domenica 21 dicembre 2014

Less is more

Scheletri di fabbriche e corpi vuoti di industrie dismesse riempiono la nebbiosa pianura di grigia inattività. A pochi metri di distanza appaiono le sfavillanti luci dei centri commerciali, illusorie cattedrali di ricchezza apparentemente ignare della crisi.

Migliaia di essere umani, come formiche in un formicaio, affollano tali miraggi e svuotano i propri portafogli in cambio di merce marcia.

Supermercati che straripano di cibo, ipermercati che vomitano plastica e petrolio. E le formiche lì, pronte a lottare per riempire le proprie coscienze e quelle di amici e parenti di inutile paccottiglia.

E' Natale e bisogna fare i regali. Senza pensare, basta acquistare. Senza coscienza, basta riempire.

Produzione assente, vendita presente. Dov'è la malattia? Chi produce ciò che si vende? Dove ed in che condizioni? Chiudiamo gli occhi e spingiamo la merce sul tappetino della cassa.
Siamo persone oneste, paghiamo.
Finanziamo....
Sosteniamo un'economia assurda che produce ad un capo del mondo, e vende al capo opposto, sfrutta lavoratori e li costringe alla miseria, mentre chiude, a pochi metri di casa, i nostri centri di produzione e le nostre opportunità di lavoro.

Tonnellate di merce, prodotta, trasportata, venduta, buttata. Un ciclo che prende dalla terra e restituisce sotto forma di rifiuto, spesso ingestibile, a volte tossico: ed il pianeta si ammala sotto gli occhi della nostra incoscienza.

Possiamo riempire un nuovo Natale di oggetti ed effimere illusioni.
Oppure riempire le nostre coscienze con il Natale, con piccoli pensieri ed attenzioni, regalando il tempo ed il rallentamento. 
Fermandoci ad assaporare i rapporti umani, riducendo lo spreco, creando pensieri e riciclando i materiali affinchè i nostri pensieri prendano forma.

Less is more.




venerdì 21 novembre 2014

Autoproduzione del sapone

Lo utilizziamo tutti i giorni e più volte al giorno, ma forse in pochi sanno come è realmente fatto e la facilità del suo acquisto è tale che non ci lascia immaginare quanto possa essere semplice autoprodurlo: è il sapone, oggetto del quale vado a proporre oggi una semplice ricetta per la sua produzione in casa.


Il sapone è un sale, ossia un prodotto di una reazione chimica (la saponificazione) tra un acido ed una base. Nella ricetta proposta l'ingrediente acido è l'olio d'oliva (acido grasso), mentre l'ingrediente basico è la soda caustica (ossia l'idrossido di sodio: NaOH) che si può acquistare nei negozi di ferramenta o presso i verniciai (in genere sotto forma di scaglie). Assieme all'acqua, l'olio e la soda caustica sono gli unici ingredienti essenziali per la produzione del sapone. Eppure ben più numerose sono le sostanze presenti nei saponi commerciali, come si può leggere nella lista di ingredienti di un qualsiasi sapone industriale. Tali saponi infatti contengono sostanze chelanti, conservanti e stabilizzanti, oltre che profumi e coloranti sintetici. Per non parlare delle sostanze grasse che vengono utilizzate, a volte derivate dagli scarti dell'industria della carne o da oli vegetali ad alto impatto ambientale come l'olio di palma. In alcuni casi anche le fasi lavorative del sapone sono ben diverse dalla classica reazione di saponificazione e il prodotto finale può essere a stento definito sapone.
Un sapone rimuove lo sporco in quanto le sue molecole contengono una parte lipofila che si lega al grasso dello sporco, ed una parte idrofila che tende a legarsi all'acqua per cui quando risciacquiamo l'acqua porta via la parte idrofila legata alla sua parte lipofila a sua volta legata allo sporco.

Ingredienti e strumenti per l'autoproduzione del sapone

- Acqua:              300 gr
- Olio di oliva:    1000 gr
- Soda caustica:  128 gr

- Bilancia di precisione
- Pentole in acciaio
- Cucchiaio di legno
- Termometro da cucina
- Minipimer

Sicurezza

La soda caustica è molto reattiva e va maneggiata con cautela. E' necessario indossare sempre guanti e occhiali protettivi ed evitare il contatto della pelle con la soda caustica. Stare lontani da eventuali fumi che si sviluppano nella reazione tra acqua e soda caustica.
Una volta prodotto il sapone necessita di due mesi di stagionatura durante i quali la reazione di saponificazione continua e tutto il materiale caustico viene trasformato in sale: non usare il sapone prima che sia terminata la reazione di saponificazione.


Procedimento

- Pesare 1000 gr di Olio d’oliva in una pentola
- Pesare 300 gr di acqua
- Pesare 128 gr di Soda Caustica
- Versare lentamente la Soda nell’acqua (sviluppo di fumi)
- Riscaldare l’olio fino alla temperatura di 45°C
- Quando anche la soluzione caustica è a 45°C, versare la soluzione caustica nell’olio e mescolare
- Frullare con il minipimer fino alla fase del nastro (in pratica quando il composto ha assunto l'aspetto di una crema
- Versare il tutto in una vaschetta di plastica e tenere al caldo (avvolgendo il tutto in una coperta)
- Dopo 24 ore, togliere dallo stampo e fare asciugare all'aria

- Attendere 2 mesi di stagionatura prima di usare

Il sapone è finalmente pronto ad essere usato

Sapone fatto in casa
Sapone autoprodotto


Ed ora un brano tratto dal libro "Il tuo sapone naturale" di Marina Tadiello e Patrizia Garzena dal quale ho tratto la ricetta presentata.

