martedì 8 settembre 2015

Dove si va a cena?

Ogni volta che si esce a cena fuori c'è l'enorme punto di domanda: "Dove si va stasera?"
La scelta di ristoranti e pizzerie è talmente varia ed elevata che è molto difficile alla fine effettuare una scelta. Molti si affidano alle recensioni di TripAdvisor, altri non si fidano e si basano piuttosto sulle proprie intuizioni.
Alla fine, saranno solo il palato e lo stomaco a decidere se ciò che si è mangiato era veramente buono o piuttosto da dimenticare.
Ma è possibile seguire delle regole di massima che ci permettano di capire da fuori se un ristorante sarà buono o meno?
Si, basta seguire queste regole:

1) Evitare i posti "all you can eat", ossia i ristoranti dove è possibile, con una cifra fissa, mangiare tutto ciò che si vuole: come può infatti un ristorante offrire ad un prezzo generalmente irrisorio quantità così elevate di cibo? Non esistono ristoranti che non guadagnino in ciò che offrono per cui è ovvio che, in posti come questi, la qualità rasenti lo zero.

2) Evitare i luoghi dove vengono proposti menù turistici in quanto, come per il punto precedente, chi punta tutto sui prezzi bassi, non può presentare una qualità elevata dei cibi.

3) Evitare i ristoranti di fronte alle principali attrazioni turistiche o, peggio ancora, all'interno di musei o altri luoghi di interesse: sono quelli più facilmente raggiungibili e che non hanno bisogno di clienti fissi perchè possono contare sempre su un elevato numero di persone di passaggio pur senza offrire un'elevata qualità dei pasti.

4) Scegliere ristoranti nelle vie secondarie. Evitare i posti sulle strade principali o nelle piazze. Nelle grandi città prediligere i ristoranti al di fuori dell'area centrale. Se possibile scegliere ristoranti fuori dai centri urbani: il motivo è strettamente correlato a quello del punto precedente.

5) Evitare i ristoranti dove vengono esposte le foto dei piatti preparati: generalmente sono posti molto turistici e quindi molto frequentati. Nella maggior parte dei casi espongono menù anche in altre lingue.

6) Scegliere i posti con pochi coperti: è molto più facile cucinare bene per poche persone che non per migliaia di clienti, a prescindere dalla grandezza della cucina e dal numero di chef.

7) Scegliere i posti in cui il menù non offra troppe possibilità di scelta: maggiore è il numero di piatti preparati, minore sarà la cura con cui essi vengono preparati. A tal proposito scegliere ristoranti "specializzati": se si vuole mangiare pesce scegliere ristoranti di solo pesce, se si vuole una pizza, scegliere un posto che fa solo pizzeria etc.

8) Prediligere i ristoranti in cui ci sia la cucina a vista, cioè dove sia possibile osservare la preparazione dei piatti.

Ci sono poi tre punti che purtroppo non è possibile verificare prima di essere entrati in un locale, ma che comunque possono dare una conferma del fatto che si sia finiti nel posto giusto

1) Diffidare di quei posti dove su richiesta non possono essere apportate piccole modifiche ai piatti e dove le portate vengono servite dopo pochi minuti: molto probabilmente le portate sono preparate in anticipo e riscaldate poi al microonde.

2) Verificare che il bagno sia pulito e con tutto l'occorrente: carta igienica, sapone, asciugamani. Se il bagno è lasciato sporco e trasandato figuriamoci la cucina !

3) Chiedere informazioni sui piatti: generalmente si mangia bene in quei posti dove i camerieri sanno descrivere dettagliatamente i piatti ed in che modo vengono preparati specificando anche la provenienza delle materie prime.

Buon appetito !

mercoledì 2 settembre 2015

Autoproduzione del detersivo per piatti

Comprando i detersivi per piatti si risparmia un bel pò di tempo (ma solo se si esclude quello passato in fila alla cassa del supermercato), ma facendoseli in casa si risparmia del denaro e si guadagna in soddisfazione personale.
Ma soprattutto ne guadagna l'ambiente: possiamo infatti controllare gli ingredienti (ed evitare quelli dannosi alla salute personale e dell'ambiente), ridurre i trasporti dei prodotti commerciali, e limitare il problema degli imballaggi

Dunque con semplici (e naturali) ingredienti è possibile autoprodurre un buon detersivo per piatti (che può essere usato anche come sgrassatore). La capacità di sgrassare è dovuta all'acido citrico del limone e all'acido acetico dell'aceto, mentre il sale funge principalmente da anticalcare (azione combinata con l'aceto). Ecco la ricetta:


INGREDIENTI

Limoni:           3
Aceto bianco: 100 mL
Sale:                200 gr
Acqua:            400 mL

MATERIALE NECESSARIO

Spremiagrumi
Minipimer o frullatore
Filtro
Fornello elettrico o a gas
Attrezzi da cucina (coltello, tagliere etc)

