lunedì 23 aprile 2012

Guida al consumo critico - Parte seconda: consigli per gli acquisti

Eccomi nuovamente sul tema del consumo critico e sostenibile. 
La Guida al Consumo critico della quale ho parlato nel post Guida al consumo critico - Parte prima
fornisce alcuni consigli utili a coloro che decidono di orientare il proprio potere d'acquisto verso un fine di equità e sostenibilità.
Sette in particolari sono i "comandamenti" da seguire per un consumo critico e responsabile:

1) Consuma sobrio

E' evidente a tutti come le risorse del pianeta vadano impoverendosi costantemente: diminuisce la biodiversità, le foreste si riducono, molte specie animali si estinguono, il petrolio e le altre risorse energetiche si esauriscono, l'acqua potabile scarseggia sempre più. L'unico modo per preservare le risorse non rinnovabili è convertirsi alla sobrietà, che è anche imperativo di giustizia nei confronti di 3 miliardi di poveri assoluti cui mancano i bisogni fondamentali. Sobrietà vuol dire: meno auto e più bicicletta o mezzo pubblico, meno carne e più legumi, meno prodotti globalizzati e più prodotti locali, meno cibi surgelati e più prodotti di stagione e così via. Sobrietà è dunque più un modo di essere che di avere, è uno stile di vita che sa distinguere tra bisogni reali e bisogni imposti dalla pubblicità: tra i prodotti che consumiamo molti sono inutili e possono essere eliminati, mentre tra quelli indispensabili l'azione da intraprendere è sulla quantità consumando e buttando di meno. Circa un secolo fa Ghandi scriveva: "La civiltà non consiste  nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella capacità di ridurli volontariamente, deliberatamente".


2) Consuma libero da scorie

Il problema dei rifiuti è attuale e non del tutto risolvibile. I metodi di smaltimento odierni si basano sulle discariche o sugli inceneritori: entrambe le strutture presentano costi e notevoli problemi irrisolti quali la formazione del percolato e conseguente contaminazione delle falde acquifere nel caso delle discariche e l'immissione di ceneri contenenti CO2 ed altri gas e fumi (più o meno tossici) nel caso degli inceneritori, solo per citarne alcuni. Il riciclaggio, pratica certamente più pulita, non consente a sua volta il completo riutilizzo dei materiali e prevede un notevole dispendio energetico.
Il miglior modo di risolvere il problema è a monte, riducendo i consumi e riducendo i rifiuti. In particolare molta attenzione può essere rivolta agli imballaggi dei prodotti che acquistiamo ed un modo per orientare il mercato può essere quello di acquistare solo prodotti sfusi o con ridotti imballaggi, anche perchè l'imballaggio, spesso, rappresenta il peso energetico maggiore di un prodotto e, conseguentemente, ha un peso anche sul prezzo.


3) Consuma corto e naturale

Al supermercato sotto casa si trovano prodotti fuori stagione e prodotti che arrivano dall'altra parte del globo. Questo presuppone spostamenti infiniti delle merci (e conseguente consumo energetico) e tempi di consegna più lunghi, che presuppongono trattamenti speciali delle merci deperibili con conservanti e anti-parassitari. L'approvvigionamento dall'estero si è sviluppato a dismisura  perchè sono diminuiti i costi di trasporto, sono migliorate le tecniche di imballaggio e perchè i prodotti provenienti dalle regioni povere del mondo sono sottocosto. La logica monetaria allunga i percorsi delle merci, accorciando però la vita del pianeta e la sostenibilità di questo sistema.
L'unico modo per invertire la rotta è scegliere prodotti biologici e a chilometro zero. Se si sceglie biologico si sceglie un prodotto che per legge deve soddisfare determinati requisiti che presuppongono ripristino dell'ecosistema, ridotto impatto ambientale, maggiore salubrità del prodotto, divieto di fertilizzanti fungicidi e di insetticidi di sintesi, divieto di sementi geneticamente modificate. Alcune aziende si occupano esclusivamente di prodotti biologici, mentre altre affiancano il biologico ai prodotti tradizionali. In entrambi i casi il biologico e' sicuro e certificato (anche se purtroppo non sono mancati casi di frode).

