lunedì 21 gennaio 2013

Perù e Bolivia (21 gg) - Parte quarta: Puno, Arequipa, Colca, Lima

Giorno 17 - Puno

E' giunto infine il momento di lasciare la Bolivia e tornare in Perù. Lo abbiamo fatto affidando il nostro viaggio al bus della compagnia...., un bus cama (con sedili reclinabili) a 3 file molto comodo e di alto livello: ci hanno anche offerto uno snack. A Puno, questa volta, abbiamo soggiornato Casa Panqarani, un bed and breakfast a conduzione familiare che ha un proprietario molto gentile e disponibile. Addirittura è stato così gentile da accompagnarci al distretto di polizia quando, purtroppo, mi sono accorto di essere stato derubato del portafogli. Con molta destrezza in mezzo alla folla infatti, qualcuno è riuscito a far scivolare via dalla tasca il portafogli senza che io me ne accorgessi minimamente. Puno dunque ci ha portato veramenste sfortuna (all'andata, l'episodio della trota avariata ci aveva fatto star male tutta la notte). Puno inoltre è abbastanza deludente come città: il lago Titicaca infatti è bellissimo, ma la città in sè non ho molto da presentare se non la cattedrale della Plaza de Armas ed il mercato.

Giorno 18 - Puno-Arequipa

Da Puno ad Arequipa è quasi un giorno intero di viaggio attraverso splendidi paesaggi ad alta quota. Abbiamo preso un bus della compagnia Sur Oriente, ma non è stato un viaggio particolarmente confortevole. Il bus infatti ha effettuato una sosta interminabile a Juliaca, durante la quale è salito chiunque a vendere qualsiasi tipo di bene commestibile e, nell'ultima ora e mezza di viaggio siamo stati persino "intrattenuti" da un venditore di pillole aventi lo scopo di promuovere la defecazione: proprio così !
Arequipa, detta anche la città bianca, si trova a "soli" 2500 metri di quota, ed ha conseguentemente un clima mite e piacevole. Una volta arrivati in città ci siamo fatti portare da un taxi alla nostra sistemazione, l' Hostal Casa di Melgar, l'antica residenza di un vescovo di Arequipa (Manuel Segundo Ballon) riadattata secondo i comfort moderni. Una casa veramente di gran lusso ! Abbiamo anche scoperto ad Arequipa l'esistenza della cosiddetta Chifa, una specie di ristorante cinese riadattato con gli ingredienti peruviani, che ci è molto piaciuto: porzioni abbondanti, cucina a vista, frequentato da soli locali, e con prezzi decisamente popolari.
Essendo arrivati ad Arequipa nel tardo pomeriggio abbiamo solo potuto dare un'occhiata all'esterno della Cattadrale di Plaza de las Armas, prima di andare a cena.

Arequipa
Plaza de Las Armas ad Arequipa

Dopo cena abbiamo dato uno sguardo alla bellissima Chiesa di San Francesco, riservandoci il giorno successivo per il resto delle visite (monasterio di santa Catalina in primis)

 

Giorno 19 - Arequipa e trasferimento a Cabanacondè

Il Monasterio di Santa Catalina è un luogo imperdibile di Arequipa e vale bene una visita approfondita: è il monatsero delle suore dell'ordine di Santa Catalina di Siena ed è, in pratica, una cittadella nella città, tenuta splendidamente.

Arequipa
Monasterio de Santa Catalina

Dopo aver passato lì la mattinata, nel primo pomeriggio abbiamo preso l'ennesimo bus (compagnia Milagros) per dirigerci a Cabanacondè, un piccolo villaggio sul Canyon del Colca. Il viaggio è stato, ancora una volta, molto lungo e, da Chivay a Cabanacondè è divenuto estenuante.
Chivay è il primo paese del canyon di Colca e il bus ci arriva dopo circa 5 ore di viaggio. Dunque si arriva qui già stanchi, ma non ci si aspetta che il peggio debba ancora arrivare. Da qui fino a Cabanacondè infatti il bus diventa un vero e proprio bus locale: non ci sono più i posti numerati, ma chiunque può salire e scendere come se fosse un autobus cittadino. Essendo molti i locali che usano il bus in questo modo, il mezzo si riempie all'inverosimile. Come se tutto ciò non bastasse, da Chivay la strada non è più asfaltata, ma diventa sterrata. E mancano ancora 2 ore e mezzo di viaggio.
Il bus si ferma nei vari paesi che incontra lungo la strada strombazzando al suo arrivo.
Infine, quasi come la realizzazione di un miraggio, si arriva a Cabanacondè: qui il nostro albergo era il Kuntur Wassi Colca. Ancora una volta siamo stati fortunati: era infatti pulito e aveva acqua calda. Abbiamo inoltre avuto la possibilità di cenare lì, il che è stata una fortuna perchè eravamo stanchissimi e a Cabanacondè non ci è sembrato che ci fossero molto posti dove mangiare.

