mercoledì 30 maggio 2012

Food, Inc. - Un film di Robert Kenner

Per cambiare le cose potete esprimere la vostra preferenza.
Tre volte al giorno

Acquistate prodotti da aziende che trattano i lavoratori, gli animali e l'ambiente con rispetto


Quando fate la spesa al supermercato:
-scegliete prodotti di stagione
-acquistate cibi biologici
-informatevi sul contenuto degli alimenti
-leggete le etichette
-siate consapevoli di ciò che comprate

I prodotti alimentari percorrono in media 2000 Km dal produttore al supermercato
-acquistate alimenti prodotti localmente
-comprate nei mercatini degli agricoltori
-fatevi un orticello (anche piccolo)

Cucinate i pasti in famiglia e mangiate assieme


Tutti hanno diritto a cibo sano
-assicuratevi che i mercatini degli agricoltori accettino i buoni cibo
-chiedete ai dirigenti scolastici di garantire pasti sani

Se pregate prima del pasto, chiedete che il cibo conservi noi e il pianeta in salute

Potete cambiare il mondo ad ogni boccone


Affamati di cambiamenti?


Sono questi i significativi consigli finali di "Food, Inc.", film denuncia di Robert Kenner incentrato sull'industria alimentare americana, ed in particolare sulla questione della carne.
Si tratta di un film forte, dalle immagini spietate, a tratti nauseante, non consigliabile a stomaci deboli, ma assolutamente imperdibile per chi voglia far luce su tutto ciò che c'è dietro al cibo che arriva sulle nostre tavole. E' un documentario che svela i segreti dei colossi multinazionali che gestiscono gli allevamenti intensivi e le coltivazioni industriali. Nonostante riguardi gli Stati Uniti d'America il messaggio è valido a livello internazionale e, se è vero che in Italia probabilmente la situazione non è così al limite, è altrettanto vero che le industrie che gestiscono la distribuzione alimentare, anche in Italia, hanno come unico scopo il profitto a scapito della salute pubblica e del benessere alimentare.


Il film affronta la questione alimentare da diversi punti di vista, iniziando con

Fast Food per tutti

un capitolo che analizza i motivi storici del perchè si sia arrivati agli attuali metodi produttivi e come le multinazionali abbiano assunto un potere tanto forte: tutto è iniziato con i primi Fast Food, quando i fratelli Mc Donald hanno rivoluzionato il concetto di ristorante accelerando i processi produttivi, dimezzando i costi e puntando tutto sulla quantità a scapito della qualità dei prodotti. Si prosegue con
 

Cornucopia, una grande libertà di scelta

dove viene evidenziata quanto sia apparente la libertà di scelta che ci viene offerta nei supermercati: la maggior parte delle marche infatti è il risultato della produzione da parte di un limitato numero di multinazionali che gestiscono la quasi totalità del commercio. Scegliere questa o quella marca non fa molta differenza se poi a gestirle tutte è la medesima multinazionale.

Conseguenze impreviste

Si passa quindi al capitolo che mostra cosa succede quando qualcosa sfugge al controllo di queste multinazionali: contaminazioni batteriche, ed altri eventi deleteri che causano malattie, problemi sanitari etc. Questo avviene poichè le ditte, volte al solo profitto, non si curano delle condizioni di vita degli animali (nè di quelle dei lavoratori), li nutrono con alimenti insani e li portano quindi a sviluppare malattie che vengono poi trasmesse ai consumatori. Sono terrificanti le immagine relative agli stabilimenti produttivi, nonchè quelle che raccontano la storia di un bambino di due anni ucciso da una contaminazione da Escherichia Coli dopo aver mangiato un hamburger.

Il menù da un dollaro

In questa parte si evidenzia come le multinazionali che gestiscono l'affare alimentare siano state in grado di dimezzare i costi produttivi arrivando a proporre sul mercato alimenti del tutto insani a prezzi ridicoli. Le persone meno abbienti, quelle che devono fare i conti con il proprio portafogli per arrivare a fine mese, si trovano così spinte a comprare hamburger da 1 dollaro piuttosto che verdure che costano il doppio. Si arriva al paradosso di cibi lavorati (come ad esempio le patatine fritte), che costano meno dei cibi elementari (come ad esempio) la frutta. Come è stata possibile questa corsa al ribasso? Da una parte a spiegarla è l'uso di materie prime di basso costo, una su tutti il mais, la cui coltivazione non ha problemi di resa, è economica ed efficiente: il mais è anche il cibo preferenziale che viene dato agli animali ed è ingrediente di gran parte dei prodotti alimentari che acquistiamo. Dall'altra ci sono le sovvenzioni dei governi nei quali spesso lavorano gli alti dirigenti delle stesse multinazionali, alla faccia del conflitto di interessi ! Gli acquirenti, ingannati dai bassi prezzi, comprano prodotti insani che, a lungo termine, portano a malattie come il diabete o ad altri disturbi alimentari, per curarsi dai quali dovranno spendere nuovo denaro presso la sanità "pubblica".