PROCEDIMENTO

- Tagliare in due i limoni
- Spremere i limoni
- Estrarre la buccia interna e farla a piccoli pezzi
- Tagliare la buccia esterna in pezzetti piccolissimi
- Mettere in un recipiente il succo di limone ed i pezzi di buccia esterna ed interna
- Aggiungere il sale
- Frullare il tutto con il minipimer
- Filtrare il composto ottenuto e versarlo in una pentola
- Nella stessa pentola aggiungere l'acqua e l'aceto e portare il tutto ad ebollizione per qualche minuto
- Lasciare raffreddare il prodotto che è quindi pronto per l'uso

giovedì 20 agosto 2015

Islanda in estate - Itinerario di 10 giorni

Situata nel bel mezzo della dorsale medio-atlantica ed appena al di sotto del circolo polare artico, l'Islanda è un'isola nella quale gli elementi primordiali terra, acqua, aria e fuoco si combinano in atti creativi che sembrano riportare il viaggiatore ai confini del tempo.
La natura domina e stupisce mostrando deserti, mari, montagne, vulcani, cascate e ghiacciai, riempiendo gli occhi di chi la visita di meraviglia ed emozione.
E' possibile visitare l'Islanda in bicicletta, o con i mezzi pubblici, o addirittura a piedi (come fanno gli escursionisti più appassionati), ma il modo probabilmente più facile è quello di noleggiare un'auto, come viene proposto in questo itinerario di 10 giorni (voli esclusi) che fa il giro ad anello dell'isola, alla scoperta dei principali luoghi di interesse.


Premessa

  • L'itinerario proposto è estivo: in inverno infatti si può andare ad esplorare le grotte di ghiaccio o ammirare i colori dell'aurora boreale, ma non è possibile percorrere agevolmente il giro ad anello lungo la Ring Road 1. Per questo itinerario comunque, nonostante vi siano alcuni brevi tratti sterrati, non è necessaria un'auto 4x4, ma è sufficiente una normale auto a trazione anteriore (l'importante è non percorrere le F-roads, ossia le piste adatte ai soli fuoristrada)
  • La maggior parte dei tour ad anello dell'Islanda percorre l'isola in senso antiorario. In questo itinerario invece il giro viene affrontato in senso orario: in questo modo si affrontano nei primi giorni le tappe chilometriche più lunghe ed inoltre si visita la parte più interessante di tutto il viaggio, ossia il Sud dell'isola, nella parte finale della vacanza.
  • L'Islanda è un paese costosissimo: in questo itinerario vengono suggeriti principalmente alloggi del tipo AirBnB, ossia case affittate da privati con i quali è possibile spendere meno mantenendo un elevato livello qualitativo degli alloggi. Un suggerimento: in Islanda è possibile pagare persino i gabinetti con carta di credito per cui è consigliabile viaggiare senza contanti, utilizzando unicamente la carta di credito.

Giorno 0 - Arrivo a Reykjavik

Esistono varie soluzioni per raggiungere l'Islanda dall'Italia. Tra le varie opzioni è interessante ed economica quella proposta dalla Wowair che effettua voli diretti da Milano e Roma. Arrivati in aeroporto conviene noleggiare subito un' auto scegliendo tra le offerte delle varie compagnie esistenti (utile a tal fine il sito di Rental Car). Dall'aeroporto si raggiunge la capitale Reykjavik tramite la strada statale 41 in circa 40 minuti.


Giorno 1 - Penisola di Snæfellsnes (ca. 400 Km)

Per immergersi subito nell'atmosfera islandese non c'è niente di meglio del giro della remota penisola di Snæfellsnes, caratterizzata dalla presenza di piccoli paesi di pescatori, selvagge montagne, campi di lava e persino un vulcano ricoperto da un ghiacciaio.
Da Reykjavik si parte seguendo la Ring Road 1 in direzione Nord (verso Akureyri). Giunti a Borgarnes si svolta sulla statale 54, poi sulla 56 ed infine sulla 58, per raggiungere Stykkisholmur, prima tappa della penisola di Snæfellsnes: una veloce passeggiata al faro permette di ammirare uno splendido panorama sui fiordi del Nord-Ovest e sulle numerose piccole isole che li fronteggiano.

Snaefellsnes
Stykkisholmur, Penisola di Snaefellsnes
Riprendendo la statale 54 in direzione Ovest comincia il vero e proprio giro della penisola di Snæfellsnes e dopo circa un'ora di viaggio si giunge a Rif, un minuscolo borgo impreziosito dalla presenza del Gamla Rif, un ristorante-caffetteria dove assaggiare un' eccellente zuppa di pesce ed ottime torte fatte in casa.
La parte occidentale della penisola di Snæfellsnes è un Parco Nazionale dominato dalla presenza dello Snæfellsjökull, un ghiacciaio che ricopre un vulcano dal quale Jules Verne ha tratto ispirazione per il proprio viaggio al centro della Terra.

Snaefellsnes
Snaefellsjokull

Ad ogni chilometro percorso dall'auto nuovi scorci e splendidi scenari riempiono di meraviglia gli occhi. L'Islanda ha già impressionato per la sua primordiale magnificenza ed è con questa bellezza nella mente che si torna a Borgarnes per trascorrere la notte presso il Lækjarkot Rooms and Cottages.


Giorno 2 - Da Borgarnes ad Akureyri (ca. 370 km)

Il secondo giorno è il meno entusiasmante dell'intero viaggio e prevede un'unica tappa di interesse naturalistico, quello delle cascate di Hraunfossar e Barnafoss che si raggiungono da Borgarnes prendendo la Ring Road 1 in direzione Nord, ma deviando presto sulla statale 50 (in direzione di Rekholt) ed infine sulla 519.