Certificato di prodotto biologico
Logo di certificazione biologica (europea)


4) Consuma equo

I prodotti che arrivano dal Sud del mondo, oltre al notevole dispendio energetico ed alla scarsa sostenibilità ambientale, presentano anche un problema di tipo sociale. Le condizioni dei lavoratori del Sud del mondo infatti sono spesso disumane ed i salari sottopagati. I contadini ed i braccianti agricoli vengono sfruttati dalle multinazionali senza alcun rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, in condizioni spesso equivalenti alla schiavitù. Tutto questo per poter offrire al consumatore prodotti a basso prezzo.
L'alternativa a questo scempio sociale è il commercio equo e solidale, che consiste in strutture di importazione (generalmente cooperative) che arrivano direttamente ai consumatori senza passare dalle multinazionali. Grazie al commercio equo, su tutti i prodotti commercializzati vengono garantiti dei prezzi minimi al di sotto dei quali non si scende, in modo da garantire la sussitenza ed un margine di miglioramento ai contadini e ai braccianti del Sud del mondo, fornendo loro livelli salariali equi e garantendo il finanziamento di progetti sociali. In Italia ci sono varie cooperative di importazione come Altromercato, LiberoMondo ed Equomercato. Alcune affidano la vendita dei prodotti solo a particolari punti vendita definiti "Botteghe del mondo" gestiti da gruppi locali o associazioni. Alcune si rivolgono anche alle grandi catene di distribuzione (come Coop, Esselunga e Carrefour). In quest'ultimo caso un organo di controllo (Fair Trade) certifica il rispetto dei requisiti descritti.
Altromercato Fairtrade Commercio equo e solidale
Logo di certificazione Fairtrade (prodotti del commercio equo e solidale)

In entrambi i casi dunque, acquistando tramite commercio equo e solidale, si può essere certi di non recare danni sociali alle popolazioni del Terzo Mondo.
I prodotti particolarmente critici per le condizioni di lavoro e di sfruttamento dei contadini del sud sono il Caffè, il Cacao e la frutta tropicale, in particolare il settore bananiero.

5) Consuma senza crudeltà

Se l'agricoltura intensiva ed industriale ha risvolti negativi sull'ambiente e sul sociale, gli allevamenti rappresentano problematiche di simile importanza.
Un problema è l'ecosostenibilità. Mangiare carne nei paesi occidentali è possibile solo perchè nei paesi in via di sviluppo vivono miliardi di persone in condizione di denutrizione o malnutrizione. Se infatti nei paesi in via di sviluppo ci fosse la stessa richiesta di carne, gli allevamenti non basterebbero più ed un sistema già in equilibrio precario collasserebbe definitivamente.
Un altro problema è legato alle condizioni di vita degli animali che sono costretti a vivere in gabbie che non ne permettono i movimenti, senza libertà alcuna, destinati solo a mangiare e produrre. Le galline in batteria vivono in spazi ristretti e limitata libertà di movimento: a volte viene loro tagliato il becco (pratica per loro dolorosa) per evitare che si mangino le piume o episodi di cannibalismo. Tremenda anche la condizione di vita delle mucche che vengono sottoposte alla fecondazione articificiale per poi vedersi togliere i vitelli dopo pochi giorni dalla nascita, un ciclo che si ripete ogni anno durante il quale alle mucche viene richiesto solo di produrre litri di latte. Un animale che potrebbe vivere trent'anni, in queste condizioni, ne vive una decina. Questi sono solo due esempi di come gli animali vivano in terribili condizioni di stress e sofferenza negli allevamenti intensivi. Per non parlare degli animali utilizzati come cavie per test e sperimentazioni di prodotti.
Purtroppo ci sono poche soluzioni a questo problema, se non il consumare meno carne in generale, acquistare tramite circuiti locali sui quali possa essere esercitato un maggiore controllo, acquistare carne proveniente da allevamenti biologici. Per quanto riguarda la sperimentazione animale, l'unica possibilità è comprare prodotti con il simbolo del leaping bunny (vedi immagine) che assicura l'assenza di test animali per la sperimentazione del prodotto in questione.