"Il mondo in cui viviamo è sempre più piccolo. E anche le scelte più banali che facciamo nella nostra vita quotidiana possono innescare, per reazione a catena, cambiamenti tanto enormi quanto difficili da prevedere. Imparare a fare il sapone è un piccolo passo che offre la grande opportunità di prendersi cura del proprio corpo senza delegare ad altri scelte importanti per la conservazione del pianeta e per la promozione di uno stile di vita davvero responsabile.
Chi sceglie di autoprodurre, anzichè comprare da uno scaffale qualcosa che altri hanno confezionato, compie un gesto di libertà e si riappropria di un'indipendenza che il nostro ruolo passivo di consumatori ci ha fatto progressivamente perdere"

martedì 28 ottobre 2014

Madagascar parte terza: Anja, Isalo, Anakao, Andasibe

Giorno 10 - Viaggio da Fianarantsoa a Ranohira

Giornata intensa quella della ripartenza da Fianà verso Ranohira, un viaggio che abbiamo effettuato a tappe alla scoperta degli angoli più interessanti della parte Ovest del Paese. Come di consueto c siamo spostati in auto con Hobi e Lanto. L'Ovest è del tutto diverso dalla zona umida orientale e già pochi chilometri dopo l'uscita dalla città il paesaggio è cambiato notevolmente diventando decisamente più secco e arido.
La prima sosta è stata presso la città di Ambalavao, dove abbiamo assistito al processo di lavorazione della carta per poi dedicarci alla visita del sorprendente mercato degli Zebù, le mucche locali.

fabbrica della carta madagascar
La fabbrica della carta

Il mercato degli zebù avviene tutte le settimane in due giorni consecutivi: durante il primo giorno gli animali vengono esposti in enormi recinti ed inizia la compravendita. Il secondo giorno invece vengono caricati sui camion e portati via dagli acquirenti. Gli zebù vengono utilizzati come animali da trasporto, oppure per le loro carni o come aiuto nel lavoro dei campi.

mercato degli zebù madagascar
Il mercato degli zebù

Abbiamo effettuato la seconda sosta presso la riserva naturale di Anja. Qui una breve escursione ci ha permesso di incontrare moltissimi lemuri catta (quelli resi famosi dal film di animazione Madagascar), ma anche alcuni camaleonti ed un piccolo serpente.

Parco Anja madagascar
Camaleonte nella riserva naturale di Anja

Il Parco si trova in una cornice naturale spettacolare caratterizzata dalla presenza di enormi massi e rocce imponenti in un ambiente semidesertico. L'incontro con i lemuri è stato emozionante: per niente intimoriti dalla nostra presenza mangiavano i frutti degli alberi dei quali sono ghiotti a pochi metri di distanza da noi.

parco anja madagascar
Lemure catta
Dopo un veloce pranzo nei pressi della riserva siamo ripartiti verso Sud attraversando paesaggi molto simili all'ambiente savana. Il nostro autista Lanto è stato bravissimo a calcolare attentamente i tempi e fare in modo di farci arrivare nel luogo più bello proprio al tramonto.

madagascar
Tramonto nei pressi di Ranhoira

Dopo aver scattato alcune foto all'infuocato sole africano che scendeva dietro le montagne siamo ripartiti per giungere alla nostra destinazione finale, la città di Ranhoira, nei pressi del Parco naturale dell'Isalo.
A Ranohira l'albergo in cui abbiamo soggiornato è L'Hotel Horchidee, che ci è piaciuto molto in quanto la stanza era grande ed il bagno pulito e dotato di acqua calda. Come di consueto l'albergo è stato anche il posto dove abbiamo cenato e, durante la cena, abbiamo incontrato la guida che ci avrebbe accompagnato il giorno dopo all'interno del Parco dell'Isalo, una delle riserve naturali più famose ed interessanti di tutto il Madagascar.

Giorno 11 - Parco de l'Isalo e viaggio verso Tulear

Dopo una decina di giorni passati assieme, è stato triste lasciare la nostra guida Hobi che, di prima mattina, ha preso un Taxi-Brousse per tornare a Fianarantsoa. Per l'ultima parte del viaggio infatti sono previsti un paio di giorni al mare senza mediatore.
Hobi è stata un'ottima guida. Sempre gentile e sorridente, ci ha accompagnato per dieci giorni durante i quali non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Girare da soli per il Madagascar non sarebbe stato possibile senza il suo prezioso aiuto.
All' Isalo, il sentiero Namaza, per lo più pianeggiante, ci ha portato dentro un canyon attraversato da un torrente fino ad arrivare a due specchi d'acqua chiamati piscina blu e piscina nera per le particolari colorazioni assunte dall'acqua durante il giorno.

isalo madagascar
La piscina blu
parco de l'Isalo madagascar
La piscina nera
La natura del luogo, già di per se spettacolare, ci ha regalato ulteriori emozioni permettendoci di incontrare lemuri catta e rufus, ma la fortuna ci ha realmente baciato quando, durante la pausa pranzo, nel bel mezzo dell'area picnic, si è appalesato un lemure Sifaka, che viene chiamato Lemure Ballerino in quanto non cammina a quattro zampe, ma salta sulle due zampe posteriori proprio come un abile danzatore.

parco de l'Isalo
Lemure Sifaka


Infine ho avuto personalmente l'incontro più ravvicinato in assoluto con questi strani animali quando un lemure rufus è saltato improvvisamente sul nostro tavolo per cercare di rubarci parte del pranzo: scacciato dalla guida il piccolo animale mi è letteralmente saltato addosso rendendo il momento simpaticamente indimenticabile.
Nel pomeriggio siamo partiti per Tulear, continuando ad attraversare paesaggi spettacolari attraverso montagne rocciose e, successivamente, pianure di baobab.

madagascar
Baobab lungo la strada verso Tulear


A Tulear abbiamo dormito presso l'Hotel Albatros di medio livello: c'era in effetti poca acqua corrente e la luce elettrica era limitata ad alcune ore durante il giorno (problema comune a molti alberghi dato che la corrente elettrica è fornita per lo più da generatori). Questa volta a cena siamo andati in un ristorante gestito da un italiano, Giancarlo, che è stato molto bravo a dare vita ad un locale di stile ed anche di buona qualità.