Giorno 20 - Cruz del Condor

Il motivo principale per cui la maggior parte delle persone va a Cabanacondè o in altri paesi del Canyon di Colca è la possibilità di ammirare il volo del condor che, specialmente tra le 8 e le 10 del mattino può affacciarsi sui cieli della zona. Per questo è stato allestito un apposito "Mirador" e, nel momento in cui si prende il bus di prima mattina per raggiungere tale mirador viene anche richiesto il pagamento di un biglietto di ingresso (non abbiamo mai capito se fosse un biglietto reale o una fregatura, probabilmente quest'ultima  opzione).
Il Mirador della Cruz del Condor è il tipico esempio di come il turismo di massa rovini qualsiasi cosa, rendendo commerciali cose poetiche e svilendo la bellezza di un luogo meraviglioso. Quello che succede infatti è che centinaia di persone arrivano sul luogo, vengono improvvisati banchetti per la vendita di oggetti di artigianato, tutti fanno baccano e scattano foto. Tutti qui per vedere il condor, un animale di cui probabilmente molti turisti ignorano anche la forma. Noi siamo arrivati all'alba, col primo bus in partenza da Cabanacondè. Alle 6 eravamo noi e poche altre persone e ci siamo potuti godere la magia del luogo: un canyon profondo 1200 metri, un'incredibile vallata, un vero e proprio spettacolo naturale. Alle 8 abbiamo visto un condor volare. Pochi secondi e si è poi allontanato lungo la valle.

Cabanacondè
Condor sul Canyon di Colca
Era il momento in cui frotte di persone stavano arrivando. Poi, fino alle 9, non si è più visto nulla, se non una crescita esponenziale del numero di persone minuto dopo minuto. Dopo un pò l'affollamento è diventato eccessivo e fastidioso ed abbiamo allora avuto l'idea di farci una passeggiata per tornare a Cabanacondè e prendere da lì il bus che partiva verso ora di pranzo per fare ritorno ad Arequipa. Abbiamo così scoperto lungo la strada l'esistenza di un vecchio mirador (oggi abbandonato) che ci ha fatto riflettere su come funzioni il turismo: questo mirador abbandonato infatti non aveva nulla di diverso da quello in funzione, eppure qui non c'era nessuno, mentre in quell'altro qualche centinaio di persone. Basta mettere un cartello e la massa lo seguirà alla cieca senza rendersi conto che un canyon è un canyon sia 100 metri a monte che 100 metri a valle: la natura è ovunque e basta aprire gli occhi per accorgersi di quanto sia bella, senza bisogno che qualcuno ce lo indichi in un punto specifico.
La passeggiata ci ha permesso di goderci da soli la vallata e, pur senza ammirare altri condor, siamo rimasti molto soddisfatti del giro e pronti infine per un nuovo estenuante viaggio di ritorno verso Arequipa. Il bus, come all'andata, era colmo di persone. La strada sterrata per la prima ora e mezza di cammino. Un viaggio infinito.
Siamo arrivati in città verso sera molto stanchi. E col pensiero che praticamente la nostra vacanza era terminata.

Giorno 20 - Lima

Il mattino seguente, dopo un'ottima colazione consumata nel giardino di Casa de Melgar, siamo andati in aeroporto ed abbiamo preso un aereo per Lima. Questa volta il nostro ostello,, Pradera Verde, era a Miraflores, una delle zone più tranquille della città. Nella piazza principale del quartiere c'era un mercatino di libri ed abbiamo dunque passato il pomeriggio passeggiando. Arrivata la sera invece siamo andati al Parco dell'Acqua, uno splendido giardino ricco di fontane molto belle che effettuano giochi di luce e acqua; ci sono fontane danzanti ed altre con cui interagire (stando attenti a non bagnarsi dalla testa ai piedi!) Un'attrazione molto carina in una città altrimenti piuttosto anonima.
A Lima abbiamo anche sperimentato l'esperienza dei bus colectivos, dei piccoli pulmini, il cui bigliettaio, ad ogni fermata scende ed urla la destinazione finale, richiamando il maggior numero di passeggeri. Di piccoli bus così ne è piena la città e salirci è un'esperienza da non perdere (oltre che essere un modo economicissimo per spostarsi)

Giorno 21 - Lima

Infine, il ventunesimo giorno della nostra vacanza, è giunto il momento di ripartire per casa. La mattina però abbiamo potuto dedicarci alla visita del centro di Lima ed in particolare dell'interessante Convento di San Francesco, la cui visita vale bene il biglietto di ingresso specialmente per la parte riguardante le catacombe.
Per pranzo ci siamo fermati in un posto dove facevano ottimi panini a Miraflores.
Nel tardo pomeriggio siamo poi andati nuovamente in aeroporto e abbiamo salutato definitivamente il Perù affrontando il nostro ultimo spostamento, quello del viaggio di ritorno.