Barnafoss
Hraunfossar

Dopo una visita alle cascate ci si rimette in viaggio andando a riprendere la Ring Road 1 e percorrendo la strada tutta d'un fiato fino a Blönduòs, dove si può mangiare un'ottima vellutata alle verdure del giorno presso l'Ommukaffi Cafè-Restaurant. Nel pomeriggio conviene dirigersi direttamente verso Akureyri, a meno che non si sia particolarmente interessati alla fattoria di Glaumbær (breve deviazione sulla statale 75), con le sue tipiche case dal tetto in torba del XVIII-XIX secolo.


tetto di torba
Glaumbaer

Ad Akureyri si soggiorna nella prima casa prenotata con AirBnB: è la bellissima e pulitissima casa di Danni (come per tutte le case islandesi bisogna ricordarsi di togliere le scarpe quando si entra). Akureyri è la seconda città più grande d'Islanda per cui vanta varie attrazioni tra cui un giardino botanico ed un bellissimo complesso di piscine riscaldate con tanto di scivoli ed idromassaggi (prima di entrare bisogna farsi la doccia senza costume!)


Giorno 3 - Il Parco Nazionale di Jökulsargljufur (ca. 270 km)

Giornata intensa e ricca di natura quella che ha inizio ad Akureyri per terminare a Husavik, passando per il parco nazionale di Jökulsargljufur. 
La prima tappa, lungo la Ring Road 1, è la cascata di Godafoss: vari sentieri permettono di ammirare da diversi punti di vista quelle che sembrano, in scala ridotta, le cascate del Niagara.


Islanda
Godafoss

L'itinerario prosegue sulla Ring Road 1 in direzione del Lago Myvatn, il quale però verrà visitato nella giornata successiva. Ci si dirige dunque direttamente a Reykjahlid, sulla riva Nord-orientale del lago, per una pausa pranzo a base di salmerino al Gamli Bistrot, dove preparano anche delle buonissime zuppe di verdure.
Rifocillati dal pranzo si torna nuovamente sulla Ring Road 1 che, nella direzione di Egilsstadir, attraversa un immenso deserto lavico ricoperto unicamente da muschi e licheni. Il paesaggio è lunare e diviene ancor più surreale quando si giunge all'incrocio con la strada statale sterrata 864, imboccata la quale, dopo circa 40 minuti, si arriva al parcheggio delle cascate di Dettifoss. E' il pezzo forte della giornata: la cascata più impetuosa d'Europa si presenta all'improvviso in un enorme frattura del terreno, un canyon che non ci si aspetta di trovare nel bel mezzo del deserto, e dal quale si ammira uno spettacolo della natura indimenticabile. 


Islanda
Dettifoss

Il viaggio prosegue sulla sterrata 864 in direzione di Asbyrgi raggiungendo l'omonimo canyon. Qui ci si ritrova in un ambiente più rilassante e bucolico: il canyon, a forma di ferro di cavallo, ospita infatti una foresta di betulle nane, attraverso le quali si può effettuare una semplice passeggiata. 


Canyon
Canyon di Asbyrgi

Sembra quasi incredibile che una giornata così ricca ed intensa sia ancora in grado di offrire altre meraviglie, ma non si può rimanere indifferenti agli splendidi paesaggi offerti dall'ultimo tratto di strada, quello che collega Asbyrgi ed Husavik (statale 85) lungo un bellissimo tratto di costa Nord del Paese. 


costa nord islanda
Strada tra Asbyrgi e Husavik
A Husavik, infine, tappa per la notte: eccellente la sistemazione presso l'ampia casa di Derri.


Giorno 4 - La zona del lago Myvatn (ca. 250 km)

Essendo nel bel mezzo della dorsale medio atlantica, l'Islanda è attraversata da una faglia divergente, in pratica una spaccatura nella Terra che tende ad allontanare la parte occidentale da quella orientale dell'isola. Frequenti risalite di magma possono essere osservate lungo questa spaccatura alla quale si associano fenomeni di vulcanismo secondario degni di nota. Lo spettacolo è dunque garantito in questa giornata dedicata all'esplorazione della zona del lago Myvatn caratterizzata dalla presenza di vulcani, pseudocrateri, solfatare ed acque termali.
Il viaggio incomincia da Husavik (dove, tra le altre cose, è possibile partecipare ad escursioni in barca per osservare le balene): prima la statale 85 e successivamente la 845 permettono di ritrovare presto la Ring Road 1 e tornare nei pressi del lago Myvatn (già luogo di transito del giorno precedente).
La sponda meridionale del lago è la più interessante e diversi sono i siti da visitare: Skutustadir è la zona degli pseudocrateri, formazioni laviche vecchie di 2000 anni tra le quali si passeggia percorrendo un semplice sentiero. 


Pseudocrateri
Pseudocrateri di Skutustadir
Diversi tipi di passeggiate possono anche essere effettuate a Dimmuborgir, sito contraddistinto dalla presenza di strutture laviche di forma insolita. Più avanti, sulla costa orientale del lago, si effettua l'ascesa al Hverfjall, uno spettacolare cratere sulla sommità del quale si può anche effettuare il giro. 