Giorno 12 e 13 - Anakao

Tulear non ci è piaciuta: troppo confusionaria e caotica. Anche le persone, molto invadenti e fastidiose, ci sono sembrate molto diverse rispetto al resto della popolazione che invece ci era apparsa molto dignitosa e riservata. Fortunatamente ci siamo fermati in questa località solo una notte, giusto il tempo per riposarci dal lungo viaggio ed imbarcarci, la mattina del giorno dopo, sul motoscafo per Anakao, località di mare splendida e decisamente più rilassante. Imbarcarsi sul motoscafo è stata parte dell'esperienza: a Tulear infatti non c'è un molo, ma per raggiungere il motoscafo attraccato qualche metro oltre la spiaggia, si usa un carretto trainato da zebù che in una surreale traversata di un pezzetto di mare portano i turisti all'imbarcazione.

tulear anakao madagascar
Sugli zebù per prendere il motoscafo
Il viaggio sul motoscafo è breve, circa 40 minuti, ma nel nostro caso è stato piuttosto movimentato. Il mare infatti era inaspettatamente mosso. Impressionante poi vedere le enormi onde che si rinfrangono nel bel mezzo del mare, a causa della presenza della barriera corallina che ne abbassa il fondale.
Onde a parte, siamo finalmente arrivati alla Lalandaka, il nostro albergo, una struttura molto bella che presenta vari bungalow appoggiati direttamente sulla spiaggia. In questo albergo non c'è acqua corrente, ma le stanze sono molto ben curate e pulite e sembra un posto da viaggio di nozze. Qui abbiamo trascorso due notti, avendo quindi tutto il tempo per recuperare le energie dalle fatiche affrontate precedentemente.

anakao madagascar
Ad Anakao
Oltre all'albergo e ad altre poche strutture ricettive, ad Anakao c'è un villaggio di pescatori e nient'altro, per cui in questo posto ci si può unicamente rilassare passeggiando sulla spiaggia in cerca di splendide conchiglie, o tuffandosi nella acque verde smeraldo.
Durante il nostro secondo giorno di permanenza abbiamo effettuato l'unica escursione possibile andando con una piroga a Nosy Ve, una splendida isola distante un paio di Km da Anakao. Qui il mare è ancora più bello, anche se la presenza di forti correnti non facilita il bagno.

madagascar
Nosy Ve


Come spesso accade nelle escursioni organizzate da queste parti, sull'isola ci hanno preparato dell'ottimo pesce alla griglia presumibilmente pescato al momento.
Unica esperienza negativa ad Anakao è stato l'incontro in stanza con una blatta di dimensioni notevoli che ha pensato bene non solo di entrare in stanza, ma anche di salire sul nostro letto!

anakao, madagascar
Tramonto alla Lalandaka


Giorno 14 - Viaggio da Anakao a Andasibe

I tempi per tornare da Anakao e dirigerci ad Andasibe, ultima meta del nostro viaggio, sono stati un pò stretti considerando che dovevamo affrontare il viaggio di ritorno in motoscafo per Tulear e correre con un taxi prenotato anticipatamente in aeroporto per prendere un volo interno per Tanà.
A complicare le cose il fatto che il motoscafo ha impiegato molto tempo per imbarcarci e raccogliere tutti i passeggeri presso i vari alberghi di Anakao. Arrivati a Tulear una Renault 4 ci aspettava per portarci rapidamente in aeroporto.
Fortunatamente siamo arrivati in tempo per prendere il volo e atterrare, circa un'ora dopo, a Tanà.
In capitale c'era Lanto ad aspettarci con la sua auto.
Per andare ad Andasibè abbiamo dovuto attraversare con l'auto tutta la città di Antananarivo ed a causa dell'enorme confusione della capitale, ci sono volute quasi due ore! Fuoriusciti finalmente dall'incubo della capitale, un paesaggio ben più interessante è apparso ai nostri occhi con bellissime montagne ricoperte da una folta vegetazione. Per la prima volta durante il nostro viaggio abbiamo percorso una strada diversa dalla Route 7: per arrivare ad Andasibè infatti abbiamo utilizzato la Route 2, piuttosto trafficata, soprattutto da camion, poichè collega Antananarivo con uno dei porti commerciali più importanti del Madagascar. Dopo circa due ore di viaggio attraverso paesaggi spettacolari, siamo arrivati nel bellissimo Hotel Feon'ny Ala, forse il migliore di tutti i nostri alberghi,  con bungalow confortevoli e puliti, acqua calda e luce elettrica, e situato in posizione strategica a pochi passi dall'ingresso della riserva naturale del Perinet, l'ultima prevista nel nostro giro turistico.
Dopo una rapida cena siamo andati a dormire sognando l'incontro con l'Indri Sifaka, il lemure più importante della riserva, ed anche il più particolare di tutto il Madagascar, essendo l'unico lemure che emette un verso molto forte, una specie di sirena con cui comunica con gli altri simili.

Giorno 15 - Riserva del Perinet

Il nostro ultimo giorno in Madagascar comincia con degli ululati mai sentiti prima in vita nostra: si tratta dell'incredibile verso del lemure Indri che usa questo strano urlo per comunicare a distanza. Eravamo ancora nel letto del nostro bungalow quando lo abbiamo sentito ed è di certo un'esperienza che non si dimentica facilmente.
Dopo la consueta colazione siamo andati allora alla scoperta di questo lemure sotto la guida esperta di Alberto che, come tutte le guide incontrate nel nostro viaggio, parlava molto bene l'italiano.
Durante il nostro percorso (ne abbiamo scelto uno facile, dalla percorrenza di circa 3 ore in piano) abbiamo avuto la fortuna di incontrare un boa ed alcuni gechi.

andasibe madagascar
Boa al Perinet
perinet, madagascar
Geco al Perinet

All'interno della foresta abbiamo poi avvistato alcuni lemuri del tipo Fulvus e Sifaka Diadema.
Ma l'incontro più emozionante è stato di certo quello con l'Indri. Questo lemure, a chiazze bianche e nere, è forse il più bello tra tutti quelli che abbiamo visto ed è di certo uno di quelli dalle dimensioni maggiori. Ma soprattutto ci ha stupito nuovamente per il suo incredibile verso che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare da pochi passi di distanza. Sembrava davvero una sirena.

lemure perinet madagascar
Lemure Indri

Siamo stati molto contenti di aver aggiunto al programma originario la visita a questo parco dal momento che non era previsto nel primo piano di viaggio.
Tornati alla base, con Lanto abbiamo affrontato il viaggio di ritorno fino a Tanà, dove siamo arrivati intorno alle cinque del pomeriggio.
Molto triste è stato dover salutare il nostro simpatico autista che con pazienza e devozione ci ha scarrozzato in lungo ed in largo per tutto il Paese. Ma il nostro viaggio era a quel punto giunto al termine e non abbiamo potuto fare altro che entrare in aeroporto ed attendere l'imbarco sul volo che ci avrebbe riportato nella nostra vita reale, a Milano.
Il nostro viaggio è giunto così al termine e, in serata, siamo ripartiti per l'Italia.


