mercoledì 25 aprile 2012

Notre Dame de Paris - Il musical

Inauguro con questo post dedicato al musical "Notre Dame de Paris" una nuova sezione del blog intitolata "Qui Milano", all'interno della quale parlerò di spettacoli teatrali, film ed altri eventi ai quali ho preso o prenderò parte in zona Milano e dintorni.


Ero stato allo spettacolo di Notre Dame de Paris dieci anni fa, quando uscì per la prima volta, a Roma e ricordo perfettamente come le incredibile coreografie degli acrobati e degli artisti mi avessere lasciato a bocca aperta.
Ieri, quando a dieci anni di distanza, l'ho rivisto, sono rimasto ugualmente affascinato perchè quello che fanno sul palco gli artisti di questo musical è qualcosa di incredibile.
Lo spettacolo è perfetto: le musiche di Riccardo Cocciante accompagnano ogni momento delle scene, il pathos c'è, i cantanti sono superbi, le scenografie notevoli, le luci azzeccate, non si riesce a trovare un difetto in quest'opera la cui trama sempre odierna affronta i temi del razzismo nei confronti degli stranieri, dell'emarginazione dei malati (identificabili nel personaggio del gobbo), del potere della Chiesa, oltre che dell'immancabile tema dell'amore rivolto in questo caso verso la bellissima Esmeralda.
Al Teatro degli Arcimboldi di Milano "Notre Dame de Paris" verrà replicato fino al 29 aprile 2012. Successivamente la compagnia si sposterà a Torino, Bologna, Perugia e Verona. Le date sono tutte riportate nel sito ufficiale

http://www.notredamedeparis.it/

La cosa migliore da fare per poter capire esattamente quali emozioni susciti lo spettacolo è andare a vederselo dal vivo: solo così infatti sarà possibile apprezzare appieno la bellezza di questi artisti e dell'incredibile lavoro che ci deve essere dietro per la preparazione di un qualcosa che veramente sfiora la perfezione

lunedì 23 aprile 2012

Guida al consumo critico - Parte seconda: consigli per gli acquisti

Eccomi nuovamente sul tema del consumo critico e sostenibile. 
La Guida al Consumo critico della quale ho parlato nel post Guida al consumo critico - Parte prima
fornisce alcuni consigli utili a coloro che decidono di orientare il proprio potere d'acquisto verso un fine di equità e sostenibilità.
Sette in particolari sono i "comandamenti" da seguire per un consumo critico e responsabile:

1) Consuma sobrio

E' evidente a tutti come le risorse del pianeta vadano impoverendosi costantemente: diminuisce la biodiversità, le foreste si riducono, molte specie animali si estinguono, il petrolio e le altre risorse energetiche si esauriscono, l'acqua potabile scarseggia sempre più. L'unico modo per preservare le risorse non rinnovabili è convertirsi alla sobrietà, che è anche imperativo di giustizia nei confronti di 3 miliardi di poveri assoluti cui mancano i bisogni fondamentali. Sobrietà vuol dire: meno auto e più bicicletta o mezzo pubblico, meno carne e più legumi, meno prodotti globalizzati e più prodotti locali, meno cibi surgelati e più prodotti di stagione e così via. Sobrietà è dunque più un modo di essere che di avere, è uno stile di vita che sa distinguere tra bisogni reali e bisogni imposti dalla pubblicità: tra i prodotti che consumiamo molti sono inutili e possono essere eliminati, mentre tra quelli indispensabili l'azione da intraprendere è sulla quantità consumando e buttando di meno. Circa un secolo fa Ghandi scriveva: "La civiltà non consiste  nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella capacità di ridurli volontariamente, deliberatamente".