giovedì 17 gennaio 2013

Perù e Bolivia (21 gg) - Parte terza: La Paz e Salar de Uyuni

Giorno 10 - La Paz

La Paz era per noi in realtà una tappa obbligata prima di scendere a Uyuni, una città dalla quale partono le escursioni per il Salar più grande del mondo ed il motivo principale della nostra visita in Bolivia. La mattina del decimo giorno siamo dunque andati alla ricerca dei biglietti del bus per Uyuni. Esistono 3 compagnie che effettuano la tratta La Paz - Uyuni: Panasur, Todo Turismo e Transomar. In tutti i casi si tratta di un viaggio notturno, ed in tutti i casi viene offerto un bus semi-cama, ovvero con sedili parzialmente reclinabili. Abbiamo optato per Panasur, ma il servizio non ci è piaciuto molto (meglio al ritorno con Transomar, ma anche in quel caso il bus era piuttosto scomodo). Prima del viaggio notturno però abbiamo avuto il tempo per visitare il centro di LaPaz, soffermandoci sul Museo della Coca nonchè sulla Cattedrale e sulla Chiesa di San Francesco. Per pranzo abbiamo scelto un posto che consiglio vivamente perchè ci è piaciuto molto: Angelo Colonial.
Abbiamo così passato la giornata e ci siamo infine preparati per il viaggio di 11 ore da La Paz a Uyuni. E' stato un viaggio, come si può immaginare, molto duro e lungo e abbiamo faticato a chiudere occhio anche perchè, dopo le prime 4 ore di viaggio la strada asfaltata ha lasciato il posto ad un rumoroso ed interminabile sterrato che ci ha accompagnato fino a Uyuni.

Giorno 11 - Uyuni

E siamo così arrivati a Uyuni, un posto ai confini del mondo, distrutti e bisognosi di una doccia e di un letto. Fortunatamente siamo stati ben accolti a La Petit Porte, uno splendido Bed & Breakfast (dai prezzi europei), dalla pulizia impeccabile e dallo stile originale (e soprattutto fornito di acqua calda!). Una delle poche strutture ricettive che ha il televisore, ma che non riceve canali: il televisore infatti è unicamente utilizzabile assieme al lettore DVD: e di DVD a disposizione ce ne sono veramente tanti, tant'è che abbiamo avuto l'opportunità di vedere il film Hugo Cabret...a Uyuni ! La città di Uyuni ha ben poco da offrire, sembra un set cinematografico di un film di Sergio Leone: strade polverose, cani randagi e poco altro. Anche a livello gastronomico è piuttosto carente: la via centrale è piena di fantomatiche "Pizzerie Italiane" tutte uguali, con menù di tutti i tipi (oltre alla pizza, cucina boliviana e messicana) dalla qualità scadente. Solo un locale si distingue dagli altri: La Locomotiva: leggermente decentrata rispetto alla via principale, offre un menù più ridotto ma dalla qualità certamente migliore. D'altronde chi viene a Uyuni non viene certo per la cucina, ma per fare una o più escursioni nel Salar de Uyuni.
A tal proposito è necessario sottolineare che ci sono svariate agenzie che propongono le escursioni, ma è sicuramente un buon consiglio prenotarle prima, verificando su siti quali trip advisor la qualità delle offerte proposte. Ad esempio si parla molto male della Colque Tours (una delle agenzie storiche di Uyuni), ma anche molte altre agenzie ricevono giudizi negativi.
Noi ci siamo affidati a Ruta Verde, e ci siamo trovati benissimo, per cui mi sento di consigliarla al 100% a chi decida di fare un'escursione di una o più giorni in quello che, secondo me, è uno dei posti più belli del mondo. Ecco come abbiamo vissuto noi la nostra escursione di tre giorni.

Giorno 12 - Salar de Uyuni - Primo giorno

Alle 10:00 in punto, come da programma, Juan, la nostra guida, ha bussato alla nostra Petit Porte e siamo saliti sulla sua 4X4 con la quale avremmo effettuato tutti i nostri giri.
La prima tappa è stata la visita al "cimitero dei treni": alla periferia di Uyuni infatti ci sono varie decine di locomotori che sono stati portati lì da varie parti del mondo e lasciati morire. Ci si trova dunque di fronte a un notevole accumulo di ferraglia che, al limitare del Salar, fa un certo effetto.

Salar de Uyuni
Il cimitero dei treni
Siamo poi andati a visitare una delle strutture nelle quali  viene estratto il sale. Il Salar, che è la più grande distesa di sale del mondo, era un tempo un lago che, a seguito della sua completa evaporazione, ha lasciato il posto a tale distesa salina. Durante la stagione delle pioggie, uno nuovo strato d'acqua ricopre la superficie. Con la stagione secca poi una nuova evaporazione lascia spazio ad un nuovo strato di sale: ogni anno dunque l'estrazione di sale continua, e sempre nello stesso punto.
Dopo un'ulteriore sosta in un sito dove sono presenti delle antiche mummie, abbiamo finalmente fatto il nostro ingresso nel Salar: 12.000 km quadrati di bianco senza apparenti confini. Un luogo veramente unico ed incredibile.

Bolivia
Salar de Uyuni

Qua e là delle piccole isole: una di queste, l'Isla del Pescado, l'abbiamo visitata. La sua caratteristica è quella di avere centinaia di cactus giganti, che arrivano fino a 12 m di altezza.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto un albergo fatto tutto di sale, l'Hotel de Sal (Tayka) dove abbiamo poi cenato e passato la notte.