Certificazione di assenza di sperimentazione sugli animali
Logo del leaping bunny (certifica l'assenza di sperimentazione animale)


6) Consuma democratico

A volte il singolo prodotto non presenta alcun difetto sociale o ambientale. Ma l'azienda che lo produce è tutt'altro che pulita.
Le aziende hanno un potere enorme nei confronti della politica, praticando il ricatto economico, finanziando partiti, controllando gli organi di stampa e di informazione. Il loro potere economico si traduce in potere politico spingendo i governi a comportarsi in base alle loro necessità piuttosto che a quelle dei cittadini. Ecco perchè andare a fare la spesa, in assenza di un governo indipendente dal mercato delle company, è un pò come andare a votare, perchè le nostre scelte possono influenzare il mercato e conseguentemente la politica.
Le multinazionali hanno spesso problemi di trasparenza (cioè non sono disposte a fornire indicazioni sui propri bilanci o sulle politiche aziendali) e sono sempre più frequenti i casi di aziende che usufruiscono dei cosiddetti paradisi fiscali, aziende cioè che dichiarano guadagni quasi nulli, sfruttando le proprie filiali all'estero sottoposte a controlli fiscali molto piu' permissivi e vantaggiosi. Considerato il sacrificio economico richiesto spesso dai governi nei confronti dei cittadini per far fronte alle crisi, comprare prodotti di aziende che non dichiarano nulla al fisco usufruendo dei paradisi fiscali risulta paradossale, un controsenso cui regolarmente prendiamo parte quando facciamo la spesa al supermercato in maniera non critica.

7) Consuma sovrano

Il singolo individuo non può avere un'influenza determinante sull'economia globale e sul mercato. Ma l'unione di tanti cittadini puo' fare la differenza. Il boicottaggio è il raggiungimento di questa unione: è un insieme di individui che decide (in massa) di smettere di acquistare certi specifici prodotti. Il boicottaggio è un'arma potente nelle mani degli individui e già in passato ha dato i suoi frutti spingendo alcune multinazionali a cambiare i propri comportamenti verso politiche di maggiore equità e sostenibilità.
Ma c'è un'altra azione, oltre al boicottaggio, che può essere intrapresa: è il consumo critico. Consiste nel comprare prodotti di un certo tipo, con certe caratteristiche, prodotti da aziende che ripettano e seguono determinate politiche e principi, basate sul rispetto dei popoli e dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori e delle regole finanziarie. Ma per consumare in modo critico bisogna essere informati e la guida al consumo sostenibile ha come scopo proprio l'informazione riguardo i prodotti e riguardo le aziende che li producono. Nei vari capitoli vengono passati al vaglio tutti i vari prodotti che acquistiamo e consumiamo e tenendo in considerazione vari parametri (trasparenza, ambiente, animali, sud del mondo, paradisi fiscali, esercito ed armi, abuso di potere) vengono forniti dei giudizi che possano aiutare il consumatore ad acquistare in modo critico, equo e ecosostenibile. Affinchè il consumatore possa esercitare tutto il proprio potere.

Nei prossimi giorni riassumerò i consigli e le caratteristiche dei prodotti analizzati dalla guida, specificando per ogni prodotto quali sono le aziende che ricevono i voti migliori sotto i vari punti di vista: per chi vuole avere dei consigli pratici su quali aziende rifornirsi per un commercio equo, solidale, ecologico, critico e sostenibile !

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