2) Consuma libero da scorie

Il problema dei rifiuti è attuale e non del tutto risolvibile. I metodi di smaltimento odierni si basano sulle discariche o sugli inceneritori: entrambe le strutture presentano costi e notevoli problemi irrisolti quali la formazione del percolato e conseguente contaminazione delle falde acquifere nel caso delle discariche e l'immissione di ceneri contenenti CO2 ed altri gas e fumi (più o meno tossici) nel caso degli inceneritori, solo per citarne alcuni. Il riciclaggio, pratica certamente più pulita, non consente a sua volta il completo riutilizzo dei materiali e prevede un notevole dispendio energetico.
Il miglior modo di risolvere il problema è a monte, riducendo i consumi e riducendo i rifiuti. In particolare molta attenzione può essere rivolta agli imballaggi dei prodotti che acquistiamo ed un modo per orientare il mercato può essere quello di acquistare solo prodotti sfusi o con ridotti imballaggi, anche perchè l'imballaggio, spesso, rappresenta il peso energetico maggiore di un prodotto e, conseguentemente, ha un peso anche sul prezzo.


3) Consuma corto e naturale

Al supermercato sotto casa si trovano prodotti fuori stagione e prodotti che arrivano dall'altra parte del globo. Questo presuppone spostamenti infiniti delle merci (e conseguente consumo energetico) e tempi di consegna più lunghi, che presuppongono trattamenti speciali delle merci deperibili con conservanti e anti-parassitari. L'approvvigionamento dall'estero si è sviluppato a dismisura  perchè sono diminuiti i costi di trasporto, sono migliorate le tecniche di imballaggio e perchè i prodotti provenienti dalle regioni povere del mondo sono sottocosto. La logica monetaria allunga i percorsi delle merci, accorciando però la vita del pianeta e la sostenibilità di questo sistema.
L'unico modo per invertire la rotta è scegliere prodotti biologici e a chilometro zero. Se si sceglie biologico si sceglie un prodotto che per legge deve soddisfare determinati requisiti che presuppongono ripristino dell'ecosistema, ridotto impatto ambientale, maggiore salubrità del prodotto, divieto di fertilizzanti fungicidi e di insetticidi di sintesi, divieto di sementi geneticamente modificate. Alcune aziende si occupano esclusivamente di prodotti biologici, mentre altre affiancano il biologico ai prodotti tradizionali. In entrambi i casi il biologico e' sicuro e certificato (anche se purtroppo non sono mancati casi di frode).

Certificato di prodotto biologico
Logo di certificazione biologica (europea)


4) Consuma equo

I prodotti che arrivano dal Sud del mondo, oltre al notevole dispendio energetico ed alla scarsa sostenibilità ambientale, presentano anche un problema di tipo sociale. Le condizioni dei lavoratori del Sud del mondo infatti sono spesso disumane ed i salari sottopagati. I contadini ed i braccianti agricoli vengono sfruttati dalle multinazionali senza alcun rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, in condizioni spesso equivalenti alla schiavitù. Tutto questo per poter offrire al consumatore prodotti a basso prezzo.
L'alternativa a questo scempio sociale è il commercio equo e solidale, che consiste in strutture di importazione (generalmente cooperative) che arrivano direttamente ai consumatori senza passare dalle multinazionali. Grazie al commercio equo, su tutti i prodotti commercializzati vengono garantiti dei prezzi minimi al di sotto dei quali non si scende, in modo da garantire la sussitenza ed un margine di miglioramento ai contadini e ai braccianti del Sud del mondo, fornendo loro livelli salariali equi e garantendo il finanziamento di progetti sociali. In Italia ci sono varie cooperative di importazione come Altromercato, LiberoMondo ed Equomercato. Alcune affidano la vendita dei prodotti solo a particolari punti vendita definiti "Botteghe del mondo" gestiti da gruppi locali o associazioni. Alcune si rivolgono anche alle grandi catene di distribuzione (come Coop, Esselunga e Carrefour). In quest'ultimo caso un organo di controllo (Fair Trade) certifica il rispetto dei requisiti descritti.
Altromercato Fairtrade Commercio equo e solidale
Logo di certificazione Fairtrade (prodotti del commercio equo e solidale)

In entrambi i casi dunque, acquistando tramite commercio equo e solidale, si può essere certi di non recare danni sociali alle popolazioni del Terzo Mondo.
I prodotti particolarmente critici per le condizioni di lavoro e di sfruttamento dei contadini del sud sono il Caffè, il Cacao e la frutta tropicale, in particolare il settore bananiero.