Nel regno dell'erba

Una soluzione c'è. Ed è impersonificata da un contadino statunitense, Joel Salatin (fattorie Polyface) che non si è piegato al volere delle multinazionali che più volte hanno cercato di fargli chiudere la fattoria per assurdi motivi legati all'igiene che si sono sempre dimostrati non validi. Questo signore, che nel film viene intervistato, mostra il proprio allevamento: le sue mucche mangiano l'erba, i maiali e le galline sono liberi di girare per i prati. La produttività è forse la metà di quella degli allevamenti intensivi, ma gli animali crescono sani e forti e questo trova riscontro in un cibo incontaminato, sano e di ottima qualità.

Costi nascosti

"Il risparmio è la cosa più importante? Pochi sceglierebbero di comprare l'auto più economica". Questa frase riassume il senso del capitolo: è un incredibile paradosso come tutti noi siamo ritrosi a comprare prodotti (non alimentari) scadenti (pur essendo poco costosi), ma siamo stimolati a comprare al ribasso i prodotti alimentari. Non compreremmo mai uno stereo di una sottomarca, ma saremmo disposti a tutto pur di ottenere uno sconto del 30% sulla carne che troviamo al supermercato.

Dal seme al supermercato

Le multinazionali non si limitano ad avere il controllo assoluto sui prodotti, ma arrivano ad imporre le poprie regole a tutti, anche a chi non vorrebbe sottostare ai loro diktat. Viene riportato l'esempio delle sementi geneticamente modificate della Monsanto, ditta che in America vieta a qualunque contadino di ripulire le proprie sementi ed ottenere così un raccolto senza acquistare le sementi dalla Monsanto stessa. Il potere delle multinazionali arriva nelle aule di tribunale che quasi sempre riconoscono loro qualsiasi ragione. Ma il capitolo più interessante di tutto il documentario è:

Scuotere il sistema

nel quale viene mostrato quanto potere abbiamo noi tutti nelle nostre mani. Il potere d'acquisto di ogni singolo cittadino può veramente scuotere il sistema costringendo anche le multinazionali a cambiare i propri atteggiamenti, non perchè improvvisamente abbiano un ripensamento morale, ma sempre perchè sono interessate ad una logica del profitto. Lì dove il biologico diventa popolare ecco che anche le multinazionali vedono un possibile business e sono dunque disposte ad acquistare e rivendere prodotti biologici, apportando dunque delle modifiche alla propria politica.
Alla fine tutti ne ricavano dei vantaggi: non solo le ditte, che continuano a fare i propri interessi, ma in questo caso anche i cittadini, che trovano sul mercato prodotti migliori, più sani e genuini.
Spostare l'ago della bilancia si può.
La nostra spesa di tutti i giorni ha un potere immenso che va sfruttato. Per farlo è necessario informarsi ed è buona pratica informare gli altri.
Cambiare è veramente possibile


Il film finisce qui, ma un sito internet continua a diffonderne il messaggio approfondendo gli argomenti e suggerendo nuovi spunti.

E' importante diffondere informazioni e creare consapevolezza nelle persone perchè nessuno è disposto a rinunciare alla propria salute, ma se l'inganno dell'industria alimentare non viene svelato sarà molto difficile cambiare lo stato dell'arte.

Di seguito ecco il trailer del film...



Ancora una volta non posso che augurare: buona spesa a tutti !




 