Giorno 13 - Verso il Sud Lipez - Secondo giorno

Il secondo giorno il paesaggio è gradualmente cambiato: inizialmente abbiamo attraversato ancora parte del Salar per giungere alla Galaxy Cave, una grotta caratterizzata dal fatto di essere tutta fatta di corallo. Da qui abbiamo poi lasciato il Salar per attraversare una zona desertica piena di rocce dalle strane forme e ci siamo introdotti in un ambiente vulcanico: Davanti a noi le vette a 5000 metri (e oltre) di almeno 5 vulcani erano visibili a formare un'ampia vallata. Abbiamo poi raggiunto e superato varie lagune: una di queste, chiamata Laguna Trebisonda in quanto maleodorante, era particolarmente interessante perchè piena di fenicotteri rosa.

Bolivia
Presso la Lagua Trebisonda
E' iniziata a questo punto una costante salita che ci ha portato a oltre 4000 metri, tra muschi mai visti e strani animali come la viscacha, una specie di coniglio con una lunga coda e siamo infine giunti al limitare di un enorme deserto dove c'era l'Hotel de Piedra (Tayka) per la nostra seconda notte.
Entrambi gli alberghi dove abbiamo dormito ci sono sembrati di buona qualità: c'era l'acqua calda e le cene e la prima colazione ci sono sempre piaciute. E' questa una caratteristica importante del tour con Ruta Verde perchè altri tour si affidano ad alberghi più basici che sono più che altro rifugi in cui non è detto che ci sia acqua calda e sono probabilmente più scomodi e meno puliti. E' necessario quindi verificare, nel momento in cui si prenota un tour, in quali alloggiamenti sono previste le notti e posso tranquillamente affermare che vale la pena spendere qualcosa in più, ma avere un buon alloggio che risparmiare e non avere neanche la possibilità di farsi una doccia calda: alla fine di una giornata in cui si è stati prevalentemente in macchina, percorrendo sterrati e respirando polvere, è fondamentale potersi lavare.

Giorno 14 - Sud Lipez - Terzo giorno

L'ultimo giorno di visita della zona prevedeva un ulteriore spostamento verso il Sud ed infatti siamo arrivati al confine con il Chile. E' stata forse la giornata più intensa delle tre: all'alba siamo partiti ed abbiamo incontrato, sul nostro cammino, l'"albero di pietra", una roccia famosa in quanto scolpita dal vento in modo tale da farla sembrare un albero.

Albero di Pietra
Arbor de Piedra

E' una zona desertica in cui, appaiono, qua e là, stranissimo blocchi di pietra: lo scenario è surreale tant'è che questo deserto porta il nome di Deserto di Dalì. Siamo poi arrivati all'ingresso di una enorme riserva naturale: la "Reserva Natural Eduardo Avaroa". Una nuova lunga salita ci ha portato alla quota record di 4990 metri slm (più in alto che sul monte bianco!): qui abbiamo visto dei geyser, in quanto tutta la zona è vulcanica.

Reserva Natural Eduardo Avaroa
Geyser a 4990 m slm


Da qui siamo poi andati prima alla Laguna Verde (il cui colore è dovuto alla presenza dell'Arsenico nell'acqua).

Reserva National Eduardo Avaroa
Laguna Verde
Infine ci siamo diretti alla Laguna Colorada che è invece rossa a causa di alcune alghe che vivono nelle sue acque: è questa la laguna più bella di quelle viste ed è incredibile quanti sino i fenicotteri che la popolano.

Laguna Colorada
Fenicotteri Rosa nella Laguna Colorada

Dopo pranzo ci siamo infine avviati nuovamente verso casa che, a questo punto, distava circa 600 km da dove eravamo. Teoricamente, un'altra possibilità è quella di arrivare in Cile, fino a San Pedro de Atacama e da lì riprendere un aereo per il Nord della Bolivia.
Siamo comunque arrivati a casa nel tardo pomeriggio e non c'era niente di meglio che potersi rilassare alla Petit Porte dove abbiamo passato la notte, prendendoci quindi un giorno cuscinetto prima di ripartire con l'autobus notturno

Giorno 15 - Uyuni

E' stato dunque un giorno di esclusivo riposo questo a Uyuni in quanto qui non c'è altro da fare che aspettare gli unici bus che tornano a LaPaz, i quali partono tutti la sera. Abbiamo comunque scoperto che esiste un'altra opzione che consiglio in quanto permette di guadagnare un giorno ed evitare un'altra notte in bus, ossia quella di prendere l'aereo. A Uyuni infatti c'è un piccolo aeroporto e la compagnia aerea Amaszonas effettua voli giornalieri Uyuni-La Paz.

Giorno 16 - La Paz

Dopo una nuova lunga ed estenuante notte in bus (con la compagnia Transomar) e dopo aver superato anche l'ultimo ostacolo, ossia il traffico di El Alto, siamo tornati a La Paz ed abbiamo nuovamente soggiornato all'Hotel Cruz de Los Andes. Per la colazione abbiamo scelto un posto vicino l'albergo (in Calle Sagarnaga) che si chiama: 100% Natural: la nostra migliore colazione (più che altro un brunch) con succo di banana (o papaya), yougurt con frutta, uovo strapazzato (o fritto) e toast con burro e marmellata. Abbondante e ottima.
Per la visita di La Paz, questa volta ci siamo focalizzati sul quartiere coloniale che, in realtà, è in pratica concentrato su una sola strada, Calle Jaen, molto carina.

