venerdì 21 novembre 2014

Autoproduzione del sapone

Lo utilizziamo tutti i giorni e più volte al giorno, ma forse in pochi sanno come è realmente fatto e la facilità del suo acquisto è tale che non ci lascia immaginare quanto possa essere semplice autoprodurlo: è il sapone, oggetto del quale vado a proporre oggi una semplice ricetta per la sua produzione in casa.


Il sapone è un sale, ossia un prodotto di una reazione chimica (la saponificazione) tra un acido ed una base. Nella ricetta proposta l'ingrediente acido è l'olio d'oliva (acido grasso), mentre l'ingrediente basico è la soda caustica (ossia l'idrossido di sodio: NaOH) che si può acquistare nei negozi di ferramenta o presso i verniciai (in genere sotto forma di scaglie). Assieme all'acqua, l'olio e la soda caustica sono gli unici ingredienti essenziali per la produzione del sapone. Eppure ben più numerose sono le sostanze presenti nei saponi commerciali, come si può leggere nella lista di ingredienti di un qualsiasi sapone industriale. Tali saponi infatti contengono sostanze chelanti, conservanti e stabilizzanti, oltre che profumi e coloranti sintetici. Per non parlare delle sostanze grasse che vengono utilizzate, a volte derivate dagli scarti dell'industria della carne o da oli vegetali ad alto impatto ambientale come l'olio di palma. In alcuni casi anche le fasi lavorative del sapone sono ben diverse dalla classica reazione di saponificazione e il prodotto finale può essere a stento definito sapone.
Un sapone rimuove lo sporco in quanto le sue molecole contengono una parte lipofila che si lega al grasso dello sporco, ed una parte idrofila che tende a legarsi all'acqua per cui quando risciacquiamo l'acqua porta via la parte idrofila legata alla sua parte lipofila a sua volta legata allo sporco.

Ingredienti e strumenti per l'autoproduzione del sapone

- Acqua:              300 gr
- Olio di oliva:    1000 gr
- Soda caustica:  128 gr

- Bilancia di precisione
- Pentole in acciaio
- Cucchiaio di legno
- Termometro da cucina
- Minipimer

Sicurezza

La soda caustica è molto reattiva e va maneggiata con cautela. E' necessario indossare sempre guanti e occhiali protettivi ed evitare il contatto della pelle con la soda caustica. Stare lontani da eventuali fumi che si sviluppano nella reazione tra acqua e soda caustica.
Una volta prodotto il sapone necessita di due mesi di stagionatura durante i quali la reazione di saponificazione continua e tutto il materiale caustico viene trasformato in sale: non usare il sapone prima che sia terminata la reazione di saponificazione.


Procedimento

- Pesare 1000 gr di Olio d’oliva in una pentola
- Pesare 300 gr di acqua
- Pesare 128 gr di Soda Caustica
- Versare lentamente la Soda nell’acqua (sviluppo di fumi)
- Riscaldare l’olio fino alla temperatura di 45°C
- Quando anche la soluzione caustica è a 45°C, versare la soluzione caustica nell’olio e mescolare
- Frullare con il minipimer fino alla fase del nastro (in pratica quando il composto ha assunto l'aspetto di una crema
- Versare il tutto in una vaschetta di plastica e tenere al caldo (avvolgendo il tutto in una coperta)
- Dopo 24 ore, togliere dallo stampo e fare asciugare all'aria

- Attendere 2 mesi di stagionatura prima di usare

Il sapone è finalmente pronto ad essere usato

Sapone fatto in casa
Sapone autoprodotto


Ed ora un brano tratto dal libro "Il tuo sapone naturale" di Marina Tadiello e Patrizia Garzena dal quale ho tratto la ricetta presentata.

"Il mondo in cui viviamo è sempre più piccolo. E anche le scelte più banali che facciamo nella nostra vita quotidiana possono innescare, per reazione a catena, cambiamenti tanto enormi quanto difficili da prevedere. Imparare a fare il sapone è un piccolo passo che offre la grande opportunità di prendersi cura del proprio corpo senza delegare ad altri scelte importanti per la conservazione del pianeta e per la promozione di uno stile di vita davvero responsabile.
Chi sceglie di autoprodurre, anzichè comprare da uno scaffale qualcosa che altri hanno confezionato, compie un gesto di libertà e si riappropria di un'indipendenza che il nostro ruolo passivo di consumatori ci ha fatto progressivamente perdere"