5) Consuma senza crudeltà

Se l'agricoltura intensiva ed industriale ha risvolti negativi sull'ambiente e sul sociale, gli allevamenti rappresentano problematiche di simile importanza.
Un problema è l'ecosostenibilità. Mangiare carne nei paesi occidentali è possibile solo perchè nei paesi in via di sviluppo vivono miliardi di persone in condizione di denutrizione o malnutrizione. Se infatti nei paesi in via di sviluppo ci fosse la stessa richiesta di carne, gli allevamenti non basterebbero più ed un sistema già in equilibrio precario collasserebbe definitivamente.
Un altro problema è legato alle condizioni di vita degli animali che sono costretti a vivere in gabbie che non ne permettono i movimenti, senza libertà alcuna, destinati solo a mangiare e produrre. Le galline in batteria vivono in spazi ristretti e limitata libertà di movimento: a volte viene loro tagliato il becco (pratica per loro dolorosa) per evitare che si mangino le piume o episodi di cannibalismo. Tremenda anche la condizione di vita delle mucche che vengono sottoposte alla fecondazione articificiale per poi vedersi togliere i vitelli dopo pochi giorni dalla nascita, un ciclo che si ripete ogni anno durante il quale alle mucche viene richiesto solo di produrre litri di latte. Un animale che potrebbe vivere trent'anni, in queste condizioni, ne vive una decina. Questi sono solo due esempi di come gli animali vivano in terribili condizioni di stress e sofferenza negli allevamenti intensivi. Per non parlare degli animali utilizzati come cavie per test e sperimentazioni di prodotti.
Purtroppo ci sono poche soluzioni a questo problema, se non il consumare meno carne in generale, acquistare tramite circuiti locali sui quali possa essere esercitato un maggiore controllo, acquistare carne proveniente da allevamenti biologici. Per quanto riguarda la sperimentazione animale, l'unica possibilità è comprare prodotti con il simbolo del leaping bunny (vedi immagine) che assicura l'assenza di test animali per la sperimentazione del prodotto in questione.

Certificazione di assenza di sperimentazione sugli animali
Logo del leaping bunny (certifica l'assenza di sperimentazione animale)


6) Consuma democratico

A volte il singolo prodotto non presenta alcun difetto sociale o ambientale. Ma l'azienda che lo produce è tutt'altro che pulita.
Le aziende hanno un potere enorme nei confronti della politica, praticando il ricatto economico, finanziando partiti, controllando gli organi di stampa e di informazione. Il loro potere economico si traduce in potere politico spingendo i governi a comportarsi in base alle loro necessità piuttosto che a quelle dei cittadini. Ecco perchè andare a fare la spesa, in assenza di un governo indipendente dal mercato delle company, è un pò come andare a votare, perchè le nostre scelte possono influenzare il mercato e conseguentemente la politica.
Le multinazionali hanno spesso problemi di trasparenza (cioè non sono disposte a fornire indicazioni sui propri bilanci o sulle politiche aziendali) e sono sempre più frequenti i casi di aziende che usufruiscono dei cosiddetti paradisi fiscali, aziende cioè che dichiarano guadagni quasi nulli, sfruttando le proprie filiali all'estero sottoposte a controlli fiscali molto piu' permissivi e vantaggiosi. Considerato il sacrificio economico richiesto spesso dai governi nei confronti dei cittadini per far fronte alle crisi, comprare prodotti di aziende che non dichiarano nulla al fisco usufruendo dei paradisi fiscali risulta paradossale, un controsenso cui regolarmente prendiamo parte quando facciamo la spesa al supermercato in maniera non critica.