Madagascar, il viaggio

L'Africa non lascia indifferenti, e così il Madagascar, Paese che non immaginavo così povero, e che ho trovato incredibilmente interessante dal punto di vista umano oltre che naturalistico.
E' soprattutto un Paese di incredibili contraddizioni: ricco, ma povero, con una natura maestosa e bellissima ma minacciata, con tanta voglia di crearsi il proprio futuro, ma anche con enormi difficoltà nel tentativo di cambiare le cose.
E' stato un viaggio veramente emozionante, anche se faticoso dal punto di vista fisico e morale. 
Al termine di questa esperienza, ciò che desideravo maggiormente era farmi una doccia calda, lunga e rilassante, ma allo stesso tempo ora che ho la possibilità di farmela sento una sensazione di ingiustizia e di disparità: se oggi posso permettermi una doccia calda forse è proprio perchè in questo stesso istante milioni di persone non possono farlo. Le risorse sono mal distribuite e non equamente ripartite e noi forse siamo dalla parte sbagliata, di chi le risorse le sfrutta abusandone, senza pensare che, se più equamente distribuite, potrebbero soddisfare le esigenze di tutti.
E' stato un viaggio di quelli che ti fa riflettere, che mette in dubbio molte certezze e che ti fa interrogare anche sul progresso stesso, dal momento in cui da questo progresso non tutti possono trarre uguali benefici.
E' stato solo un viaggio, una vacanza, un'esperienza turistica, ma in fondo è stato anche un percorso maturativo, molto importante ed emotivamente toccante.
Per questo va il nostro ringraziamento al Madagascar ed a tutte quelle persone che ci hanno permesso di conoscerlo e capirlo.



Seconda parte del viaggio
Prima parte del viaggio











domenica 26 ottobre 2014

Madagascar parte seconda: Manakara, Ranomafana, Fianarantsoa

Giorno 6 - Manakara, Canale des Pangalanes

Dopo 5 giorni, piuttosto duri e faticosi, una giornata al mare è stata un ottimo diversivo e ci ha permesso di recuperare le forze. La giornata è iniziata con una colazione a base di thè, pane e marmellata presso il nostro Hotel (Les Delices de l'Orient Hotel).

madagascar
A Manakara

Successivamente il programma prevedeva una escursione in piroga lungo il Canale des Pangalanes, un canale in parte artificiale ed in parte naturale che scorre parallelamente al mare.

madagascar gita in piroga
Canale des Panganales

La giornata è stata bellissima: con la piroga, abilmente guidata da 4 rematori, abbiamo visitato prima un tratto di Costa dell'Oceano Indiano, poi un cimitero, un villaggio di pescatori ed infine un altro villaggio dove avviene la produzione di miele e oli essenziali.

madagascar manakara
Al villaggio dei pescatori

Ottimo è stato il pranzo preparato sul posto durante l'escursione: pesce alla griglia con riso e verdure cotte. Tutto veramente molto buono. L'escursione in piroga è durata dalla mattina al primo pomeriggio, nel contesto di una cornice naturale spettacolare.

madagascar manakara
Lungo il canale

Con il resto del pomeriggio a disposizione abbiamo poi fatto una passeggiata lungo la spiaggia, ammirando le onde dell'Oceano, mentre in serata, con Hobi, abbiamo mangiato in un ristorante in cui ci hanno servito un'abbondante porzione di aragosta, pesce, verdure e patate, oltre che l'immancabile riso per una cifra pari a 15 euro per tre persone ! Incredibile.

Madagascar manakara
La costa dell'Oceano Indiano

Giorno 7 - Viaggio da Manakara a Ranomafana

Lasciandoci alle spalle il mare di Manakara, siamo tornati verso l'interno del Paese, questa volta utilizzando un mezzo privato guidato dal simpatico Lanto, autista che lavora all'interno del progetto Diako.

malgascio bambini
Lungo la strada verso Fianarantsoa
Il viaggio in auto è risultato decisamente più confortevole rispetto a quello effettuato in treno (o in Taxi Brousse), e ci ha permesso di ammirare un paesaggio diverso in quanto la strada non corre parallelamente ai binari, ma passa attraverso altre valli.

madagascar
Un villaggio lungo la strada

La nostra destinazione era Ranomafana, una cittadina nei pressi del primo Parco Naturale che avremmo visitato durante il nostro viaggio.
Ranomafana è una parola che significa acqua calda. Il luogo infatti è caratterizzato dalla presenza di sorgenti termali che rappresentano una meta di vacanza per i malgasci più abbienti.

acqua calda madagascar
A Ranomafana

Dopo un ricco pranzo presso il ristorante dell'Hotel Manja, e dopo una rapida visita alle terme di Ranomafana, ci siamo recati al Gite Rianala, un rifugio situato a pochi metri dall'ingresso del Parco Naturale di Ranomafana. Il rifugio è dotato di 3 camerate con 8 letti ed i bagni si trovano all'esterno. Ci vuole dunque un minimo di spirito di adattamento, ma il giorno successivo si viene ampiamente ricompensati in quanto si può essere tra i primi visitatori del parco e si può dunque avvistare diversi lemuri durante le prime ore della mattina, quando sono più attivi. Arrivati al rifugio, ci siamo sistemati nelle camerate e, dopo la cena, siamo andati a dormire prestissimo: il rifugio infatti ha spento le luci prima delle 21:00 e intorno a noi non vi era che foresta e null'altro.

Giorno 8 - Parco nazionale di Ranomafana e ritorno a Fianarantsoa

Esistono varie possibilità escursionistiche all'interno del Parco di Ranomafana. Noi abbiamo scelto un percorso di media lunghezza in modo da avere la possibilità non solo di avvistare alcuni lemuri, ma anche di goderci alcuni angoli del parco, ed in particolare una bellissima cascata.
All'interno dei parchi ci si può muovere solo con le guide che sono ben preparate ed in grado di parlare l'italiano. A Ranomafana abbiamo avvistato 4 diverse specie di lemuri. Il primo incontro è stato il più emozionante anche perchè gli animali stavano mangiando ed erano piuttosto attivi e per niente spaventati dalla nostra presenza. La visita è poi continuata con altri avvistamenti (sugli alberi) di lemuri ed altri animali, in particolare uccelli, tra cui l'endemico Pigliamosche del Paradiso .

uccello endemico madagascar
Pigliamosche del Paradiso del Madagascar

Anche dal punto di vista della flora è stato molto interessante, per la presenza di piante endemiche come la felce arborea o l'albero del viaggiatore, nonchè varie specie di orchidee.