Abbiamo mangiato nuovamente all'Angelo Colonial e abbiamo fatto qualche acquisto (prodotti di lana di alpaca, strumenti musicali....ci siamo risparmiati l'acquisto dei feti di lama presenti al Mercato delle streghe).

domenica 13 gennaio 2013

Perù e Bolivia (21 gg) - Parte seconda: Lago Titicaca

Giorno 6 - Viaggio Cusco - Puno col treno delle Ande

Ci sono alcune cose, in Perù, che contrastano fortemente con il livello economico di base di questa nazione: tra queste c'è l'Andean Explorer, il treno andino che collega le città di Cusco e Puno. E' un treno pensato esclusivamente per i turisti: è infatti un treno di lusso, in cui si è serviti e riveriti, con pranzo a bordo, cocktails, sfilate di moda ed intrattenimenti musicali dal vivo di vario genere. Il tutto a prezzi decisamente europei ! Inquietante pensare che una delle carrozze del treno è pensata per i locali e, a prezzi decisamente peruviani, non prevede alcun tipo di servizio come invece succede per gli altri ospiti. Disparità a parte (evitabili solo servendosi di un bus), il treno attraversa scenari fantastici, tra pampa e montagne, arrivando ad un altezza massima di circa 4300 metri e giungendo, dopo circa 7 ore, alla città di Puno, sulle rive del Lago Titicaca a 3600 metri di altitudine sul livello del mare.

Andean Explorer
Sul treno delle Ande

Qui avevamo, ancora una volta, un albergo prenotato da Perù Etico che ci ha organizzato, per il giorno successivo l'escursione (con notte inclusa) all'Isola di Taquile. Purtroppo abbiamo passato una notte in bianco a causa dell'indigestione di una trota servitaci in un ristorante.

Giorno 7 - Lago Titicaca, Isole galleggianti Uros, Taquile

Il programma del giorno prevedeva di imbarcarci al porto di Puno e navigare parte dell'immenso Lago Titicaca per raggiungere infine l'isola di Taquile. Prima però era prevista una sosta alle isole galleggianti Uros. Si tratta di isole artificiali costruite tramite giunchi: è incredibile ma, su una base di questi giunchi, gli abitanti di queste isole costruiscono le proprie capanne e, tramite un pannello solare, riescono anche ad avere la corrente elettrica.

Lago Titicaca
Isole galleggianti Uros sul Lago Titicaca
Ma ancora più incredibile è l'isola di Taquile dove vive una comunità di poche centinaia di persone in modeste case di fango. In quest'isola in mezzo al Lago, che per colori e vegetazione ricorda la Sardegna, questa comunità vive una vita semplice fatta di agricoltura ed allevamento.

Lago Titicaca
Isola di Taquile sul Lago Titicaca

Alcuni abitanti producono oggetti artigianali che vendono ai turisti in visita. Consiglio assolutamente di fermarsi a dormire la notte presso gli abitanti di quest'isola che ospitano i turisti nelle proprie capanne. L'atmosfera che si respira è di altri tempi. Sembra di vivere fuori dal mondo con ritmi e consuetudini completamente diverse dalle nostre. Vedere gli abitanti di quest'isola così sereni e rilassati fa riflettere sul nostro stile di vita e fa venir voglia di riconsiderare la proprie convinzioni ed idee sulla felicità. Ovviamente è necessario adattarsi a dormire su un letto non proprio comodo e non avere un vero e proprio bagno, ma piuttosto una semplice tazza con 4 mura attorno. Ma veramente vale la pena fermarsi a dormire qui per vivere appieno la magia del luogo che, in una visita in giornata si perderebbe del tutto (anche perchè le ore di navigazione sono molte). Noi decidiamo di acquistare da Sebastian, un abitante del luogo, una tovaglia da lui prodotta. La sua reazione al nostro acquisto è inaspettata: ci ringrazia e ci abbraccia calorosamente, esprimendo una tenerezza veramente commovente.
Poco dopo le 20:30, dopo aver cenato, andiamo a dormire nella capanna a noi destinata.

Giorno 8 - Taquile

Di mattina, andiamo a visitare la spiaggia più grande dell'isola, un posto paradisiaco (peccato che l'acqua sia troppo fredda per poter fare il bagno).