Myvatn
Cratere Hverfjall
Per la pausa pranzo sono molto buone le portate del Vogafjos, una fattoria che è anche una guesthouse ed un ristorante.
Ma la zona non ha ancora dato il meglio di se perchè i pezzi forti vengono proseguendo sulla Ring Road 1, lasciandosi alle spalle il lago Myvatn ed incontrando i siti Hverir, Krafla, Lejrhnjukur e Viti che sono, nell'ordine, un complesso di solfatare e pozze di fango in ebollizione, una centrale geotermica, un'insieme di colate laviche ed un cratere in parte ancora attivo. Qui è come non essere più sulla Terra, ma in una sorta di inferno dantesco vivo e ribollente: l'odore di zolfo è penetrante, la terra è rossa e gialla, l'atmosfera alienante.


solfatare Namafjall
Pozza di fango in ebollizione (Hverir)
La giornata termina a Egilsstadir, non prima di aver percorso svariati chilometri attraverso deserti lunari e catene montuose disabitate: qui la Ring Road 1 si insinua verso l'interno del Paese ed è il suo tratto più lungo senza l'ombra di vita umana (di pecore e di stazioni di servizio!). Dopo una così intensa giornata non c'è niente di meglio che potersi rilassare nella piscina riscaldata privata dell'abitazione di Sigridur, messa gentilmente a disposizione degli ospiti che decidono di alloggiare nella sua accogliente casa di campagna. 


Giorno 5 - I fiordi orientali (ca. 300 km)

La zona Orientale dell'Islanda è caratterizzata dalla presenza di fiordi remoti e isolati. La Ring Road 1 scorre alla loro sinistra toccando solo quelli più meridionali di Breidalsvik e Djupivogur, ma percorrendola  e dunque tralasciando alcune strade laterali, si perderebbe il più affascinante, ossia il Mjoifjördur. Per raggiungere quest'ultimo si percorre, da Egilsstadir, dapprima la statale 92 e poi la sterrata 953. Il paesaggio è grandioso durante tutto il percorso che si snoda in mezzo alle montagne tra nevai in scioglimento, torrenti e cascatelle; la strada è stretta e in alcuni punti presenta una notevole pendenza ma, in normali condizioni atmosferiche, è percorribile da un normale auto utilitaria. Superato un passo montuoso di bellezza onirica si scende verso lo stretto fiordo in fondo al quale non vi è altro che poche casette ed una chiesa.  Vale veramente la pena percorrere questi 30 km in quasi totale solitudine, per apprezzare quello che è un angolo di Islanda che in pochi visitano.

fiordi orientali
Lungo la strada verso il Mjoifjordur
Per tornare sulla Ring Road 1 non esiste altra alternativa che ripercorrere in salita la strada 953 e tornare a Egilsstadir. Dopo una paura pranzo al Gistihusid che prepara le classiche zuppe, ma anche hamburger o insalate miste, si scende verso Sud stavolta proprio percorrendo la Ring Road 1. Dopo alcuni chilometri la strada diventa sterrata, ma è in ottime condizioni; giunti al bivio con la statale 939 si gira a destra in direzione di Djupivogur. La statale 939 è sempre sterrata e in un tratto ha una pendenza del 17% (da affrontare in discesa), ma è molto utile in quanto permette di accorciare un bel pò di chilometri, riprendendo la Ring Road 1 più a valle. Si arriva così al Berufjordur e, successivamente, alla piccola cittadina di Djupivogur. Da qui e fino a Höfn, meta finale del giorno, la strada costiera offre splendidi panorami e induce a fermarsi in vari punti per scattare delle foto.
A Höfn una possibile sistemazione (qualitativamente inferiore alle precedenti segnalate e, a dir la verità anche tra le più costose) è quella di Einar. L'itinerario prevede di fermarsi in questo paese per due notti in modo da poter dedicare un'intera giornata alla visita del Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d'Europa, sul quale è consigliabile prenotare le escursioni con almeno un giorno di anticipo.

Giorno 6 - La laguna glaciale (ca. 150 km)

Lo spettacolo naturale offerto dal Vatnajökull è forse il più sublime di tutta l'isola, in particolare nei pressi dello Jökulsarlon, la laguna glaciale: si tratta di un lago formatosi all'inizio del XX secolo a seguito del discioglimento del ghiacciaio Vatnajökull. A rendere il tutto più suggestivo sono gli enormi iceberg che vagano nella laguna per dirigersi lentamente verso il mare.

Jokulsarlon
Laguna glaciale
Tutti quelli che passano di qui prenotano un'escursione in barca tra gli iceberg della laguna glaciale. Due sono le possibilità offerte: l'Amphibian Boat Tour (più economico) e lo Zodiac Tour (più costoso). Il consiglio è quello di utilizzare quest'ultimo in quanto permette di godersi lo spettacolo a bordo di un gommone con non più di una decina di persone arrivando fino ai piedi dell'impressionante fronte glaciale. E' bello anche farsi una semplice passeggiata ai bordi della laguna; c'è infine la possibilità di effettuare escursioni a piedi sul ghiacciaio o sulle motoslitte.
La giornata termina dopo la visita di un'altra piccola laguna glaciale, quella di Svinafell, circa 50 chilometri a Ovest dello Jökulsarlon sulla Ring Road 1.