Madagascar
Parco di Ranomafana

La nostra passeggiata si è fatta leggermente più impegnativa quando ci siamo inoltrati in un sentiero in salita fino a raggiungere una cascata, un angolo meraviglioso dove ci siamo potuti rilassare per qualche minuto.

madagascar
Cascata nel parco di Ranomafana

Al termine della visita abbia incontrato nuovamente Hobi e Lanto e, con l'auto, siamo partiti alla volta di a Fianarantsoa. Lungo la strada ci siamo fermati al villaggio di Sahavondronina, dove ci hanno spiegato come viene portato avanti il progetto Voiala, che si occupa di riforestazione e gestione sostenibile della foresta.

progetto riforestazione madagascar
Il progetto Voiala

Nello stesso villaggio abbiamo anche visitato una scuola, un'esperienza particolarmente significativa ed interessante.

madagascar
La scuola di Sahavondronina

Tornati infine a Fianarantsoa abbiamo nuovamente alloggiato nella casa di Felana e, dopo una cena casalinga a base di pollo e riso in puro stile malgascio, siamo andati a dormire.

Giorno 9 - Fianarantsoa ed i progetti di Koinonia

Il nono giorno è stato dedicato alla conoscenza dei progetti che abbiamo contribuito a finanziare con il nostro viaggio. Siamo dunque rimasti a Fianarantsoa ed insieme a Luc, uno dei ragazzi del progetto Diako, abbiamo visitato sia la città, sia i vari altri progetti avviati da Koinonia, associazione creata verso la fine del 2004 da un gruppo di persone di diversa nazionalità tra cui alcuni italiani ed alcuni malgasci. Oggi tale associazione è guidata unicamente dalle persone del luogo, ma in Italia, contemporaneamente alla creazione di Koinonia, è stata avviata un'associazione gemella: si tratta di Averiko, associazione che ha come obiettivo quello di creare un ponte tra Madagascar e Italia, basato sulla cooperazione internazionale. Averiko promuove l'intercultura e la sostenibilità ambientale e sociale.
Durante la mattinata dunque abbiamo visitato i vari progetti, ed in particolare il progetto "Piccoli Indiani", che si occupa dell'accoglienza di ragazzi di strada che vivono in condizioni di povertà assoluta, ed il progetto "Cooperativa" che, tramite l'affitto di una falegnameria, permette a giovani professionisti di svolgere il lavoro per il quale hanno ricevuto la formazione professionale, con l'obiettivo finale della autosostenibilità.

progetto cooperativa
La falegnameria del progetto Cooperativa

Successivamente abbiamo fatto un giro turistico della città vecchia, muovendoci con gli autobus locali e terminando la nostra visita di Fianarantsoa con interessante giro all'immenso mercato in cui si vende di tutto, in una distesa infinita di banchi e bancarelle.

fianarantsoa
Il Mercato di Fianarantsoa

Dopo aver visitato la città, abbiamo terminato la giornata visitando un altro interessante progetto, ossia Fanovo, nato con l'obiettivo di creare un centro culturale e di aggregazione giovanile.

Fianarantsoa
Gli amici del progetto Fanovo

Al momento Fanovo si sviluppa principalmente come progetto musicale, ma l'idea è quella di ampliare le attività dedicandosi al teatro ed allo studio delle lingue tra cui l'italiano, che può rappresentare un importante trampolino di lancio per il lavoro attraverso il turismo. E' proprio il turismo che alimenta il progetto Diako, del quale fanno parte Felana ed i vari ragazzi che fanno da guida ai turisti italiani come noi che si appoggiano a Viaggi e Miraggi per il loro viaggio in Madagascar. Non è un caso che a Fanovo c'erano alcuni di loro come Felana, Hobi e Luc i quali, assieme all'autista Lanto, sono stati le nostre indispensabili guide all'interno del Paese.
Ci hanno dunque illustrato le ambizioni del progetto Fanovo che, per potersi realizzare, hanno bisogno di una grande forza di volontà, ma anche del possibile aiuto da parte di chiunque possa e abbia voglia di farlo. In particolare, è un valido suggerimento per tutti coloro che vorranno fare questo viaggio, di preparare dei materiali da portare con se durante il viaggio e da regalare eventualmente all'associazione: strumenti musicali che non si usano più, vocabolari, libri di grammatica, tutto può essere molto utile per lo sviluppo di questi e altri progetti. La giornata si è conclusa con un emozionante ascolto di musica tradizionale suonata da un musicista che si impegna di mantenere viva la musica tradizionale malgascia e che, abbiamo scoperto, è disposto anche a fare svariate ore a piedi per raggiungere, dal suo villaggio, la città di Fianarantsoa ed il luogo dove Fanovo è nato e cerca di svilupparsi.
Tornati a casa di Felana abbiamo cenato con la sua famiglia, prima di ritirarci a letto e di prepararci alla terza parte del viaggio, alla scoperta del Sud e dell'Ovest del Paese, proseguendo sulla Route Nr 7.

Prima parte del viaggio
Terza parte del viaggio





venerdì 24 ottobre 2014

Madagascar parte prima: Ambositra, Soatanana, Fianarantsoa, Manakara

Itinerario di 15 giorni nel Centro-Sud del Paese

Il Madagascar è un'isola bellissima e difficilissima, piena di meravigliose risorse, ma afflitta anche da grossi problemi di natura sociale, politica ed ambientale. Fare un viaggio in Madagascar significa vivere la vera Africa, con le sue incredibili bellezze naturali e con la sua tremenda povertà: è un Paese tutto da esplorare, ed il viaggio, è uno di quei viaggi che lascia il segno, avendo un enorme impatto emotivo.
L'itinerario qui proposto dura due settimane e va ad esplorare la zona dell'Altopiano Centrale e parte del Sud del Paese, passando per alcuni tra i più bei parchi naturali e con due soste al mare, una sulla costa Est e l'altra sulla costa Ovest. Parte del viaggio è infine dedicata alla conoscenza di alcuni progetti umanitari che vengono portati avanti nel Paese.