Lago Titicaca
La spiaggia di Taquile
Poi, per pranzo, torniamo a "casa" e, successivamente, ci imbarcano nuovamente per il ritorno a Puno


Giorno 9 - Viaggio Puno - La Paz

Abbiamo scelto di fare il viaggio Puno - La Paz con Transturin, una ditta che effettua il trasporto associandoci alcune visite in tappe intermedie. Siamo partiti dunque di prima mattina da Puno con un bus e siamo arrivati alla frontiera Perù-Bolivia. Qui, in un'atmosfera surreale (resa forse ancora più strana da uno sciopero boliviano), abbiamo compiuto le pratiche amministrative che consistono nel passaggio dall'ufficio peruviano a quello boliviano con passaporto alla mano e cartoncino che testimonia la nostra permanenza in Perù o Bolivia. Nell'ufficio boliviano era presente un solo impiegato che amministrava le pratiche ascoltando la radio a tutto volume. Nel frattempo i bagagli venivano trasportati dal bus ad una barchetta nella quale ci saremmo presto imbarcati utilizzando come mezzo di trasbordo delle biciclette ! Dopo circa un'ora tra pratiche amministrative e imbarco siamo arrivati, tramite barchetta, ad un più grande catamarano che ha iniziato la navigazione verso la sponda Sud del Lago Titicaca. Giunti a Copacabana, siamo sbarcati per pochi minuti per la visita alla chiesa della città, ma siamo presto ripartiti per giungere alla splendida Isola del Sole dove è stato realizzato un'orto botanico ed un museo sulla cultura inca.

Lago Titicaca
Vista dall'Isola del Sole sul Lago Titicaca

Dal lago Titicaca ora si iniziano a vedere la Cordigliera Reale con vette altissime piene di ghiacciai.
Ripreso il catamarano siamo infine arrivati alla sponda meridionale del lago dove un bus ci aspettava per l'ultimo tratto del viaggio (su strada) verso La Paz.
L'arrivo a La Paz è stato emotivamente intenso. La strada infatti non arriva direttamente in città ma a El Alto, una perfieria di La Paz divenuta città a se stante che appare tremendamente povera e decadente, il tutto a 4000 metri di altezza. Il bus ha attraversato tutta El Alto arrivando infine alla cime della enorme conca che ospita la città di La Paz. Essendo già sera, lo spettacolo che ci si è parato davanti è stato strepitoso: migliaia di luci disseminate su un dislivello di circa 1000 metri! La Paz appare enorme e incredibilmente scoscesa. Il traffico, in centro, è delirante. La auto si sfiorano rischiando incidenti ogni minuto, le persone, a centinaia, affollano le strade, tra venditori ambulanti e pedoni vari.
A La Paz siamo stati molto fortunati ad aver prenotato l'albergo Cruz de Los Andes che, per pochi euro, ci ha ospitato in un ambiente caldo e confortevole, nonchè pulito e decoroso. L'albergo è abbellito da murales su tutte le pareti. C'è internet a disposizione dei clienti e persino un tavolo da biliardo.

martedì 8 gennaio 2013

Perù e Bolivia (21 gg): parte prima: Cusco, Valle Sacra, Machu Picchu

Introduzione

Come dice Gabriel Garcia Marquez l'America del Sud è il luogo dove "la realtà supera di gran lunga la fantasia": è così ! Lì tutto può succedere: si può perdere il senso dell'orientamento in sconfinati deserti e perdere il senso di umanità nelle megalopoli senza fine, si può venire derubati del portafogli sentendosi dire dalla polizia "torni domani per la denuncia", ed essere abbracciati per una acquisto di pochi soldi dall'artigiano che ti sta vendendo il suo prodotto. Natura e umanità raggiungono il loro massimo livello, nel bene e nel male, dando vita ad un continente incredibile, variopinto, inusuale ed estremamente interessante.
Vado qui a proporre un itinerario di 21 giorni alla scoperta di parte dell'America Latina, ed in particolare focalizzando l'attenzione su Perù del Sud e Bolivia (parte andina), riportando la mia esperienza e gli aneddoti che l'hanno caratterizzata, in un viaggio che è stato per me (e per mia moglie), indimenticabile...anche perchè è stato il nostro viaggio di nozze. Si tratta di un percorso che si è sviluppato per lo più ad alta quota tra paesi, città e luoghi naturali che raramente si trovano al di sotto dei 3000 metri di altitudine sul livello del mare, per cui posso consigliarlo solo a persone che non hanno particolari problemi di salute e che non soffrono dei disturbi correlati all'alta quota. E' un viaggio altrimenti piuttosto facile ed è possibile farlo in maniera del tutto autonoma organizzando indipendentemente le proprie tappe e sistemazioni. Noi abbiamo organizzato tutto dall'Italia tramite Internet affidandoci alcuni dei nostri tour ad agenzie locali (come ad es Perù Etico e Ruta Verde, vedi descrizioni lungo la descrizione delle varie tappe) senza quindi fare uso di alcuna agenzia turistica. Partiamo dunque alla scoperta delle Ande Peruviane e Boliviane.