Giorno 7 - Ingolfshöfdi ed il Parco Nazionale di Skaftafell (ca. 160 km)

Una magnifica ed inaspettata sorpresa è l'escursione in trattore organizzata al capo Ingolfshöfdi alla quale viene dedicata la mattinata del settimo giorno di questo itinerario. Si tratta di un'escursione di due ore e mezza con partenza da Fagurholsmyri (un'ottantina di Km ad Est di Höfn, sulla Ring Road 1): un trattore premette di attraversare un primo tratto di strada che non è altro che una lingua di sabbia semisommersa che porta alle pendici del capo Ingolfshöfdi. Qui si scende dall'insolito mezzo e si affronta a piedi una breve salita (su sabbia) fino alla cima di una scogliera. In cima al capo è possibile ammirare il panorama del Vatnajökull, ma soprattutto fare la conoscenza ravvicinata degli splendidi Pulcinella di Mare, uccelli simili ai pinguini, ma in grado di volare, che qui nidificano e non hanno timore di farsi avvicinare.

Ingolfshofdi
Pulcinelle di mare

Di ritorno dall'escursione organizzata, nel pomeriggio si riprende la Ring Road 1 per raggiungere il Parco Nazionale di Skaftafell, nel quale vale la pena di affrontare qualche semplice escursione, la più gettonata delle quali è quella diretta alle cascate di Svartifoss (circa 1 ora e 30 tra andata e ritorno). In alternativa, una semplice passeggiata porta ai piedi del ghiacciaio Skaftafelljökull, altra propaggine del Vatnajökull.
La giornata termina a Vik, il punto più meridionale dell'Islanda, che si raggiunge riprendendo la Ring Road 1 in direzione Ovest. In questa zona non ci sono soluzioni abitative con AirBnB per cui bisogna cercare altro, ad esempio la Skammidalur Guesthouse (stanze con bagno in comune).

Giorno 8 - Le spiagge nere e le cascate del Sud (ca. 230 km)

La mattinata dell'ottavo giorno è dedicata alla spiagge nere di Reynishverfi e di Dyrholaey.
Le prime sono caratterizzate dalla presenza di splendidi faraglioni e da colonne di basalto dalle perfette geometrie pentagonali o esagonali.

vik
Faraglioni di Reynishverfi

Le seconde sono caratterizzate dalla presenza di un faro e di archi di roccia battuti dalle onde del mare. In entrambi i casi le falesie che scendono a picco sul mare, e che ospitano numerosi nidi di gabbiani e di pulcinelle di mare, sono bellissime.
Arco di Dyrholaey

Riprendendo la Ring Road 1 verso Ovest si raggiunge una cascata poderosa, quella di Skogafoss, la più alta del Paese. Trecentottanta gradini permettono di raggiungere la sommità della cascata, ma la visuale migliore è quella dal basso dove, con un pò di fortuna, e con la giusta luce, è possibile ammirare i riflessi dell'arcobaleno.

sud islanda
Skogafoss

Vicino Skogar, per pranzo, ci si ferma al Gamla Fjosid (località Hvolsvollur) dove, a fine pasto, non si può non ordinare un dolce tipico islandese, lo Skyr, che qui è veramente ottimo.
Più avanti, sulla Ring Road 1, c'è da visitare un'altra cascata, quella di Seljalandsfoss, l'unica che si può ammirare anche da dietro grazie a un sentiero (facile, anche se a tratti scivoloso).

islanda sud
Seljalandsfoss

L'ultima tappa, sulla Ring Road 1, è la casa di Hallfridur, un minuscolo ma gradevole cottage nel bel mezzo della campagna in prossimità della cittadina di Hella che è anche un perfetto punto di partenza per il Circolo d'Oro che verrà visitato nella giornata successiva.

Giorno 9 - Il Circolo d'Oro (ca. 200 km)

Si comincia la giornata con la visita alle cascate di Gullfoss, raggiungibili dalle strade statali 35 e 37: un sentiero permette di ammirare da vicino queste maestose cascate.

circolo d'oro
Gullfoss


La seconda tappa è Geysir, ritornando sulla strada percorsa (statale 37) in direzione di Reykjavik. Il protagonista assoluto del luogo è qui lo Strokkur: quella che sembra un'anonima pozza d'acqua, al'improvviso si anima, formando dei piccoli mulinelli, poi si gonfia, poi ritorna giù, poi si gonfia nuovamente. Infine, esplode. A questo punto un getto d'acqua bollente si innalza a colonna per una quindicina di metri lasciando tutti allibiti. E' un geyser, un fenomeno naturale indescrivibile che si ripete ad intervalli di alcuni minuti.

geyser
Strokkur (Geysir)

Nei dintorni, e sempre sulla statale 37, è ottimo il gelato prodotto a Efstidalur: la sala è vista-stalla: attraverso le finestre infatti si vedono le mucche dal cui latte viene proprio prodotto il gelato.
Il programma di visite finisce a Thingvellir, un sito a dir la verità poco affascinante, ma che risulta di interesse storico, essendo stato la sede del primo parlamento d'Europa (nel X secolo). Per arrivarci si seguono le indicazioni per Laugarvatn e poi per il lago Thingvallavatn. Nella zona è possibile osservare numerosi campi di lava, ma il paesaggio è comunque piuttosto verdeggiante e bucolico.

emiciclo
Thingvellir

E' giunto dunque il momento di ritornare in città, nella capitale Reykjavik, per prendere dimora presso la casa di Gudrun, che sarà la base per le ultime due notti in Islanda.