giovedì 24 maggio 2012

Dialogo nel buio

Tempo fa sono stato ad una mostra molto particolare. Credo che infatti sia l'unica mostra nella quale non ci sia niente da vedere. Eppure c'è moltissimo al suo interno: da ascoltare, toccare, gustare, odorare...
Si tratta di "Dialogo nel buio", mostra fissa (ospitata all'interno dell'Istituto dei Ciechi di Milano) che propone un percorso in totale assenza di luce per "sperimentare un nuovo modo di vedere", come descritto nel ben fatto sito internet della mostra stessa. Non viene proposta dunque come una simulazione della cecità, ma come un invito a percepire la realtà in modo diverso, sfruttando quei sensi (udito, olfatto, gusto e tatto) che siamo in genere abitutati a sottoutilizzare.
Il percorso è estremamente interessante: a piccoli gruppi (massimo 8 persone) si viene accompagnati da una guida non vedente all'interno di stanze che ricreano, in totale assenza di luce, alcuni ambienti della vita quotidiana: c'è la campagna con il suo prato, gli alberi, il ruscello, e c'è il mare. C'è poi un ufficio con tanto di quadri alle pareti, libri e quaderni. Ed infine l'ambiente "città" con auto e moto. Si sentono i rumori, si toccano le cose, ci si parla e si impara ad apprezzare quanti stimoli l'ambiente ci propone aldilà della visione.
L'ultimo ambiente è l'interno di un bar, dove è possibile ordinare un caffè o mangiare un pacchetto di patatine: è incredibile come i cibi e le bevande sembrano assumere un sapore diverso. La sensazione è veramente unica.
Consiglio vivamente a chiunque di vivere questo tipo di esperienza che aiuta a riflettere e insegna a percepire la realtà in modo diverso.
Inizialmente, nel buio della prima stanza, la sensazione era quasi estraniante: la testa infatti sembra girare, e non si sa se tenere gli occhi aperti o chiusi. All'inizio li tenevo sgranati, cercavo a tutti i costi di vedere qualcosa. Ma poi mi sono rilassato e probabilmente li ho socchiusi ed ho iniziato a godermi la realtà con gli altri sensi a disposizione. La guida, bravissima, ci ha accompagnato lungo tutto il percorso, parlandoci, e facendoci "vedere" la realtà che c'era attorno a noi. Effettivamente alla fine la sensazione che ho avuto era quella di vedere effettivamente come erano le varie stanze, capendo dove fossero gli oggetti, avendo chiramente in mente l'orientamento e la disposizione dei vari elementi di scena.
Uscito dal percorso ero quasi frastornato perchè l'esperienza è veramente particolare e, per quanto mi riguarda, indimenticabile, tanto che ho deciso di provare anche un'altra esperienza che viene proposta che è quella della Cena al buio, della quale, ovviamente, parlerò, non appena la avrò sperimentata.
Nel frattempo segnalo il numero di telefono per prenotare il percorso: 02 76 39 44 78
Il costo è di 15 Euro (assolutamente ben spesi!)
Buon Dialogo nel Buio a tutti !

giovedì 17 maggio 2012

Guida al consumo critico - Parte terza: prodotti al vaglio

Affronto finalmente oggi la terza parte della Guida al consumo critico, della quale ho già parlato nei post precedenti.
In questa parte i vari prodotti dei quali facciamo uso e consumo vengono passati ai raggi X in modo da scoprirne la provenienza, la sostenibilità ambientale, la politica aziendale della ditta produttrice e cioè il suo comportamento nei confronti del fisco, dei diritti dei lavoratori, del Sud del mondo, degli animali, della trasparenza nei confronti dei consumatori e così via.
Per un approfondimento dell'argomento, così come dei capitoli successivi in cui, similmente ai prodotti, sono le ditte ad essere passate al vaglio, rimando all guida stessa il cui titolo, lo ricordo è: Guida al consumo critico - Tutto quello che serve sapere per una spesa giusta e responsabile, ad opera del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.

Purtroppo è abbastanza disarmante constatare come la maggior parte dei prodotti sul mercato, giudicati sotto i vari punti di vista accennati, presenti molti bollini neri e pochi voti positivi. I prodotti con la totalità dei voti positivi si contano sulla punta delle dita ed alle volte è necessario purtroppo scegliere il meno peggiore.
Vediamo dunque per ogni prodotto quali sono i consigli migliori da seguire e presso quali ditte rifornirsi.

Acqua

L'acqua migliore, quella più pulita, quella maggiormente controllata e quella veramente ecosostenibile è una sola: l'acqua del rubinetto. I controlli sull'acqua del rubinetto sono rigorosi e più sicuri rispetto a quelli cui viene sottoposta l'acqua in bottiglia che, oltretutto, presenta il grave problema del vuoto a rendere. E' bene poi stare attenti che l'acqua in bottiglia che si compra sia acqua di fonte e non acqua da bere: nel secondo caso infatti non si tratta di acqua minerale, ma dell'acqua di rubinetto imbottigliata.

Latte

Come per l'acqua, anche nel caso del latte è possibile ridurre al massimo il problema dello smaltimento delle bottiglie rifornendosi presso i distributori di latte crudo alla spina presenti in molti città (consulta anche la mappa delle centraline). Comprandolo al supermercato, le aziende che hanno ottenuto le migliori votazioni sotto i vari punti di vista sono: Granarolo, Abit, Cigno, Deltalat, Primavera.