E' molto complesso girare in maniera indipendente il Madagascar: le strade sono infatti difficilmente percorribili senza l'aiuto di un autista e muoversi con i mezzi pubblici è un impresa titanica. Non esistono indicazioni e senza l'aiuto di un mediatore locale anche la semplice prenotazione di un albergo può diventare un problema.
Per queste ragioni, abbiamo deciso di intraprendere il viaggio servendoci dell'aiuto di un'agenzia: la scelta è ricaduta su Viaggi e Miraggi, un'agenzia che si occupa di turismo responsabile.
Come altre agenzie turistiche di questo tipo (ad esempio Perù Etico), Viaggi e Miraggi propone esperienze di viaggio che non siano solo veloci visite turistiche nei luoghi di maggiore interesse, ma che siano, per quanto possibile, una vera e propria immersione in quella che è la cultura locale e nella vita del Paese che si va a visitare. Parte delle spese che si affrontano con questa agenzia vanno a finanziare progetti locali di natura sociale ed ambientale. Inoltre le strutture alberghiere sono tutte gestite da persone del luogo e mai da multinazionali straniere. In questo modo è possibile diminuire l'impatto ambientale del proprio viaggio e si può contribuire allo sviluppo delle economie locali. Gli spostamenti avvengono in parte attraverso mezzi locali ed in parte con mezzo privato.

Giorno 1 - Arrivo ad Antananarivo

Per quanto riguarda il volo aereo non ci sono molte scelte: solo Air France permette il doppio collegamento Italia-Parigi e Parigi-Antananarivo. In ogni caso non esiste un volo diretto. Il nostro aereo è atterrato puntuale a Tanà intorno alle 23:00, ma per uscire dall'aeroporto ci sono volute quasi due ore, durante le quali, nel caos più totale, ci hanno controllato i passaporti ed abbiamo recuperato i bagagli. Ad aspettarci all'uscita dell'aeroporto c'era il nostro mediatore, Hobi, una ragazza malgascia che ci avrebbe fatto da guida per la maggior parte del tempo durante il nostro viaggio.
Hobi rientra nel progetto Diako, uno dei progetti di Koinonia, associazione malgascia che si va in parte a finanziare con questo viaggio. Il progetto ha come obiettivo quello di promuovere il turismo in Madagascar servendosi del lavoro di guide e autisti locali.
Con Hobi ci siamo trovati benissimo, così come anche con tutti gli altri membri del progetto Diako che avremmo conosciuto durante il viaggio.
Dopo aver cambiato gli Euro in Ariary, la moneta locale, un mezzo privato ci ha condotto nel buio della notte di Tanà al nostro albergo, il "Chez Jeanne", discreto e pulito, dove ci siamo potuti godere un sonno ristoratore in attesa del primo spostamento previsto per il giorno seguente.

Giorno 2 - Viaggio da Antananarivo ad Ambositra

I primi giorni di viaggio sono i più duri in quanto prevedono molti spostamenti su lunghe distanze e con mezzi decisamente scomodi: l'unico mezzo pubblico in Madagascar è infatti il Taxibrousse, un pulmino (teoricamente da 9 posti) che viene riempito all'inverosimile di persone e cose. La mattina del secondo giorno ci siamo recati con un taxi proprio alla stazione dei taxibrousse di Tanà e, grazie alla nostra mediatrice Hobi, siamo riusciti a conquistarci due posti posti davanti (i più ambiti) del taxi brousse diretto ad Ambositra.

madagascar taxi
Taxi Brousse

Il viaggio è durato 6 ore, con una sola sosta per il pranzo lungo il percorso in un Hotely, una sorta di autogrill di infima qualità. Nonostante fossimo posizionati nei due posti anteriori il viaggio ci è sembrato infinitamente lungo e stancante, ma di certo il viaggio in taxibrousse è un'esperienza che va fatta, in quanto permette di calarsi appieno nella realtà locale, comprendendo parte dello stile di vita delle persone di questo Paese. Partiti di prima mattina, siamo arrivati ad Ambositra poco prima del tramonto, dopo aver percorso qualche centinatio di chilometri lungo la famigerata Route nr 7, la strada principale del Madagascar. Il Motel Violette, dove avremmo passato due notti, era molto carino, pulito e con il bagno in camera, doccia e corrente elettrica tutto il giorno. Dopo una rapida cena a base di riso e carne di zebù, il manzo locale, siamo crollati a letto stanchissimi, per un lungo sonno ristoratore.

Giorno 3 - Il villaggio di Soatanana

Finalmente, dopo due giorni di viaggio, è arrivato il primo giorno utile per esplorare il territorio. Dopo un'ottima colazione con thè e croissant al Motel Violette, siamo andati nel centro di Ambositra per prendere un taxi che ci avrebbe portato al Villaggio della Seta di Soatanana: il taxi ha rappresentato parte dell'avventura essendo una Peugeot 309 del secolo scorso semidistrutta dall'uso e dal tempo, un auto che ha dovuto affrontare una strada in gran parte sterrata e sconnessa. Lungo il percorso ci siamo fermati prima al mercato dei colori (in un villaggio vicino ad Ambositra) e poi una seconda volta per visitare una parte di territorio che viene coltivata per produrre la seta che viene poi utilizzata a Soatanana.

madagascar mercato
Il Mercato dei Colori

Giunti infine al villaggio,  abbiamo assistito alle varie fasi della lavorazione della seta e, al termine della visita, abbiamo acquistato alcune sciarpine prodotte dagli abitanti del villaggio stesso. Al villaggio abbiamo anche pranzato, sedendoci su delle semplici stuoie e gustando verdure bollite con riso e patate fritte, tutto molto buono, in un'atmosfera molto particolare. Il villaggio è pieno di bambini e nonostante vivano con poco, sono tutti sorridenti e felici.

Madagascar villaggio delle donne di soatanana
Il villaggio di Soatanana

Il viaggio di ritorno da Soatanana ad Ambositra è stato piuttosto complicato. L'auto infatti ha iniziato a dare segni di cedimento fermandosi più volte. Ma ad ogni sosta l'autista è riuscito, con un paio di manovre al motore, a far miracolosamente ripartire la macchina.

disavventure
Problemi al taxi

Tra una sosta e l'altra siamo dunque riusciti a tornare in città ed abbiamo potuto incontrare Nicola Gandolfi, un italiano che si occupa di un progetto di riforestazione di un'area del Madagascar (il progetto Vohidahy). Abbiamo infatti rapidamente capito che le foreste del Madagascar sono seriamente minacciate dalla pratica del "taglia e brucia" effettuata dai contadini i quali, per ricavare nuovi territori per le loro colture, non esitano a dar fuoco e a disboscare aree sempre più grandi di foresta tropicale. Inoltre molti alberi come il palissandro ed il boise de rose vengono tagliati per il loro legno pregiato, che viene venduto all'estero ed in particolare alla Cina. La ricchezza naturale dell'intero paese è dunque fortemente a rischio ed è per questo che Nicola ha dato vita all'associazione Tsiry Parma, con la quale cerca di difendere la foresta tropicale malgascia attraverso una gestione sostenibile delle risorse forestali e l'attivazione di programmi agricoli eco-compatibili.
Terminato l'interessante incontro con Nicola siamo tornati in albergo per la cena preparandoci per un nuovo viaggio, questa volta in direziona di Fianarantsoa.