Giorno 10 - Reykjavik e la laguna blu (ca. 50 km)

Reykjavik è una città piccola e semplice, abitata da circa 200.000 persone. Non può essere quindi paragonata ad alcuna altra capitale europea. Ciononostante, dopo giorni di deserti e natura incontaminata, vedere tanti edifici e tante persone fa un certo effetto.
E fa effetto anche ritrovarsi in mezzo a tanta altra gente mentre si fa il bagno in quella che è considerata l'attrazione più importante nei dintorni della capitale, ossia la Laguna Blu, prevista in questo itinerario, ma tutto sommato sconsigliata. Situata nella penisola di Reykjanes, vicino all'aeroporto, si raggiunge da Reykjavik percorrendo le statale 41 e 43. E' un posto molto affollato e decisamente turistico che non vale il prezzo elevato del biglietto di ingresso, nonostante di per sè il fenomeno naturale sia interessante; la laguna blu nasce infatti in un sito termale naturale nel bel mezzo di un campo di lava nera.

Blue lagoon
Laguna Blu


Di ritorno a Reykjavik un locale carino dove cenare è il ristorante vegetariano Glo, con buona scelta di insalate e di ottime torte (oltre che di un poco vegetariano pollo!)

Conclusioni

Il viaggio termina qui: il volo di ritorno è stato previsto per il giorno successivo, per cui ci si può godere l'ultima notte (illuminata da un sole che sembra non voler mai tramontare) di Reykjavik, avendo nella mente i paesaggi sconfinati di questa incredibile isola piena di meraviglie naturali.

Il viaggio lungo la Ring Road 1, che ha permesso di avere un'idea delle principali attrazioni islandesi, sembra quasi un antipasto per altri viaggi più approfonditi in particolari zone che sono state toccate magari di sfuggita. Ogni angolo di Islanda potrebbe infatti essere meta di un viaggio a parte, così come la parte centrale dell'isola che, esplorabile solo in 4x4, ancora di più credo che sconvolga i sensi, con la sua incredibile natura selvaggia.

Non resta dunque che tornare a casa, con l'idea di tornare un giorno nell'isola del fuoco e dei ghiacci, con un nuovo viaggio nella mente, e con la voglia di ripartire.

giovedì 2 luglio 2015

Colle di Nel e dintorni

Descrizione breve

Si tratta di un lungo giro ad anello ai piedi della Levanne nei pressi del confine con la Francia, nell'estremità Sud del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il percorso parte da Villa (frazione di Ceresole Reale) e passa per il rifugio Jervis (possibilità di pernottamento), il Colle di Nel ed il Lago di Dres, ma presenta anche numerose varianti 

Scheda tecnica

Tappe
Villa (1588 m slm) - Rifugio Jervis (2250 m slm) - Colle di Nel (2551 m slm) - Lago di Dres (2087 m slm) - Lago di Ceresole Reale (1588 m slm) - Villa

Dislivello complessivo
Poco meno di 1000 m

Difficoltà
Tutto il percorso descritto: E
Nel caso in cui si decida di salire sulla Cima delle Fasce: EE
Nel caso in cui si decida di fare un'ascensione sulle Levanne: EEA

Cartina Kompass
n° 86 Parco Nazionale del gran Paradiso

Tempo di percorrenza
Circa 7 ore

Descrizione dettagliata
Parcheggiando l'auto a Villa, poco oltre il lago di Ceresole Reale, si trova ben segnalato l'inizio del sentiero 530 diretto verso il rifugio Jervis. Il percorso è gradevole, tutto all'interno di un bosco di conifere.

Parco Nazionale del Gran Paradiso
Verso il Rifugio Jervis
Il sentiero prosegue senza particolari difficoltà: ad aumentare è solo il livello paesaggistico, molto interessante soprattutto nella seconda parte quando ci si inoltra in un sottobosco di rododendri, costeggiando una lunga parete a strapiombo dalla quale però il sentiero mantiene sempre le distanze di sicurezza.
Si arriva infine (dopo un paio d'ore) all'accogliente Rifugio Jervis, in splendida posizione su un pianoro erboso al cospetto delle imponenti Levanne

Levanne
Vista delle Levanne dal Rifugio Jervis 
Nei pressi del rifugio si incontra il sentiero 531 che, dopo aver attraversato il pianoro erboso, si inerpica lasciando le Levanne sulla destra, in direzione del Col di Nel, in tipico ambiente alpino, con possibilità di incontrare camosci e marmotte. La vista dal Col di Nel è spettacolare.