7) Consuma sovrano

Il singolo individuo non può avere un'influenza determinante sull'economia globale e sul mercato. Ma l'unione di tanti cittadini puo' fare la differenza. Il boicottaggio è il raggiungimento di questa unione: è un insieme di individui che decide (in massa) di smettere di acquistare certi specifici prodotti. Il boicottaggio è un'arma potente nelle mani degli individui e già in passato ha dato i suoi frutti spingendo alcune multinazionali a cambiare i propri comportamenti verso politiche di maggiore equità e sostenibilità.
Ma c'è un'altra azione, oltre al boicottaggio, che può essere intrapresa: è il consumo critico. Consiste nel comprare prodotti di un certo tipo, con certe caratteristiche, prodotti da aziende che ripettano e seguono determinate politiche e principi, basate sul rispetto dei popoli e dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori e delle regole finanziarie. Ma per consumare in modo critico bisogna essere informati e la guida al consumo sostenibile ha come scopo proprio l'informazione riguardo i prodotti e riguardo le aziende che li producono. Nei vari capitoli vengono passati al vaglio tutti i vari prodotti che acquistiamo e consumiamo e tenendo in considerazione vari parametri (trasparenza, ambiente, animali, sud del mondo, paradisi fiscali, esercito ed armi, abuso di potere) vengono forniti dei giudizi che possano aiutare il consumatore ad acquistare in modo critico, equo e ecosostenibile. Affinchè il consumatore possa esercitare tutto il proprio potere.

Nei prossimi giorni riassumerò i consigli e le caratteristiche dei prodotti analizzati dalla guida, specificando per ogni prodotto quali sono le aziende che ricevono i voti migliori sotto i vari punti di vista: per chi vuole avere dei consigli pratici su quali aziende rifornirsi per un commercio equo, solidale, ecologico, critico e sostenibile !

giovedì 19 aprile 2012

Guida al consumo critico - Parte prima

“Il mondo va a rotoli, è inquinato”, “l'uomo ha distrutto il pianeta e se continua così la terra prima o poi non ce la farà più”, "i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri e sfruttati". Chi di noi non ha mai pronunciato frasi di questo genere pensando all’inquinamento, al caos, all’ingiustizia politica e sociale?
Eventi enormi cui guardiamo con (distaccata) preoccupazione, e per i quali crediamo di non avere nessun tipo di soluzione nè tanto meno di controllo o di potere.
Cosa può fare il singolo contro le tonnellate di rifiuti gettati ogni giorno dagli stabilimenti industriali, contro il disboscamento selvaggio, contro il monossido di carbonio e gli altri gas tossici che vengono giornalmente immessi nell’aria ? Cosa può fare il singolo per opporsi allo sfruttamento illimitato delle (limitate) risorse naturali, o allo sfruttamento delle classi sociali più deboli, così come dei paesi in via di sviluppo?

Eppure, non dobbiamo sottovalutare il peso del singolo, che può ripercuotersi a livello mondiale sulla produzione, sui consumi e sulle politiche ambientali e sociali.
Tutta la nostra forza è nel potere d’acquisto !
Siamo noi a decidere cosa comprare, dove e quando, e lo facciamo tutti i giorni con uno dei gesti più semplici della nostra vita quotidiana, ossia facendo la spesa. E se un singolo non può sbilanciare le politiche di aziendali, un singolo più un singolo più un singolo hanno già il triplo del potere e l’effetto a catena ha enormi potenzialità che potrebbero realmente spostare gli aghi della bilancia verso politiche di maggiore sostenibilità e rispetto per l’ambiente e per i paesi in via di sviluppo.

Il consumo non è un fatto banale che riguarda solo noi, i nostri gusti ed il nostro portafogli, ma è un fatto che riguarda tutta l'umanità: il consumo infatti non è un gesto che si esaurisce al momento dell'acquisto, ma è un processo ampio che comincia con la decisione di comprare e prosegue col canale di acquisto prescelto, col tipo di prodotto acquistato, con la modalità di consumo adottata e con la cura utilizzata nel trattare i rifiuti. A seconda di come vengono affrontati questi passaggi, il nostro consumo può avere un impatto ambientale pesante o leggero, può svolgere un ruolo sociale positivo o negativo.

Scegliere in maniera critica che cosa consumare significa votare ogni volta che facciamo la spesa.

