rif Boè |
Dalla cima è possibile vedere la Regina delle
Dolomiti, la Marmolada, e gran parte delle montagne circostanti.
L’esperienza è indimenticabile.
Cimon della Pala (Gruppo Pale di San Martino) visto dal Rif Capanna Fassa |
Marmolada vista dal Rif Capanna Fassa |
Il giro prevede la successiva
discesa per passare nuovamente al rifugio Boè. Si può quindi
tornare per la stessa strada dell'andata oppure scendere
attraversando la Val de Mesdì (sentiero 651). Pur non essendo
indicata la presenza di una ferrata sulla cartina, la discesa è solo
per escursionisti esperti: si passa infatti attraverso uno stretto
canalone parzialmente esposto con l'aiuto di una corda metallica
posizionata per i primi 500 metri di discesa: Si arriva quindi su un
nevaio dove il percorso diventa ancora più complesso poichè privo
di corda.
Val de Mesdì (parte alta) |
Terminato il nevaio, la discesa diventa molto più facile e
meno ripida. Il sentiero attraversa tutto il vallone, chiamato Val de
Mesdì, in mezzo ad alte pareti rocciose.
Val de Mesdì (parte bassa) |
Verso la fine della
discesa, dopo aver superato il bivio per il Pisciadù, si svolta a
sinistra per andare a recuperare, tra piccoli abeti e prati il
sentiero 666, completando così il giro e arrivando nuovamente al
Passo Gardena.
E’ forse consigliabile fare questo
giro nel senso opposto: la parte alta del sentiero della Val de Mesdì
infatti è molto difficile ed è meglio affrontarla in salita. La
parte attrezzata del Piasciadù è molto più semplice. Inoltre,
facendo il giro nel senso opposto non si è costretti ad affrontare a
fine gita alcun dislivello in salita. Alla fine della Val de Mesdì
infatti è necessario risalire di qualche centinaio di metri per
recuperare il sentiero dell’andata.
E’ comunque un trekking bellissimo,
la cui fatica è del tutto ripagata dalla qualità del paesaggio.
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