Giorno 4 - Viaggio da Ambositra a Fianarantsoa

La mattinata del quarto giorno è cominciata con un incontro molto emozionante ed intenso, quello con Suor Yvonne, una suora che si occupa di circa 300 bambini con problemi di abbandono e malnutrizione. La suora gestisce una sorta di casa-famiglia e cerca di aiutare tutti quei bambini che vivono ai margini della società perchè orfani o con grossi problemi familiari alle spalle. Li preleva spesso dalle discariche dove questi ragazzini cercano qualcosa da mangiare, o dalla strada, dove dormono, in quanto non hanno una casa. E' stata una mattinata dal forte impatto emotivo: personalmente era la prima volta in vita mia che incontravo bambini denutriti con arti esili e ventri gonfi e vederli ci ha trasmesso un senso di smarrimento.

suor yvonne casa famiglia
Al centro di Suor Yvonne

Abbiamo avuto qualche minuto per giocare con i bambini e vedere il progetto che la suora sta portando avanti, fin quando, verso la metà della mattinata, non ci siamo dovuti recare alla stazione dei Taxi Brousse di Ambositra dove, con il prezioso aiuto della nostra mediatrice Hobi, abbiamo acquistato i biglietti per il viaggio da Ambositra a Fianarantsoa.
Ancora una volta la fortuna è stata dalla nostra parte e ci siamo potuti sedere nei posti anteriori del pulmino. Tutti gli altri, stipati dietro, erano in numero certamente maggiore a quello della capienza massima del taxi Brousse. Anche questo secondo viaggio è stato faticosissimo, anche perchè la strada per Fianà tende e peggiorare man mano che ci si sposta verso Sud e le buche diventano sempre più veri e propri crateri da attraversare con molta prudenza. Inoltre, giunti a metà percorso, dopo la sosta per il pranzo, l'autista ha pensato bene di far salire altri passeggeri tanto che nel momento di massimo affollamento abbiamo contato nella prima fila del pulmino dietro i nostri sedili ben 12 persone tra adulti e bambini (quando la capienza teorica di ogni fila è di massimo 3 persone). Il viaggio è durato tra le 4 e le 5 ore, e siamo arrivati in città un'ora prima del tramonto. A Fianarantsoa abbiamo conosciuto Lanto, che sarebbe stato il nostro autista negli spostamenti successivi, e Felana. Felana è la responsabile del progetto Diako, all'interno dell'associazione Koinonia: tale progetto è il ponte di collegamento tra l'agenzia Viaggi e Miraggi e la realizzazione in loco del viaggio vero e proprio: infatti sono stati i ragazzi del progetto Diako a farci da mediatori, guide e autisti lungo tutto il nostro percorso in Madagascar. Grazie a Felana inoltre, abbiamo potuto sperimentare cosa significa vivere in una casa malgascia. Per la notte infatti non avevamo alcun albergo prenotato, ma abbiamo dormito proprio in casa sua. E' stata un'esperienza molto bella, anche perchè, oltre all'alloggio, abbiamo avuto anche la fortuna di mangiare in casa con Felana ed i suoi parenti, e ci siamo veramente sentiti parte di una famiglia, in un tipo di situazione che è molto difficile ritrovare nei viaggi tradizionali. A nostra disposizione c'era una stanza, mentre abbiamo condiviso il bagno e la doccia (con acqua calda) con parte della famiglia di Felana.
Come di consueto siamo andati a dormire molto presto.

Giorno 5 - Viaggio in treno da Fianarantsoa a Manakara

Il viaggio in treno da Fianarantsoa a Manakara, località che si affaccia sull'Oceano Indiano, sulla costa Est del Paese,è stato un'esperienza unica ed indimenticabile nel bene e nel male.
Si tratta di un treno vecchio e scomodo con stretti sedili di legno risalente all'epoca dei coloni francesi che lo utilizzavano per lo più per lo spostamento delle merci. Ma non è la (s)comodità dei sedili il problema principale: il vero problema di questo treno è infatti la risposta ad alcune domande che ad ogni viaggio tutti si chiedono: partiremo oggi? Se partiremo, arriveremo? E se arriveremo, a che ora arriveremo? I tempi per coprire i 160 Km che separano le due città sono infatti molto variabili: di questo treno non si capisce mai se riuscirà a partire ed a che ora, non si conosce il tempo di sosta nelle varie fermate lungo il percorso e si può solo pregare che non accadano guasti al locomotore. I nostri mediatori ci avevano informato che, soprattutto negli ultimi tempi, il treno tendeva ad avere problemi, con partenze ritardate di svariate ore e tempi di percorrenza che potevano superare le 12 ore.

treno fianarantsoa manakara
In partenza dalla stazione di Fianarantsoa


Tutto sommato siamo stati quindi fortunati: il nostro treno infatti è partito con sole due ore di ritardo ed è arrivato dopo 12 ore, un tempo di percorrenza a quanto pare accettabile.
Fondamentale è stato accaparrarsi dei biglietti di prima classe con prenotazione dei posti a sedere: la prima classe infatti non era altro che un piccolo vagone che si è riempito all'inverosimile di persone che sono rimaste in piedi con un quantitativo di bagagli inimmaginabile. La seconda classe era invece del tutto inavvicinabile: nel vagone di seconda classe è entrato infatti un numero incommensurabile di persone che si sono accalcate in un modo che non può essere nè descritto nè immaginato: solo noi, dopo averlo visto  con i nostri occhi, possiamo capire chi e cosa c'era in quel vagone di seconda classe. Altri vagoni erano unicamente adibiti al trasporto merci.
Nonostante le precarie e difficili condizioni di viaggio, l'esperienza è stata fantastica. A livello paesaggistico il percorso è straordinario: il treno attraversa infatti spettacolari montagne ricoperte dalla foresta tropicale.