Certo, per scegliere è necessario informarsi. Ed è per questo che suggerisco un libro che ho appena terminato di leggere:

Tutto quello che serve sapere per una spesa giusta e responsabile
Copertina della Guida al consumo critico

Guida al consumo critico - Tutto quello che serve sapere per una spesa giusta e responsabile - Ad opera del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, un centro di documentazione, la cui attività consiste nella stesura di guide sul comportamento delle imprese, nell'organizzazione di campagne, nella promozione degli stili di vita ecologicamente sostenibili. 

Un consumatore informato è un consumatore sovrano e non sapete che soddisfazione mi ha dato recarmi al supermercato avendo la libertà di scegliere i prodotti non in base alla pubblicità o al prezzo, ma in base al comportamento ed alle politiche delle aziende che li producono, conoscendo il significato delle etichette e delle certificazioni, e conoscendo le ripercussioni sul pianeta che il mio piccolissimo gesto può aver generato.

Nei prossimi giorni cercherò di riassumere alcune delle parti secondo me più significative della guida, andando a proporre suggerimenti per una spesa critica e responsabile e approfondendo i vari capitoli della guida che, in linea generale, è divisa nelle seguenti parti:

  1. Suggerimenti generici per un consumo sobrio, libero da scorie, naturale, equo, senza crudeltà, democratico e sovrano
  2. Un'analisi dettagliata dei prodotti sul mercato con un giudizio riguardante trasparenza (disponibilità della società a fornire informazioni su di sè), abuso di potere (in termini di possesso di giornali, radio, televisioni, finanziamento a partiti etc), Sud del mondo (riguardo come vengono gestite le attività produttive e commerciali in Sud America, Africa e Asia), sicurezza e diritti dei lavoratori (in termini di misure assunte a salvaguardia dei lavoratori e al rispetto dei loro diritti), ambiente, armi ed esercito (in termini di rapporti con imprese d'armi), regimi oppressivi (valutazione della presenza delle aziende in paesi con regimi oppressivi), paradisi fiscali (registrazione delle imprese o delle filiali in paesi che garantiscono segretezza e regimi fiscali convenienti), consumatori e legalità , animali (in termini di condizioni degli allevamenti e di sperimentazione).
  3. Un'analisi dettagliata delle imprese riguardante la loro storia, gli illeciti, i processi in corso, le politiche aziendali etc
  4. Una guida alle etichette e al riciclo degli imballaggi
Per un cielo sempre più blu, credo che una spesa responsabile sia una delle prime azioni da intraprendere

mercoledì 18 aprile 2012

Acquisti Verdi

Salve !
E benvenuti al primo post della storia di questo blog !

Vorrei oggi parlare, per cominciare, di un sito web che ritengo essere molto interessante: Acquisti Verdi.

http://www.acquistiverdi.it/

Si tratta di un portale che si rivolge a persone private, enti e aziende, presentando un catalogo on-line di prodotti e servizi ecologici. Lo scopo è quello di mettere in comunicazione le aziende con i potenziali consumatori, dando visibilità a chi promuove il consumo di prodotti e servizi ecologici.

Le aziende possono mettere in vetrina le loro produzioni ecocompatibili, ed i consumatori possono acquistarle. Si possono trovare capi di abbigliamento, prodotti per la casa, per l'ufficio, per i veicoli, ed inoltre consigli su come ridurre i rifiuti, trovare vie energetiche alternative e così via.

Il sito si fa promotore di varie iniziative: tra queste un concorso intitolato <100" per il consumo sostenibile>, al quale io, con un gruppo di amici, ho partecipato.

Il nostro video, dal titolo "l'alba di domani" può essere votato cliccando sul mi piace facebook che appare in questa pagina:

http://www.acquistiverdi.it/video/lalba_di_domani


Come potete vedere nella pagina dedicata ai video, mi diletto nel girare videoclip di vario genere, e sono 18 in tutto le produzioni girate finora. Il marchio, creato con la mia ragazza, è quello (ormai famoso tra gli amici) della "Simo & Mari Moviefilm". Se vi va, dateci un'occhiata.

Chiudo la parentesi video e vi saluto, ma tornerò presto a parlare di ecosostenibilità, un tema che mi sta ultimamente molto a cuore e che vorrei approfondire.
A presto