Parco Nazionale Gran Paradiso
Panorama dal Col di Nel
Una volta giunti al Col di Nel è possibile salire sulla Cima delle Fasce utilizzando una traccia di sentiero su sfasciumi rocciosi, oppure ridiscendere a valle lungo il sentiero 526 in direzione del Rifugio Leonesi. La discesa inizialmente ripida si fa ben presto piuttosto agevole e paesaggisticamente molto gradevole.

Parco Nazionale del Gran Paradiso
Scorcio lungo la discesa verso il lago di Dres
Se si decide di passare per il lago di Dres, una volta giunti al "Tracco" si deve imboccare il sentiero 525 in direzione di Ceresole, ma deviare in breve sulla destra. Si raggiunge così il Lago di Dres in una interessante zona umida (torbiera)

Parco Nazionale del Gran Paradiso
Lago di Dres
Per tornare a Villa si può riprendere il sentiero 525 ed imboccare il sentiero 525A, oppure si può scendere verso Ceresole tramite sentiero 525/526/521, sapendo però che poi per tornare a Villa sarà necessario passeggiare lungo tutta la sponda sinistra del Lago di Ceresole (circa 40 minuti di cammino)

In totale sono circa sette ore di cammino (che è possibile spezzare in due giornate se si dorme presso il Rifugio Jervis) all'interno di un paesaggio è sempre molto interessante.
Dal punto di vista geologico ci si trova tra montagne di Gneiss (rocce metamorfiche scistose), dal punto di vista floristico e faunistico, essendo all'interno del Parco nazionale del Gran Paradiso, sono innumerevoli le specie animali e vegetali che si possono incontrare.
Un'escursione assolutamente consigliabile.

venerdì 17 aprile 2015

Italia - Sud del Lazio

Viaggiare con lentezza significa scoprire luoghi che il turismo mordi e fuggi non permetterebbe mai di assaporare, esplorando gli angoli più nascosti e meno pubblicizzati e comprendendo come si vive in quel luogo e quale sia stata la sua storia.
E quale posto migliore per dedicarsi ad un'attività così piacevole ed entusiasmante se non l'Italia, il Paese nel quale viviamo, che sempre ci sorprende per la sua ricchezza di storia, cultura e bellezze naturali?
Basta scegliere una piccola area e dedicarsi alla sua esplorazione per rimanere totalmente appagati e tornare a casa con un pieno arricchimento del proprio bagaglio culturale.

L'area qui proposta è quella occupata dalla provincia di Latina e (in parte) dalla provincia di Frosinone, il Lazio del Sud, terra di confine con la Campania che può essere comodamente girata in 4-5 giorni.
L'itinerario prevede la visita di alcune cittadine e paesini, ma anche alcuni trekking che possono essere intervallati da momenti di relax al mare. La zona infatti si estende tra mari e monti in un mix di bellezze artistiche e naturali.

Giorno 1 - Gaeta, Montagna Spaccata e Grotta del Turco

Moltissime sono le possibilità di pernottamento nell'area prevista da questo itinerario ed il consiglio è quello di rimanere sempre nella stessa struttura dato che gli spostamenti sono pochi e le distanze da coprire in auto non sono eccessive. Noi abbiamo dormito in un Bed and Breakfast di Itri, piccolo paese nell'entroterra ad una decina di chilometri da Gaeta.
Ed è proprio Gaeta la prima tappa prevista in questo viaggio. La cittadina, che si è sviluppata su un piccolo promontorio, è caratterizzata da un nucleo storico medievale fatto di vicoli e stradine in salita. Ma il pezzo forte è la Montagna Spaccata, una enorme fenditura in una falesia sulla quale è sorto un santuario che si affaccia a picco sul mare tra due pareti impressionanti di roccia. Poco sotto si rimane affascinati dalla splendida Grotta del Turco nella quale si può scendere percorrendo una serie di gradini.

Gaeta, Montagna Spaccata
La Grotta del Turco

A degna conclusione della visita di Gaeta e della sua Montagna Spaccata ci si può rifocillare con un pezzo di tiella, caratteristica pizza locale a metà strada tra una focaccia ed una torta salata. Il ripieno è a scelta tra polpi, cipolle, melanzane e provola, o zucchine e ricotta.


Giorno 2 - Escursione sui Monti Aurunci, Sperlonga

Gli amanti del trekking e della montagna non possono perdersi questa facile escursione (circa 450 metri di dislivello) che parte dal Rifugio Pornito (raggiungibile in auto da Maranola) per arrivare sulla Cima del Cristo Redentore, sui Monti Aurunci, a Sud di Gaeta.
Il sentiero, ben tracciato e protetto da parapetti in legno sale con pendenza per lo più costante e presenta alcune tappe intermedie tra le quali è degna di nota l'Eremo di San Michele Arcangelo, una piccola chiesa ricavata nella roccia in posizione panoramica.

Monti Aurunci
L'Eremo di San Michele sui Monti Aurunci

Proseguendo fino in cima il paesaggio è spettacolare: ritrovandosi ai piedi della statua del Cristo Redentore si può ammirare gran parte della Costa e, se il cielo è terso, anche le isole Pontine e Ischia.
Al ritorno consiglio di fermarsi qualche minuto nel delizioso paesino di Maranola, e se rimane del tempo è possibile riposarsi, poco più a Nord in una delle splendide spiagge di Sperlonga. Qui, sulle falesie a picco sul mare è anche possibile praticare l'arrampicata sportiva, ma per chi preferisce mettere le gambe sotto un tavolo, il posto per cenare può essere facilmente trovato nel paese di Sperlonga, molto carino, da girare a piedi percorrendo i suoi vicoli in salita.