Bevande e succhi di frutta

La maggior parte delle bevande analcoliche sono tanto famose quanto negativo è il loro giudizio su impatto ambientale, sfruttamento dei lavoratori, uso di paradisi fiscali etc. Un buon consiglio per la propria salute ed il proprio portafoglio è ridurne il consumo: si tratta infatti di alimenti inutili e poco salutari. Molto meglio prepararsi una spremuta con arance fresche che acquistarne di già imbottigliate. Le marche migliori risultano comunque essere Yoga, Zueg, Valfrutta, Jolly Colombani e Derby Blue, anche se il primo premio va ad Altromercato.

Frutta e Verdura

L'agricoltura biolgica certificata è garanzia di standard qualitativi elevati che includono rotazione dei campi, assenza di pesticidi e organismi geneticamente modificati e impatto ambientale ridotto. I terreni, se coltivati con criteri biologici, producono meno, ma di migliore qualità. Inoltre, se non vengono sfruttati con metodi intensivi rendono per periodi di tempo più lunghi. Al supermercato possiamo ridurre il nostro impatto sull'ambiente acquistando prodotti di stagione e a Km zero e prediligendo i prodotti sfusi a quelli confezionati e i prodotti freschi a quelli surgelati (per i quali le votazioni migliori le ricevono Findus, Orogel e Solebio). Per i prodotti secchi o in scatola, oltre ad Altromercato e ai prodotti biologici, ricevono buone votazioni Valfrutta, Jolly Colombani, Cirio, De Rica (discorso valido anche per i sughi). Particolarmente critica è la situazione riguardante la frutta tropicale ove, ai problemi correlati al trasporto (alto impatto ambientale), si aggiungono rilevanti questioni sociali relative allo sfruttamento dei lavoratori del Sud del mondo che vengono fatti lavorare in condizioni di simil schiavitù, e sono sottopagati, tanto da non permettere loro di migliorare la propria qualità di vita. Il settore bananiero è quello che maggiormente soffre di queste ingiustizie sociali. Il consiglio è di ridurre il consumo di questi prodotti e acquistarli solo se certificati FairTrade (es Altromercato) che garantisce il rispetto di salari minimi e di condizioni di lavoro dignitose.

Carne

E' estremamente difficile trovare carne che non provenga da allevamenti intensivi: qui gli animali vivono in condizioni orribili e sono sottoposti a trattamenti ormonali o costretti a mangiare alimenti inadatti a loro affinchè abbiano carni tenere e poco grasse. Spesso inoltre vengono trasportati stipati in camion dagli spazi ristretti in condizioni di elevato stress e sofferenza. Carnesì Bioalleva è l'unico marchio certificato in Italia per la vendita di carne ottenuta da allevamenti biologici nei quali gli animali sono liberi di pascolare e vivono in buone condizioni. Altrimenti l'unica possibilità è cercare di verificare a livello locale la provenienza delle carni del proprio macellaio di fiducia, evitando la grande distribuzione. Per le uova, Granarolo è la marca che riceve il più alto numero di voti positivi.

Pesce

Come per la carne, anche per il pesce è difficile effettuare un controllo che dovrebbe essere mirato soprattutto a come i pesci vengono pescati, se con metodi che prevedono solo la pesca di determinate specie o di tutte indiscriminatamente. Il discorso vale in particolare per il tonno: Baule Volante è la marca che prende il maggior numero di voti positivi. Tra le meno peggiori c'è As do mar. Per il pesce surgelato Findus e Orogel risultano le migliori.

Formaggi, Burro, Panna, Yougurt

Sono sempre le stesse le ditte che ricevono buone votazioni per questi prodotti ed in particolare Abit, Deltalat, Granarolo, Cigno, Primavera, 3 valli, Yomo, Valsoia, Sibilla, Hoplà.

Prodotti per la colazione

Thè, caffè e cioccolato sono prodotti ad alto rischio per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori delle regioni più povere del mondo che ne sono le più grandi esportatrici. Ecco perchè Altromercato, Libero Mondo, La terra e il cielo sono gli unici marchi veramente consigliati (Fair Trade). Sono i migliori anche per i biscotti, i prodotti simil nutella e i dolci in generale. Altre ditte che ricevono voti sufficienti sono Valsoia, Colussi, Misura, Sapori, Sperlari, Lindt, Novi, Caffarel, Horvat.