Giorno 1 - Lima

A seconda che in Italia ci sia o meno l'ora legale, sono rispettivamente 7 o 6 le ore di differenza rispetto al Perù. Partendo dunque dall'Italia la mattina si arriva a destinazione (Lima) nel primo pomeriggio ora locale, anche se in realtà sono passate 11 ore di volo. Il consiglio per adattarsi il più velocemente possibile al fuso orario, è quello di sforzarsi di rimanere svegli fino a sera per poi andare a gustarsi il meritato riposo. E' proprio così che abbiamo fatti noi, andando a dormire (ora locale) verso le dieci di sera. Di Lima, il primo giorno, non abbiamo visto nulla in quanto siamo stati trasportati dall'aeroporto al nostro albergo (Casa Yolanda, che non consiglio) con un'auto privata e non siamo usciti nemmeno per una rapida passeggiata. Ma le nostre impressioni sulla città sono state tutte negative: ci è apparsa infatti come una città cupa, inquinata, trafficata, delirante e pericolosa. In particolare ci ha impressionato l'atmosfera uggiosa ed abbiamo scoperto che a Lima il tempo è nuvoloso 300 giorni l'anno in quanto, dietro la città, le Ande bloccano tutte le nuvole che arrivano dal mare, che rimangono dunque a stazionare sulla metropoli. Questa copertura nuvolosa continua (e senza pioggie) è definita "garrua" e dopo una mezza giornata passata qui, già la odiavamo.

Giorno 2 - Cusco

Il viaggio vero e proprio è cominciato il secondo giorno, quando ci siamo diretti a Cusco. Per arrivare a destinazione abbiamo optato per un volo interno e ci siamo trovati benissimo con la compagnia TACA (ma esiste anche la linea LAN). Arrivati a destinazione, un auto ci è venuta a prendere e ci ha portato al nostro albergo che ci è piaciuto moltissimo e che dunque consiglio vivamente come struttura presso cui soggiornare: si tratta di "Piccola Locanda", un albergo gestito da alcuni ragazzi peruviani con l'aiuto di Paola, ragazza italiana che fa parte di "Perù Etico", un'associazione che si occupa di progetti sociali. E' possibile organizzare dei tour in tutto il Perù con questa associazione che, oltre ad i classici giri turistici, organizza delle visite ai propri progetti che riguardano principalmente case famiglia per bambini e ragazzi disabili o con problematiche familiari. Nel nostro caso abbiamo scelto un giro di due giorni per la Valle Sacra degli Inca con terzo giorno a Machu Picchu e ci siamo nuovamente affidati a Perù Etico per organizzare una seconda parte del viaggio a Puno, sul lago Titicaca per poter soggiornare a Taquile (vedi in seguito). Arrivati alla Piccola Locanda di Cusco siamo stati affidati a Camilo, un ragazzo che è ben lontano dalla classica guida turistica: Camilo è infatti innamorato del suo Perù, ne ha studiato a fondo la storia ed è sempre pronto a spiegare qualsiasi cosa in maniera cordiale ed amichevole, evidenziando anche quali sono i buchi che la storia ha lasciato e le incertezze ed i dubbi che ancora nessuno è riuscito a spiegare.
Cusco è una città molto gradevole. A 3400 metri sul livello del mare, ha un centro bellissimo in cui si alternano rovine inca e pre-inca alle chiese coloniali degli spagnoli.

Perù

Cusco

L'altitudine può creare alcuni disturbi come mal di testa, mal di stomaco etc, il cosiddetto "soroche". Il rimedio locale si basa sulle foglie di coca che vengono masticate o utilizzate per infusi. Che funzioni o meno non lo so, ma problemi con l'altitudine non ne abbiamo avuti. Un consiglio è quello di mangiare leggero: per cena infatti abbiamo scelto di mangiare zuppa (ottima quella di quinoa, un cereale locale) all'ottimo ristorante Kusikuy, nei dintorni della Plaza de las Armas (la splendida piazza principale).


Giorno 3 - Cusco, Tambomachay, Puka Pukara, Kenko, Sachsauaman

Il terzo giorno è iniziato il nostro giro con Camilo che ci ha fatto fare come prima cosa una passeggiata a Cusco e al Mercato di San Pedro (dove è possibile vedere circa 40 delle 10.000 diverse specie di patate che esistono in Perù!) e poi ad alcune rovine inca nei dintorni della città: Tambomachay, PukaPukarà, Kenko e Sachsahuaman, la più interessante.

Cusco
Le rovine di Sachsahuaman

Nel pomeriggio abbiamo visitato il Monastero di Santo Domingo o Tempio del Sole caratterizzato da mura inca e chiostro coloniale (splendido) e il MAP (Museo di Arte Pre-colombina che tratta le civiltà di Chimu, Nazca, Mochica e Chapay). Di sera, visita alla casa famiglia di San Sebastian (periferia di Cusco) che si occupa di bambini disabili, un progetto bello ed impegnativo che coinvolge anche alcuni ragazzi italiani che ci lavorano come volontari.

Giorno 4 - Machuqolqa, Moray, Maras, Aguas Calientes

Sempre in compagnia di Camilo, la nostra giornata si è svolta nella Valle Sacra degli Inca, con la visita, in particolare, a 3 siti archeologici: il primo, Machuqolqa, rappresenta una vera e propria struttura frigorifera artificiale ricavata sul terreno: sfruttando la particolare climatologia del luogo gli inca la utilizzavano per conservare le proprie derrate alimentari.
Il secondo, Moray, era un laboratorio biologico: una seria di terrazzamenti circolari ricreava altrettanti microclimi all'interno dei quali sperimentare le migliori forme di agricoltura: tale sistema, utilizzato anche nei tempi moderni, è stato recentemente dichiarato sito archeologico e quindi dismesso dal suo uso primario.