Giorno 3 - Escursione sul promontorio del Circeo, San Felice Circeo, Sabaudia e Torre Paola, Terracina, Itri

Un'altra escursione molto interessante nella zona è quella al Picco di Circe, la cima del Promontorio del Circeo, a poco più di 500 metri di altezza sul mare. Tale cima può essere raggiunta tramite il sentiero 1, da Torre Paola (Sabaudia), corto e ripido, o tramite il sentiero 4, da Crocette, località che si raggiunge dal centro di San Felice Circeo: in quest'ultimo caso il sentiero è meno ripido, ma più lungo. E' stata proprio questa seconda opzione quella da noi scelta. L'attacco del sentiero non è semplice da trovare: da Crocette è infatti necessario continuare a piedi su una stradina asfaltata fino a che non si raggiunge una torretta sulla quale è indicata la direzione per il Picco da una scritta amatoriale dipinta sul muro della torretta stessa. Il sentiero, dopo un breve tratto all'interno del bosco, esce in cresta rivelandosi molto interessante e panoramico.

Sabaudia, San Felice circeo, Promontorio del circeo
Il Picco di Circe (Promontorio del Circeo)
Di ritorno dall'escursione ci si può fermare a San Felice Circeo, ma è anche possibile proseguire la giornata su una delle spiagge di Sabaudia o a Terracina, cittadina il cui punto principale di interesse è il tempio di Giove Anxur, dal quale è anche possibile osservare un esteso panorama di tutta la zona.
Dopo una giornata così intensa, forse è il caso di tornare a Itri per la cena: in tal caso suggerisco il ristorante Il Coccio, che cucina prevalentemente piatti di terra ma ha anche alcune specialità di pesce.

Giorno 4 - Museo del brigantaggio di Itri, Santuario di Madonna della Civita, Campodimele, Grotte di Pastena

A Itri c'è un interessante museo sul brigantaggio che, in questa zona del Lazio, nel XIX secolo, è stato un fenomeno piuttosto diffuso. Una dipendente del museo ci ha guidati all'interno del museo parlandoci e spiegandoci il fenomeno del brigantaggio in maniera esaustiva e rendendo la visita estremamente interessante.
Nei dintorni di Itri è poi possibile visitare il Santuario di Madonna della Civita ed è una buona idea quella di fermarsi a mangiare nel piccolo borgo di Campodimele, nel quale viene preparato un piatto particolare, le cicerchie, un legume coltivato nella zona.


cicerchie
Il borgo di Campodimele

Infine vale la pena visitare le pubblicizzatissime grotte di Pastena. La visita dura circa un'ora durante la quale si passeggia tra stalattiti e stalagmiti fino ad arrivare ad una cascata sotterranea.


Giorno 5 - Abbazia di Fossanova 

Di ritorno verso Roma dalle terre di Gaeta e Sperlonga merita una visita l'Abbazia di Fossanova, per raggiungere la quale suggerisco di affrontare una strada secondaria, ma panoramica, quella che passa attraverso le colline del Monumento Naturale di Campo Soriano. Per imboccare la strada panoramica bisogna stare attenti quando, all'altezza di Terracina, un cartello sulla destra indica Campo Soriano. La strada è stretta e tortuosa, attraversa micro paesi di campagna tra ulivi e campi coltivati e si ricongiunge infine con la Terracina-Prossedi che porta diritto a Fossanova.
L'abbazia di Fossanova è splendida e ben tenuta. Sembra di entrare in una diversa dimensione del tempo. Da non farsi scappare l'acquisto di biscotti fatti in casa nel negozietto dietro la chiesa.

chiostro
Abbazia di Fossanova

Altre interessanti attrazioni nella zona sono il  Castello di San Martino e l'Oasi di Ninfa, un giardino botanico che non abbiamo visitato per l'eccessivo numero di persone in coda all'entrata e per il poco tempo a disposizione.


Si conclude così questo piccolo giro di 5 giorni tra mare, montagna, falesie, città d'arte e cultura in una zona poco considerata se non dal turismo locale, ma di alto interesse sotto molteplici punti di vista. Un angolo di bel paese che non dovrebbe passare inosservato.

mercoledì 14 gennaio 2015

Sconfiggere l'obesità: alimentazione sana per le persone, sostenibile per l'ambiente

Volevo oggi mettere in evidenza un articolo molto interessante riguardante la correlazione tra obesità ed impatto dell'industria alimentare sull'ambiente.
L'articolo è pubblicato all'interno del sito AIRicerca (Associazione di Ricercatori Italiani nel mondo), un sito molto ben fatto e che credo possa interessare molto, specialmente a chi si occupa di ricerca, essendo nato dalla mente di alcuni ricercatori italiani con l'obiettivo di fare informazione scientifica e dare vita a collaborazioni creando networks di cervelli.

Per leggere l'articolo cliccare QUI