Sale, Olio, Zucchero

I prodotti non raffinati (sale marino integrale, zucchero di canna), sono preferibili a quelli maggiormente lavorati. Per quanto riguarda l'olio, la qualità dell'extravergine è superiore a quella dell'olio di oliva che è a sua volte migliore dell'olio di semi. Biolio, La Terra e il Cielo, Crudigno, Liberomondo e Cirio sono i migliori produttori di olio sotto i vari punti di vista.


Farine e pasta

I prodotti migliori sono quelli biologici: le ditte che li vendono sono Iris, La Terra e il Cielo, Baule Volante, Ecor, Altromercato. Per la farina anche Molino Spadoni riceve buone votazioni.


Carta igienica, fazzoletti, scottex, assorbenti

Questi prodotti sono quasi indispensabili: il consiglio è quello di utilizzare prodotti derivati da carte reciclate: Grazie Lucart, Lucart, Velo per carte e fazzoletti. Per gli assorbenti (e i fazzoletti) viene suggerita la marca Naturaè.


Creme, dentifrici, saponi

Sono tutti prodotti ad alto rischio inquinante e, nel caso dei prodotti di bellezza, spesso sono gli animali a subire sperimentazioni crudeli e dolorose. Per le creme i prodotti suggeriti sono venduti da Ikiam, Kelemata, Natyr, Officina Naturae, Taama, Venus, PL3. Per i saponi vengono citate anche Danusa, Intesa, ed Erbolario. Per i dentifrici solo Officina Naturae.


Ammorbidenti, detersivi

Anche questi prodotti sono altamente inquinanti. Un'ottima idea è quella di rifornirsi di questi prodotti alla spina, lì dove è previsto questo tipo di vendita. Officina Naturae, Solara e Talybe le marche consigliate.

Finisce così la carrellata dei prodotti che tutti i giorni ci ritroviamo a comprare nei supermercati.
Si può riepilogare tutta la storia esortando a pensare, quando si fa la spesa, non solo al prezzo e al risparmio, ma anche alla storia che c'è dietro ai prodotti, alle conseguenze dei nostri acquisti, al peso sociale ed ecologico del nostro gesto quotidiano: pensare a cosa ci serve veramente, evitando i prodotti inutili, non cadendo nelle trappole degli sconti e delle offerte, diversificando i luoghi dove facciamo le nostre compere. Informandoci. E informando. Diffondendo le notizie che si apprendono. Provando ad offrire soluzioni alternative.
Io ci sto provando.

E voi?



martedì 15 maggio 2012

Tenerife, Canarie, Spagna - Itinerario per 1 settimana


Eccomi ad inaugurare una nuova sezione del blog: “Si...viaggiare” dedicata, per l’appunto, ai viaggi: in particolare, mi piacerebbe, in questa sezione, consigliare degli itinerari di viaggio in base a quelle che sono state le mie esperienze nei vari luoghi visitati.

E’ con piacere allora che vado a dedicare il primo post di questa sezione a Tenerife, una meravigliosa isola vulcanica che sorge nel bel mezzo delle Canarie. L’itinerario che propongo prevede una settimana di soggiorno, ma si può adattare la visita in base ai propri giorni a disposizione.

Introduzione generale

Tenerife fa parte dell’arcipelago delle Canarie, isole spagnole posizionate nell’Oceano Atlantico, di fronte alle coste del Marocco. Tenerife è caratterizzata dalla presenza del vulcano Teide che, con i suoi 3718 metri di altezza, rappresenta la cima più alta di tutta la Spagna. La montagna divide nettamente in due l’isola che a Nord presenta climi abbastanza piovosi e umidi, mentre a Sud si mostra più arida e secca. Nord e Sud si distinguono anche per la conformazione della costa, con picchi scoscesi nel primo caso e basse e regolari scogliere nel secondo. A causa della diversa conformazione del terreno, nel Sud c’è stato un maggiore sviluppo turistico-alberghiero con grandi complessi residenziali e villaggi turistici, mentre nel Nord si è conservata un’atmosfera più genuina, i paesi non hanno subito enormi trasformazioni ed i paesaggi sono decisamente migliori e più interessanti. I 6 giorni di vacanza che propongo a Tenerife sono concentrati dunque soprattutto sulla parte Nord dell’isola, ma se ad interessare sono solamente le spiagge, il sole e le discoteche, è a Sud che bisogna dirigersi. In entrambi i casi comunque è bene affittare una macchina per poter girare liberamente senza problemi di orario e restrizioni legate ai mezzi pubblici. Agenzie di noleggio si trovano in entrambi gli aeroporti di Tenerife (Tenerife Sur e Norte).