treno fianarantsoa manakara paesaggio
Foresta tropicale


Ed a livello umano è un'esperienza altrettanto significativa: il treno si ferma infatti lungo il percorso in svariati villaggi il cui unico mezzo di contatto con il resto del Paese è proprio questo treno che passa una volta ogni 3 giorni.

madagascar
Un giovane abitante di un villaggio lungo il percorso del treno


Ad ogni sosta si scatena un mercato di qualsiasi tipo di merce, ma soprattutto di prodotti alimentari.

treno madagascar
Un villaggio lungo il percorso del treno


Siamo partiti alle nove e mezza del mattino e siamo arrivati alle nove e mezza di sera, percorrendo le ultime ore di viaggio nel buio più totale in quanto, dopo il tramonto, non ci sono luci che illuminino la carrozza. Ma fuori la notte era illuminata da milioni di stelle e, al livello del bosco, da centinaia di lucciole (mai viste così tante) che hanno reso particolare anche la parte notturna di questo infinito viaggio.
La stanchezza alla fine era molta, ma all'arrivo a Manakara ci aspettava un albergo con tanto di acqua calda, mentre siamo rimasti sconvolti nel constatare che alcune persone, che avrebbero dovuto proseguire nel viaggio con un Taxi Brousse, dato il tardo orario, si sono posizionate con delle stuoie nella hall della stazione per passarvi la notte in attesa della mattina. Quelle persone, che avevano fatto il viaggio in seconda classe si preparavano ad una notte in stazione e l'indomani avrebbero viaggiato con un Taxi Brousse. Abituati alle comodità del nostro mondo occidentale, ci risultano inconcepibili queste situazioni, ma proprio il vedere e constatare queste realtà ci ha spinto a riflettere molto sulle differenze che ci sono nel nostro mondo ed all'ingiustizia di fondo che distingue fortemente i popoli dei paesi occidentali da quelli dei paesi in via di sviluppo.
L'esperienza del treno Fianà - Manakara è molto dura, ma è una vera esperienza di vita malgascia che andrebbe provata da tutti i viaggiatori. E' un pezzo di Madagascar che non si può perdere e che noi sicuramente non dimenticheremo mai.




















giovedì 24 luglio 2014

Monte Due Mani

Descrizione breve

Il Monte Due Mani, la cui vetta raggiunge i 1656 m di altitudine, si trova tra le Grigne ed il Resegone: fa dunque parte delle Prealpi lecchesi delle quali condivide la struttura geologica simil-dolomitica. Per salire in vetta è possibile scegliere tra una via ferrata ed un semplice sentiero. si può anche effettuare un giro ad anello come di seguito descritto.


Scheda tecnica

Tappe
Maggio (761 m slm) - La Foppa  - Zucco di Desio (1655 m slm) - Bivacco G.E.P.O Diginate (1656 m slm) - Maggio

Dislivello complessivo
860 m

Difficoltà
Escursionisti

Cartina Kompass

n° 105 Lecco Valle Brembana

Tempo di percorrenza
Circa 5 ore

Descrizione dettagliata


Partenza da Maggio (frazione di Cremeno) in via Garabuso. Per l'andata il sentiero 35, ampio e dolce, attraversa il bosco fino ad arrivare a La Foppa, zona aperta di prati dai quali si può osservare un interessante panorama su Grigne e Zuccone Campelli.

Monte due Mani
La Foppa

Il percorso si fa poi leggermente più impegnativo con un sentiero più stretto e caratterizzato da una maggiore pendenza. Arrivati al termine di un secondo bosco, a quota 1655, si osserva un bel panorama e si vede anche la meta finale, il bivacco per raggiungere il quale è necessario percorrere una breve discesa ed una risalita finale.

La vista del Bivacco sulla cima

Dal bivacco ampio panorama sulla pianura, lago di Como, Resegone, Zuccone Campelli e Grigne. 

Monte due Mani
Panorama dalla cima 

Per il ritorno si può optare per il sentiero 32 con in quale si perde rapidamente quota fino a raggiungere un largo sentiero che invece, essendo più dolce, perde quota molto più lentamente.
Si tratta di un bel giro, poco frequentato, ma molto interessante dal punto di vista paesaggistico.
Non si rilevano difficoltà particolari.


martedì 20 maggio 2014

Spinacio

L'unico modo per avere degli spinaci freschi di giornata è... coltivarli sul proprio balcone: ecco allora la scheda di coltivazione

Vaso:           Vanno bene le fioriere o altri vasi larghi, poco profondi
Nutrimento:  Non è necessaria la concimazione (tendono ad accumulare nitrati nelle foglie)
Acqua:         Abbondante quando fa caldo
Esposizione: Al sole
Semina:        Sono facili da coltivare soprattutto nel semestre estivo: si può seminare da febbraio a maggio
Raccolta:      Se si tagliano solo le foglie esterne, si potrà effettuare più di un raccolto, permettendo ogni volta alla pianta di ricrescere

Coltivazione in vaso
Spinacio sul balcone

mercoledì 14 maggio 2014

Biscotti alle mandorle (tipo Ritornelli)

I Ritornelli fatti in casa sono semplici ed ottimi, ecco la ricetta:

Ingredienti:

Per la pasta bianca

Farina 00:                150 gr
Burro:                      50 gr
Zucchero:                50 gr
Farina di mandorle:  50 gr
Uova:                      1
Lievito per dolci:      mezza bustina


Per la pasta nera

Farina 00:                 130 gr
Cacao magro:            20 gr
Burro:                       50 gr
Zucchero di canna:    50 gr
Farina di mandrole:    40 gr
Uova:                        1
Lievito per dolci:       mezza bustina

Procedimento

Preparare separatamente la pasta bianca e la pasta nera, ma seguendo lo stesso procedimento:

  • Mescolare l'uovo con il burro
  • Aggiungere lo zucchero
  • Aggiungere gli altri ingredienti
  • Formare una palla e lasciare riposare in frigo per 20 minuti
Fare dei lunghi grissini di pasta bianca e nera e mettere le varie striscioline una di fianco all'altra (2 striscie bianche e nere alternate)
Tagliare quindi i biscotti in modo che ogni biscotto sia composto da due parti bianche e due nere
Infornare infine a 180°C per 20 minuti

Ritornelli fatti in casa