Valle Sacra degli Inca
Il laboratorio biologico di Moray

Il terzo, Maras, è una salina: a più di 3000 m di altezza dalla montagna fuoriesce un torrente salato: l'acqua viene raccolta in enormi vasche e lasciata evaporare in modo che il sale possa essere successivamente raccolto: è un sito per vedere il quale si paga un biglietto di ingresso: è però allo stesso tempo un luogo di lavoro, una cosa da tenere presente nel momento in cui si effettua la visita, per non essere irrispettosi nei confronti dei lavoratori.

Valle Sacra degli Inca
La salina di Maras

La giornata prevedeva poi la visita ad una casa famiglia (rientrante nel progetto di Perù Etico) ossia quella di Urubamba, che accoglie bambini e ragazzi con alle spalle storie familiari difficili.
Dopo la visita (e il pranzo) alla casa famiglia, Camilo ci ha accompagnato fino a Ollantaytambo, una delle altre città presenti nella vallata dalla quale parte il treno (Inca Rail) per Aguas Calientes, il paese più vicino a Machu Picchu.
Aguas Calientes è un posto molto turistico che dà l'impressione di essere finto: in effetti, fino a qualche anno fa, non era altro che un piccolo villaggio, che si è poi trasformato in un luogo di ricezione turistica basato unicamente su hotel e ristoranti. Bisogna prenderla per quello che è: una base di appoggio per andare, il giorno dopo, a Machu Picchu: è infatti altamente consigliabile visitare il sito di prima mattina, prendendo il primo bus disponibile all'alba in modo da evitare le orde di turisti che iniziano ad arrivare intorno alle 10:00.
A Ollantaytambo abbiamo dunque preso il treno che ci ha portato ad Aguas Calientes dove abbiamo cenato (presso il ristorante Indios Feliz, piuttosto buono) e poi dormito (presso l'hotel Inti Winay Wayna, pulito e decoroso, seppure anonimo).

Giorno 5 - Machu Picchu

Come da programma sveglia all'alba (alle 4:30) e, dopo una veloce colazione, di corsa alla stazione dei bus per mettersi in coda e prendere le prime corse (il primo in assoluto parte alle 5:30). Dopo una mezzora di tornanti di sterrato in salita siamo arrivati all'entrata del sito. Qui una nuova coda per entrare. Queste code sono in realtà un semplice assaggio di quelle che si formano in orari più tardivi.
Il sito di Machu Picchu non delude la fama e le attese. E' una meraviglia. Una cosa unica. Una intera città inca perfettamente conservata all'interno di uno scenario montano senza paragoni.
Consiglio, oltre la visita della città, anche la salita al Wayna Picchu, quella montagna che si vede sullo sfondo di tutte le classiche foto che si vedono del sito. Da lì si gode una panoramica insolita, e si approffita per fare almeno un tratto di strada a piedi se non si è effettuato l'Inca Trek per arrivare al Machu Picchu. Per fare questa escursione è necessario però dare il proprio nominativo con alcuni giorni di anticipo perchè il numero di ingressi giornalieri è limitato (Perù Etico aveva incluso questo nell'organizzazione del nostro giro).

Wayna Picchu
Vista di Macchu Picchu dal Wayna Picchu
La nostra visita, compresa l'escursione al WaynaPicchu è durata tutta la mattinata. Abbiamo poi ripreso il bus per tornare ad Aguas Calientes e, da lì, dopo un rapido pranzo all' Inka Wasi (buono ma costoso), il treno per tornare ad Ollantaytambo dove ci sono venuti a prendere con la macchina per riportarci a Cusco, alla Piccola Locanda.
A Cusco abbiamo cenato nel pittoresco quartiere di San Blas all'ottimo ristorante Pacha Papa facendoci servire carne di Alpaca, papa rellena (patata fritta ripiena) e quinoa.



domenica 6 gennaio 2013

Insalata di rinforzo

Tipico piatto napoletano facilissimo e veloce da preparare. Esistono diverse versioni (con o senza alici), probabilmente dovute al gusto personale di chi la prepara...

Ingredienti

- Cavolfiore
- Olive verdi e nere
- Capperi
- Sottaceti
- Alici

Procedimento


Pulire il Cavolfiore delle foglie e della parte interna più dura. Tagliarlo in pezzi e farlo lessare in acqua bollente per non più di 10 minuti
Scolare e fare raffreddare il cavolo, condire poi con sale, olio e aceto ed aggiugere gli altri ingredienti a piacere. Gustata il giorno successivo alla preparazione è ancora più buona perchè gli ingredienti risultano meglio mescolati: se la si prepara per il giorno stesso, è buona norma mettere l'insalata di rinforzo una mezzora in frigo prima di servire.

Note

Come riportato nel Manifesto della frutta e della verdura in base alle stagioni, il cavolfiore si adatta perfettamente alle ricette autunnali ed invernali.