Cartina, mappa
Mappa di Tenerife

Giorno 1 – Icod de los Vinos, La Orotava, Puerto de la Cruz

Icod de los Vinos è un paese che si trova a pochi km dalla costa nella parte settentrionale dell'isola. Cominciare da qui il proprio giro è interessante per rendersi conto come procede la vita nelle Canarie: tutti sono molto rilassanti, la piazza principale, ricca di alberi dai fiori particolari, panchine e giochi per bambini è sobriamente animata, le vie sono silenziose e colorate. E' dunque un vero piacere girare senza meta tra le stradine del paese. A Icod è presente anche un "drago" millenario, ossia uno degli alberi più caratteristici dell'isola. Segnalato da appositi cartelli, si trova all'interno di un piccolo parco botanico, ma si può facilmente osservare anche dalla piazza principale del paese senza dover pagare il biglietto di ingresso al giardino.

Iglesia de San Marcos
Iglesia de San Marcos
Il Drago millenario
Alcuni chilometri a Est di Icod si trova un centro di maggiori dimensioni che, secondo le guide, è la città più bella di Tenerife: La Orotava. E' in effetti una gradevole cittadina ma, a mio parere, di minore bellezza rispetto a Icod. L'edificio più importante di La Orotava è la Casa de Los Balcones, una casa che presenta balconi in legno tipici delle Canarie.
Casa de los Balcones
Casa de los Balcones
Alla stessa altezza di La Orotava, ma direttamente sul mare c'è Puerto de la Cruz, una cittadina con un maggiore sviluppo turistico con grandi alberghi e un parco divertimenti, il "Loro Parque" la cui visita è da parte mia sconsigliata poichè ritengo che gli animali come i pappagalli, i delfini e le orche debbano vivere liberi nella natura e non chiusi in parchi a dare spettacolo ai turisti. 

Tramonto
Tramonto a Puerto de la Cruz


Giorno 2 – Teide e Los Roques de Garcia


L'ascesa al Teide è una delle escursioni imperdibili di Tenerife. E' possibile effettuarla in vari modi: l'opzione più comoda è quella di arrivare in auto fino alla stazione di base della funivia a circa 2500 metri e servirsi di quest'ultima per arrivare a quota 3555 m. La vetta (a 3718 metri sul livello del mare) si raggiunge infine a piedi. Nonostante il dislivello da compiere a piedi è di soli 200 metri, l'altitudine rende l'ascesa particolarmente faticosa a causa della carenza di ossigeno.
ATTENZIONE: l'ascesa al picco del Teide è a numero chiuso (max 200 persone al giorno) e diviso in fasce orarie (9:00-11:00, 11:00-13:00, 13:00-15:00 e 15:00-17:00). Per salire fino in cima è dunque necessario chiedere un permesso (gratuito) compilando un apposito form riportato in questo sito e specificando la fascia oraria durante la quale si intende salire. Dalla stazione di arrivo della funivia comunque partono altri interessanti itinerari (al Pico Viejo e a La Fortaleza) di libero accesso. La funivia costa 25 E (per i non residenti) e, in condizioni di cattivo tempo (soprattutto vento eccessivo) può essere chiusa, per cui è bene scegliere anche in base alle condizioni del tempo quale possa essere il giorno migliore per salire sul Teide.
Inutile dire che il panorama dalla cima è impressionante e l'altezza è tale che sembra di guardare il tutto da un aereo.
La cima
Il picco del Teide (3718 m slm)
Un altro percorso che consiglio caldamente e che è forse addirittura di maggiore interesse rispetto al picco del Teide è il sentiero che fa il giro dei Los Roques de Garcia, particolari formazioni laviche e rocciose che si sono originate durante le passate eruzioni. Si tratta di un giro ad anello, percorribile in circa 1,30 h, di estremo interesse naturalistico e paesaggistico. L'attacco del sentiero è presso il Parador (albergo) che si trova poco più a Sud rispetto alla stazione di base della funivia. La bellezza del posto non può essere descritta a parole.

La Cattedrale
La Cattedrale
Roque Cinchado
Roque Cinchado


Giorno 3 – Garachico, Punta de Teno, El Medano


Dopo una giornata dedicata al trekking, un giorno di relax è l’ideale. E per rilassarsi non c’è luogo migliore di Garachico, una piccola cittadina dove la vita scorre placida e tranquilla (pur avendo il paese una storia tormentata alle spalle come conseguenza delle passate eruzioni vulcaniche, a testimonianza delle quale c’è il vecchio porto del quale rimane solo la porta di ingresso). A Garachico ci sono delle piscine naturali ricavate nella roccia vulcanica dove è possibile farsi il bagno al riparo dalle correnti e dalle onde oceaniche.

Iglesia de Santa Ana
Iglesia de Santa Ana
Tutta la zona a Ovest di Garachico è di estremo interesse naturalistico. E non si può non passare a Punta de Teno, la parte più occidentale dell’isola, per raggiungere la quale si attraversa una strada di enorme interesse paesaggistico. A Punta de Teno c’è un faro e, se si guarda l’orizzonte si noterà la presenza di un’isola: la Gomera.
In lontananza La Gomera
La Gomera vista da Punta de Teno
Se il panorama fin qui è stato grandioso, non è da meno la strada che porta verso Sud passando attraverso le montagne. Trovandosi a Nord Ovest e volendo andare a El Medano, questa è una strada quasi obbligatoria, a meno che non si preferisca fare tutto il giro dell’isola passando dalla parte opposta. Da notare come a Sud il paesaggio cambia: tutto diventa arido e per lo più piatto. Ed infatti da queste parti sono sorti molti complessi residenziali e il turismo ha avuto uno sviluppo eccessivo. Ma El Medano mantiene il suo fascino rimanendo isolato da questo abuso turistico e presentandosi come una terra piuttosto selvaggia. Per chi ha voglia di camminare è interessante, dalla spiaggia del Medano, partire alla volta della Montana Roja, la cui altezza non supera i 200 m sul livello del mare. Chi invece vuole solo sdraiarsi e godersi il mare, il Medano offre una bellissima spiaggia.

Montana Roja
El Medano, la Montana Roja

Giorno 4 – Il Barranco di Masca


Dedicare una giornata al trekking del Barranco di Masca è un appuntamento imprescindibile per gli amanti delle camminate. E’ invece una tappa da evitare se non si è abituati a camminare o non si è mai effettuata una escursione in montagna. Nonostante il dislivello non sia eccessivo infatti (circa 600 m), il barranco di Masca è un trekking vero che richiede un certo impegno, soprattutto se si decide di compierlo a piedi sia all’andata che ritorno. La soluzione che suggerisco è però più comoda in quanto presuppone l’andata a piedi (tutta in discesa) e il ritorno tramite mezzi. Se si opta per questa soluzione bisogna andare a Masca (nella zona Nord Ovest dell’isola), lasciare l’auto ed avviarsi a piedi discendendo un imponente canyon ed arrivando infine al mare. Da qui si può prendere una barca (suggerisco la compagnia MaritimaAcantilados che fa servizio navetta 3 volte al giorno) e raggiungere così il porto di Los Gigantes dove si trovano numerosi taxi per tornare a Masca (al prezzo di 25 E circa).
Masca è un villaggio splendido, specialmente se lo si visita la mattina presto o nel tardo pomeriggio, quando la massa turistica è assente. Soprattutto è situato in un luogo straordinario, una vallata che ricorda scenari peruviani.
Barranco di Masca
Masca
Il sentiero che parte da Masca si inoltra in questa vallata tra pareti strapiombanti e paesaggi mozzafiato che ti stimolano a scattare foto su foto rallentando il cammino che, alla fine, risulterà lungo e piuttosto faticoso tanto che alla fine la vista del mare è quasi una liberazione.
E’ interessante anche il tratto che si percorre in barca poichè tra la spiaggia di arrivo del trekking di Masca ed il porto di Los Gigantes si ergono delle enormi scogliere che scendono a picco sul mare: sono imponenti pareti di 600 metri che ancora una volta ricordano la piccolezza dell’uomo di fronte alle grandezze naturali.
Di scarso interesse è invece il paese di Los Gigantes. 

Le Scogliere
Le Scogliere di Los Gigantes

 Giorno 5 – Taganana, Monti Anaga, Benjio, La Laguna


Ancora una volta, dopo un giorno di trekking, il consiglio e' quello di rilassarsi. Questo non vuol dire che si debba restare lontani dalle montagne: nella zona Est dell'isola, vicino il capoluogo Santa Cruz de Tenerife, c'è una meravigliosa strada che attraversa i Monti Anaga. Tali montagne, geologicamente parlando, rappresentano la parte più antica dell'isola. E' possibile anche effettuare varie escursioni su questi monti, ma già percorrendo con l'auto la strada suggerita si puo' avere una chiara idea della loro bellezza. Arrivati al passo si può scendere dapprima a Taganana, un minuscolo e grazioso paese e poi, infine al Benijo dove si può trovare relax sdraiandosi sulla spiaggia. Qui l'Oceano dimostra tutta la sua potenza tra onde imponenti e correnti fortissime. Attenzione infatti che fare il bagno qui e' molto pericoloso ed è fortemente consigliabile rimanere nella zone dove si tocca mantenendo l'altezza massima dell'acqua al livello delle ginocchia.

Taganana
Nei pressi di Benijo
E' possibile infine chiudere un interessante giro ad anello riprendendo la strada che porta sui monti e percorrendo il tratto in cresta che va in direzione Ovest fino a raggiungere La Laguna, una cittadina interessante da visitare e piuttosto animata essendo sede dell'universita'.

La Laguna

Giorno 6 - Santa Cruz de Tenerife

La citta' piu' importante di Tenerife e' forse anche la più deludente. Ciononostante anche qui ci sono alcuni luoghi particolarmente interessanti. Il primo è forse l'Auditorium, opera di recente costruzione di Calatrava, una struttura a forma di onda che non può non suscitare stupore.

Santa Cruz de Tenerife
Auditorium di Santa Cruz de Tenerife
 Il secondo e' il Mercato de Nuestra senora (aperto solo di mattina). Qui si trova un po' di tutto: carne, pesce, verdura e tanta frutta tropicale. Il mercato e' caratterizzato da un'atmosfera piacevole e rilassata, è molto ordinato e farci un giro è un'esperienza veramente gradevole. Per concludere con un ultimo tuffo la propria vacanza a Tenerife si può infine andare a Playa de Las Teresitas, la spiaggia di Santa Cruz de Tenerife (qualche km fuori dalla città), l'unica spiaggia di sabbia bianca di tutta l'isola essendo il resto delle spiaggie di sabbia vulcanica nera.


E per finire ecco alcuni suggerimenti dove andare a mangiare:

Ristorante "Los Gemelos", Puerto de la Cruz: specialità carne e pesce alla griglia
Tasca "El Riego", El Sauzal: da provare un insalata con verdura e frutta
Ristorante "Mayamon", La Laguna, specialità andaluse
Zumeria "Viva Maria", Santa Cruz de Tenerife: succhi di frutta tropicale e spremute

martedì 8 maggio 2012

I Varför inte presentano: "A piedi nudi nel parco" di Neil Simon

Ci sono.
Dopo una (meritata) settimana di vacanze a Tenerife (di cui presto darò consigli a chi volesse farci una vacanza), sono di nuovo a casa, ma è a Stoccolma che va oggi il mio pensiero. Dopo la sezione "Qui Milano" infatti non potevo far mancare in questo blog un'altra importante sezione: "Qui Stoccolma", essendo Stoccolma, per me, un pò come una seconda casa, dove ho vissuto per qualche anno e dove ho lasciato un pezzettino di cuore.
Cosa succede a Stoccolma in questo periodo? La risposta è facile: ci sono i Varför inte in scena.

Chi sono i Varför inte? 

Basta dare un'occhiata al loro sito per capirlo: si tratta di una compagnia teatrale amatoriale tutta costituita da italiani che vivono e lavorano nella capitale della scandinavia. Il teatro è la loro passione, si divertono e fanno divertire il pubblico, guidati dall'instancabile Roberto, fondatore (assieme a Christian ad oggi in Svizzera) e anima del gruppo.

Anche io ho avuto l'onore di recitare in questo gruppo nella prima storica rappresentazione, "L'Avaro",
Moliere
Me stesso e Boris in una indimenticabile scena...
nonchè di cimentarmi nel ruolo di regista nella seconda avventura: "Rumors".
Neil Simon
La compagnia a fine spettacolo
Io poi sono tornato in Italia, ma quelli che sono rimasti hanno continuato a dare spettacolo con altre due performances: "La Marcolfa" + "Non tutti i ladri vengono per nuocere" e "Black Comedy".
Ed ora sono di nuovo sul palcoscenico con "A piedi nudi nel parco" di Neil Simon. Gli spettacoli saranno in tutto tre e si svolgeranno tutti presso la "Hjorthagens Medborgarhus" in Artemisgatan 19, raggiungibile tramite metro rossa (Ropsten T-Bana). I giorni in programma sono: sabato 12 maggio ore 20:00, domenica 13 maggio ore 17:00 e martedì 15 maggio ore 20:00.
Consiglio caldamente a tutti coloro che si trovano a Stoccolma di non perdersi questo spettacolo perchè, è garantito, ci sarà da divertirsi.

Per info e biglietti: varforinte@libero.it

In bocca al lupo ragazzi !